ROMA. Simone Carella è il primo artista della rassegna POLIFONIA, la rubrica di Museo per l’Immaginazione Preventiva che, come si legge in una nota, “segue i metodi dell’improvvisazione musicale per approfondire l’opera di una figura artistica attraverso più linguaggi e punti di vista”.
Questo il comunicato che illustra l’evento che chiude il 6 giugno.
Per l’apertura di questa sezione monografica, un coro a più voci riporta alla luce l’opera di Carella, regista e personalità che ha animato la scena culturale romana legata all’avanguardia teatrale degli anni Sessanta e Settanta.
Il titolo della mostra, Io poeto tu, è tratto da un testo del 1970 in cui l’autore trasforma il gesto di scrivere una poesia in un verbo, identificando in questo modo una visione che ha caratterizzato la sua intera vita e il suo operato.
Trasferitosi a Roma giovanissimo, Carella conosce il regista sperimentale Giancarlo Celli con cui inizia a collaborare nel ruolo di aiuto-regista. Poco più tardi, inizia a frequentare gallerie d’arte e in particolare L’Attico di Fabio Sargentini, mentre l’incontro con Gino De Dominicis segna un altro punto fondante nella sua vita. Improvvisandosi organizzatore di concerti, nel 1971 Carella si presenta a Ulisse Benedetti, fondatore del Beat 72, centro sperimentale dedicato al teatro e a discipline eterogenee, dove diventa parte attiva nella programmazione. La sua passione per la poesia trova il suo culmine nell’organizzazione del Festival internazionale dei poeti di Castel Porziano (1979) che, in collaborazione con l’Assessore alla Cultura Renato Nicolini, fu una vera e propria “Woodstock della poesia” sulla spiaggia romana. Sempre disposto a mettersi in gioco, Carella ha aggiornato la sua pratica adattandosi costantemente ai diversi cambiamenti storici in atto. Ha organizzato Miseria81 – Il festival dei nuovi poveri, ha dato forma al Teatro degli artisti e all’iniziativa e-theatre nel tentativo di portare il teatro nellospazio digitale.
Il racconto dei diversi capitoli della storia dell’autore è affidato a un video realizzato dal duo di filmmaker VEGA con testimonianze e materiali d’archivio. In un montaggio carico di ritmo e denso di suoni e immagini si intrecciano le diverse sezioni-scene del progetto Roma 60/70: un affresco pensato per le pareti del foyer del Teatro India a Roma e purtroppo mai realizzato.
A interpretare un personale ritratto di Carella, delle sue opere e del suo vissuto, sono chiamati tre artisti, Rä di Martino, Anna Franceschini ed Emiliano Maggi, che hanno realizzato dei nuovi lavori per l’occasione. Partendo dalla fotografia di uno spettacolo teatrale dell’autore, Rä di Martino con AAAAA! attiva un’ideale collaborazione entrando nell’immagine per ricreare un luogo in cui inserire e filmare gesti e movimenti nuovi grazie a un lavoro di post-produzione e costruzione di un ambiente 3D.
Perchè gli artisti fanno le mostre e poi se ne vanno è un’opera di AnnaFranceschini disseminata all’interno degli spazi fisici e digitali del museo e al suo esterno. L’artista ha concepito un display per la mise en scène di tre edizioni ispirate da oggetti e narrazioni della storia di Carella.
La narrazione si arricchisce inoltre di una serie di incontri dal vivo che, volutamente inseriti nel palinsesto di Io poeto tu e non in quello del public program del museo, diventano parte integrante del progetto espositivo. I confini della mostra si ampliano così dalla forma oggettuale a quella orale, grazie agli interventi di Francesca Corona e Alessandra Vanzi, Andrea Cortellessa, Silvia Fanti e Giorgio Barberio Corsetti, Valerio Mattioli.
Rä di Martino (Roma, 1975) è artista e regista. La sua pratica esplora il passare del tempo, così come le discrepanze che differenziano la narrazione epica dalla vita quotidiana. Le sue opere sono caratterizzate da una certa tensione tra pathos e distacco creando uno scollamento che interrompe la sincronicità che di solito lega l’immagine e il testo.
I suoi film e le sue opere sono state presentate in molte istituzioni, musei, grandi mostre e festival cinematografici, tra cui: MoMA-PS1, New York City; Tate Modern, Londra; NiMK Netherlands Media Arts, Amsterdam; MCA, Chicago; Palazzo Grassi, Venezia; Artists Space, New York City; Museion, Bolzano; Magasin, Grenoble; Biennale di Busan; Manifesta; Torino Triennale; Torino International Film Festival; Kino der Kunst, Monaco; Viper Basel e Transmediale Berlin.
Nel 2018 ha presentato il suo primo lungometraggio Controfigura alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, alla quale aveva già partecipato con il suo primo documentario The Show MAS Go On, vincitore di un Nastro d’Argento come miglior docufilm.
Anna Franceschini (Pavia, 1979) con la sua ricerca – sia essa declinata nella scultura, nell’immagine in movimento, proposta come performance o installazione – indaga gli oggetti, i manufatti, le merci, le loro modalità di esposizione e il loro display. I suoi video e film sono stati presentati in numerosi festival tra cui: Rotterdam Film Festival; Locarno Film Festival; Torino Film Festival. Le sue opere sono state esposte in mostre personali presso: Vistamarestudio, Milano/Pescara; Vera Cortes Galeria, Lisbona; Almanac, Londra; Kunstverein Duesseldorf; Spike Island, Bristol; Museion, Bolzano; Fiorucci Art Trust, Londra; KIOSK, Ghent. È tra gli artisti della Quadriennale d’arte 2020, Palazzo delle Esposizioni, Roma. Tra le sedi della sue più
recenti collettive: Witte de With, Rotterdam; Istituto Svizzero, Milano-Venezia; ICA, Milano; CAC, Vilnius; Kunstraum, Londra; The Breeder Gallery, Atene; Matadero, Madrid; MAXXI, Roma; Villa Medici, Roma. Nel 2019 ha realizzato il cortometraggio
BUSTROFEDICO, progetto speciale del Padiglione Italia della Biennale Arte 2019.
Emiliano Maggi (Roma, 1977) esplora la costituzione e la disintegrazione del sé, producendo sculture che ampliano la gamma della rappresentazione figurativa ed evocano regioni astratte oltre il regno della riconoscibilità. Un mondo di fiabe, film horror e di fantascienza, letteratura erotica e iconografia rurale, dove la rappresentazione di corpi umani e animali si fonde in innumerevoli corporeità senza genere. Ogni sua opera nasce da un continuo rapporto intuitivo con la vasta gamma di tecniche e materiali, dalla scultura alla performance, dalla pittura alla musica e alla danza. Le sue mostre personali più recenti sono state ospitate da: Museo Nazionale e Antica Città di Cosa, Ansedonia (GR); Nomas Foundation, Roma; Operativa Arte Contemporanea, Roma; Museo Civico di Castelbuono, Palermo. Tra le sedi delle sue mostre collettive: Revolver Galeria, Lima; Museo Nazionale e Antica Città di Cosa, Ansedonia (GR) (Hypermaremma); Villa Lontana, Roma; Mimosa House, Londra; Limone Space, Londra; American Academy in Rome, Roma; Galleria Lorcan O’Neill, Roma.
NOTA. Testo e foto: courtesy of Ufficio stampa dell’evento