IL SIGNIFICATO DELLA GIOCONDA E LA POSSIBILE ATTRIBUZIONE DI UNA SANGUIGNA A LEONARDO: INTERVISTA AD ANNALISA DI MARIA

La copertina del libro La Gioconda e il suo significato

MILANO. Se amate Leonardo non potete non avere nella vostra libreria il volume La Gioconda e il suo significato (NFC Edizioni). Ne è autrice Annalisa Di Maria, membro del comitato di esperti di arte e letteratura al Centro per l’UNESCO di Firenze. Si tratta di un libro di notevole spessore scientifico ma allo stesso tempo risulta estremamente godibile anche da lettori non specialisti. L’autrice, che ringrazio, ha accettato di rispondere a diverse domande su questa pubblicazione e sulla sua recente scoperta che, se confermata, porterebbe un tassello importante nel catalogo delle opere vinciane. Di Maria ha infatti ipotizzato l’attribuzione a Leonardo di un disegno a sanguigna reperito in una collezione a Lecco. Un’ipotesi che ha suscitato un giustificato scalpore mediatico.

Dove nasce l’idea di questo libro?

L’idea dei mio libro nasce da una scoperta fatta su una delle opere più importanti di Leonardo da Vinci: “La Gioconda”. Il libro, è un saggio che racconta non soltanto questa scoperta, ma anche quella che era la vita di Leonardo e del Rinascimento attraverso il pensiero di Platone, da cui nacque tutto un movimento artistico, filosofico e culturale che prende nome, sin dai tempi antichi, con il termine di Neoplatonismo che io studio da più di vent’anni. Pochissime volte, è stato accostando Leonardo a questo movimento e ultimamente forse grazie alla mia scoperta e al mio libro, se ne è iniziato a discutere in maniera più animata e interessante.

Ci puoi raccontare la scoperta del volto di Platone?

Sin da piccola e grazie al mio papà, mi sono avvicinata al mondo di Leonardo e del Rinascimento e quello che da bambina era un gioco, crescendo è diventato una passione e un lavoro. Per un periodo ho vissuto a Milano, città bellissima, ma caotica dove forse è più facile perdere il centro di noi stessi. Decisi poi con la mia famiglia di lasciare tutta la frenesia della vita cittadina, per trasferirmi, come quando ero bambina, in un luogo immerso nella natura e lontano da tutto. In questo posto, ho ritrovato me stessa e il mio profondo legame che ho sempre avuto con la Natura che, per un periodo avevo dimenticato, ho fatto un po’ il lavoro che faceva Leonardo, cioè mi sono isolata e a contatto completo solo con la Natura, ho ritrovato il mio io, me stessa. Una sera, guardando l’opera, mi sono accorta di un volto che usciva dalla manica sinistra della Gioconda, ero sconvolta e allo stesso tempo felice, perché sapevo finalmente di aver trovato quel qualcosa che cercavo da anni e che forse perché offuscata da tante cose non riuscivo a scorgere … Quel volto, la risposta di tutto, la risposta dei miei studi e delle miei ricerche, quel volto che all’inizio poteva sembrarmi Gesù, alla fine ho capito che altro non poteva essere che Leonardo effigiato nei panni di Platone, si quel filosofo a cui tutti paragonavano Leonardo, quello stesso filosofo che impegnò culturalmente gran parte della vita del nostro genio vinciano.

La studiosa Annalisa Di Maria

Che rapporto sussiste fra l’artista e il grande filosofo?

Leonardo, veniva considerato in vita dagli uomini del suo tempo, un bello, un divino, un profeta, un filosofo, veniva spesso accostato alla figura di Platone perché anche Leonardo, come lo fu Platone nel suo tempo, veniva considerato lui stesso un’ideale da seguire. Leonardo da Vinci, fu l’unico che nel suo tempo raggiunse a pieno quel pensiero platonico della perfezione assoluta, l’unico che raggiunse l’idea di rinascita, il vero uomo umanista che rappresentava il suo tempo, ecco il motivo per cui anche il grande Raffaello lo effigio nel bellissimo affresco della Scuola di Atene nei panni del filosofo greco Platone,  perché nel Rinascimento Leonardo, era posto al vertice del tempio della pittura, della filosofia e dunque della conoscenza, una mente eccelsa che si poteva accostare a un disegno divino, tanto da riconoscerlo nella reincarnazione del Platone.

Leonardo Da Vinci, La Gioconda, nota anche come Monna Lisa
(fonte immagine: Wikipedia: Public domain, via Wikimedia Commons)

Qual è dunque il significato di fondo della Gioconda?

La Gioconda, è l’insieme di tutto quello che fu la vita di Leonardo, in lei è racchiusa tutta la sua scienza pittorica, tutto quello che lui studiò e imparò nella sua vita. La Gioconda, è il suo autoritratto al femminile in una nuova vita, la sua rinascita, in quella sua idea di reincarnazione in una nuova esistenza attraverso l’ideale di perfezione platonico. In quest’opera Leonardo non racchiuse soltanto sé stesso, ma cercò anche di immortalare la bellezza eterna dell’arte che per lui era da ricercare, così come lo era per gli antichi Greci, nella grazia e nella bellezza femminile, quest’ultima simbolo di vita.

Secondo te, da dove deriva il fascino infinito di quest’opera?

Dal mistero che si cela dietro al suo sorriso … E dalla perfezione con cui Leonardo l’ha dipinta, è bella e perfetta, più la guardi e più ti rendi conto che non ha un’età e ti dà il senso della vita eterna, di qualcosa che non tramonta che non è destinata ad invecchiare e morire, una dea della bellezza e della perfezione.

Il “ritratto di Lecco” (fonte immagine: courtesy of Annalisa Di Maria)

Recentemente sei stata al centro della cronaca artistica per una scoperta davvero straordinaria a Lecco. Ce ne puoi parlare?

I proprietari, mi hanno contatta l’anno scorso mostrandomi l’opera, una bellissima sanguigna realizzata con la stessa tecnica che Leonardo utilizzava moltissimo, cioè la sanguigna … E’ di una bellezza incredibile e ha attirato subito la mia attenzione e così ho iniziato i miei studi che, insieme alle numerose indagini fatte dalla proprietà, mi hanno con piacevole interesse portata a fare l’attribuzione al Maestro toscano. I personaggi più importanti della vita di Leonardo, sono stati Platone e Gesù, coloro che hanno ispirato di più la sua vita, anche se viene considerato una scienziato, lui era prima di tutto un grande pensatore e un grande uomo spirituale. Io credo proprio che Leonardo in questo disegno, si sia potuto effigiare nei panni di Cristo, così come fece per Platone, è noto infatti come Leonardo prendesse da sé stesso le misurazioni anatomiche dei personaggi che andava a raffigurare rielaborandole, ecco spiegato il motivo per cui questa sanguigna di Lecco, ci pone di fatto di fronte a un volto di Gesù, ma con tutte le fattezze di Leonardo e molto vicino sia per tecnica e postura al suo autoritratto di Torino. Questo disegno, se sarà confermata la sua paternità a Leonardo, è la prova che nelle sue opere la dinamicità e il movimento, cioè i suoi famosi moti dell’anima, così come il suo pensiero, erano alla base della sua creazione geniale, lui, Leonardo, l’uomo umanista, artista scienziato che rivoluzionò il suo tempo e che seppe più di tutti rappresentare il Rinascimento e il suo significato simbolico.