CASTELPETROSO. A Castelpetroso, comune in provincia di Isernia nel Molise, si terrà una mostra su alcune opere del Maestro Amedeo Trivisonno. La singolarità di questo evento consiste soprattutto nel far conoscere la storia di un quadro in particolare,… quadro ritrovato dopo 80 anni e a 120 anni dalla nascita di questo Maestro.
Un ritratto datato 1944 che rappresenta un Tenente Colonnello inglese in divisa. Appartiene ad un ciclo di ritratti che l’artista fece ad alcuni militari verso la fine della seconda Guerra Mondiale quando a Campobasso era di stanza l’Ottava armata. In mostra saranno presenti anche altri lavori del Maestro Trivisonno.
La mostra inizia il giorno 5 agosto e si chiuderà il giorno 11 agosto Gli orari sono mattino ore: 9 – 13 pomeriggio ore: 16 – 20 Nel Laboratorio Artistico via Fiume 110 della frazione Guasto di Castelpetroso/Is
Amedeo Trivisonno (Campobasso, 3 ottobre 1904 / Firenze, 28 dicembre 1995) è uno dei pittori del ‘900 che si è maggiormente ispirato alla pittura del Rinascimento. Infatti gli anni della sua formazione corrispondono a quelli della riflessione sul lavoro dei grandi maestri rinascimentali, di cui studia tecniche e colori nei corsi artistici e di specializzazione prima a Roma e in seguito a Firenze. Lì, nelle città artistiche per eccellenza, si fa ispirare dai grandi cicli pittorici dei maestri del Quattrocento e del Cinquecento e cerca la stessa perfezione nella realizzazione delle forme.
Nelle chiese Trivisonno prepara “a fresco” intere pareti sulle quali rappresenta scene del vecchio e del nuovo testamento, che riporta fedelmente, pur con una sua libertà di interpretazione. Durante la sua crescita artistica, tuttavia, Trivisonno fa molte sperimentazioni nell’ambito della materia pittorica, e crea diverse emulsioni, che arricchiranno la sua tavolozza e gli serviranno costantemente per dipingere tele e tavole. Se dunque le sue opere più conosciute sono di carattere religioso, tant’è vero che molti lo conoscono quasi soltanto come riproduttore di angeli e Madonne, nella sua lunga carriera artistica (parliamo di oltre settant’anni dedicati alla pittura) sono decine e decine i lavori da cavalletto da lui realizzati, che abbelliscono salotti privati di vari collezionisti di tutto il mondo: nature morte, paesaggi, autoritratti e ritratti.
Trivisonno amava con passione dipingere. La sua passione si esprimeva con forza sia quando tirava fuori la matita per uno schizzo veloce, sia quando preparava con una cura e un’attenzione quasi ossessive i grandi affreschi, sia quando ritraeva un volto. Con le sue pennellate, Amedeo Trivisonno accarezzava la tela, il muro, il foglio. E così, per lui, non c’era alla fine una grande differenza tra dipingere i soavi lineamenti di una Madonna o quelli più rudi, magari, di un soldato.
Ecco che quindi questa piccola mostra ci porta alla conoscenza di un diverso percorso artistico del Maestro Trivisonno, diverso se pur parallelo all’altro. Nel caso specifico, egli realizzò molti ritratti durante la seconda guerra mondiale, quando alcuni ufficiali e soldati degli Alleati presero stanza a Campobasso. La sua fama di ritrattista si sparse velocemente nel reggimento e molti militari si fecero ritrarre dal Maestro, desiderosi di mandare un segno ai familiari lontani. Tali opere si trovano sparse per il mondo: Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica e Gran Bretagna.
Chissà se è per caso o per volontà divina che, proprio in occasione dei 120 anni dalla nascita del Maestro, uno di questi ritratti sia stato ritrovato. Ritrovato purtroppo in condizioni precarie: la tela e i colori originari erano pesantemente danneggiati. Tuttavia, attraverso un’analisi e il conseguente restauro da parte di un esperto del mestiere, la tela è stata restituita all’antico splendore.
Proviamo ora ad osservare con attenzione quest’opera: lasciamoci catturare dallo sguardo di questo ufficiale, guardiamo le sopracciglia aggrottate, i particolari della divisa, i colori, la posa, il sorriso appena accennato, le mani incrociate con il loro gioco muscolare e infine l’insieme. Notiamo come l’artista sia riuscito a cogliere il carattere della persona ritratta e sicuramente a trasmetterne lo spirito alla famiglia alla quale era destinato.
A dimostrazione, ancora una volta, che per Trivisonno veramente non c’era una reale differenza tra il Sacro e il Profano.
Vita Felicia Pinelli