CREMONA. La mostra che chiude il programma espositivo dell’Adafa, prima della consueta pausa estiva, è dedicato al “Tempo sospeso”, con le opere recenti di Andrea Federici e Gaetano Tommasi. L’esposizione s’’inaugura sabato, 1 giugno, alle 17,30, a Casa Sperlari, con l’introduzione di Fulvio Stumpo e Giusy Asnicar, e la presentazione di Simone Fappanni.
L’esposizione allestita in via Palestro 32 si compone di una quarantina di dipinti che hanno come comune denominatore il silenzio.
Federici è nato a Casalmaggiore da una famiglia con ascendenti artisti e artigiani. Ha compiuto gli studi all’Istituto d’Arte P. Toschi di Parma e si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Bologna con il professor Pozzati.
Dopo l’Accademia ha studiato le tecniche della pittura antica. Si è poi incamminato nella direzione di tecniche più moderne, che gli consentano una resa spontanea e vibrante, per uno sguardo più intimo e riflessivo. Vive e opera a Casalmaggiore.
Tommasi è nato a Lizzano, in provincia di Taranto. Appassionato di pittura sin da giovane, approccia da autodidatta ad un proprio filone di ricerca realizzando opere che si connotano per una sensibile vena Neosurrealista.
Riprende l’approfondimento sulla pittura dopo la laurea in Scienze Biologiche e quella in Comunicazione e Marketing all’Università di Modena e Reggio Emilia. In seguito inizia ad approfondire la pittura in modo sistematico e più organico, pur essendosi sempre dedicato al disegno con colori a tempera e gouache come autodidatta per molti anni, completando gli studi in Arti figurative all’Istituto Europeo del Design di Como.
Il confronto più importante è stato con il maestro e amico Federici; confronto, tuttora in atto, che si è esteso agli aspetti interiori e più personali e profondi della pittura, tanto da proporre insieme ad Andrea una scelta di lavori in seno a questa mostra.
«La ricerca sul significato più intimo e profonde del “fare arte” accomuna Federici e Tommasi – spiega il curatore –, due artisti poliedrici che amano sperimentare, all’interno delle infinite pieghe del colore, i terreni sempre fertili della figurazione.
Andrea attraverso una notazione profondamente introspettiva, tanto che il soggetto ritratto si mostra nella sua essenza mediante sguardi e posture che ne riflettono l’animo; Gaetano, invece, pratica un simbolismo mimetico che si svela poco a poco, ma efficacemente, davanti al fruitore, in un continuo rimando di significati e significanti.
La preziosità del sogno e la morbidezza del colore sono, infine, un altro elemento che idealmente congiunge l’impegno dei due autori che si stanno distinguendo, nel panorama artistico contemporaneo, per una schietta originalità stilistica, ciascuno con le proprie peculiarità». La mostra è visitabile gratuitamente, fino al 14 giugno, da martedì a domenica dalle 17 alle 19 (chiuso il 2 giugno).