
CASTELVETRO P.NO. Mi ritengo sempre in cammino». Così si presenta il pittore Guerino Apostoli che espone al Centro Arte Perini di Castelvetro Piacentino, alle porte di Cremona, dall’8 maggio al 5 giugno. Nato a Brescia, risiede a Botticino Sera. Attratto dall’arte sin da bambino, ha frequentato diversi corsi serali di pittura dagli anni Ottanta, prima alla “Vantini” di Rezzato, poi, negli anni Novanta, seguendo a Nuvolento quelli del maestro Girolamo Tregambe. Più recentemente ha preso parte a un corso di modellato su creta. Ha partecipato a diverse estemporanee, conseguendo positivi consensi. Al centro del suo comporre c’è la natura che egli ama profondamente. Più precisamente ama quel mondo rurale in cui ha sempre vissuto. «Una passione sincera e viscerale – spiega il curatore, Simone Fappanni – che si riflette a pieno nei meravigliosi colori che compaiono nei suoi quadri. Al mondo contadino e ai suoi riti, fatti di sudore e fatica, ma anche di sentimenti veri e inscalfibili, è riservata una parte cospicua della sua produzione. Nell’immensità di campi battuti dal sole spiccano, infatti, le figure di chi si occupa di quella terra con assoluta dedizione. Sono dunque persone e non personaggi in posa quelli ritratti da Guerino con un’attenzione mai didascalica agli elementi che configurano ambientazioni davvero suggestive. Nelle composizioni di Apostoli la natura è una mater generosa: i suoi frutti, infatti, sono abbondanti e rigogliosi. Ciò si riflette nei suoi dipinti, animati da vigorosi panneggi cromatici. E, non di meno, da accostamenti fra oggetti e vegetali che creano un’estrema piacevolezza. Equilibrio cromatico si coglie, ugualmente, nelle non meno interessanti nature morte animate da strumenti musicali. Vale davvero la pena, infine, osservare alcune opere eseguite da Guerino per particolari occasioni. A cominciare da quella che raffigura una fonte da cui una giovane donna trae ristoro. Sono opere connotate da un’impaginazione che si nutre di una pittura plastica diversa da quella dei quadri precedenti, ma altrettanto efficace nel delineare forme, oggetti e scenari dall’intonazione schiettamente narrativa. Senza dimenticare mai le sue origini, rimanendo sempre e comunque fedele a se stesso, raffigurando un gesto antico come quello della vendemmia, si sottolinea ancora una volta la stretta comunanza fra l’artista e la natura».