LA CHIESA(EX EREMO) DI SAN MIRO

Fonte immagine: Wikipedia

SORICO(CO) La chiesa di Sam Miro, posta sulla collina prospicente l’ingresso dell’Adda nel Lario orientale si presenta, nonostante l’attraversamento di secoli turbolenti ancora leggibile nei processi che l’hanno interessata nei tre principali interventi di ampliamento e Manutenzione e fornisce un esempio di recupero e riadattamento degli edifici posti in aree di confine.

Si tratta di un edificio sorto in posizione isolata rispetto al nucleo abitativo di appartenenza e al centro di un pianoro a 170 metri d’altezza rispetto al lago, lungo le pendici del monte denominato Berlinghera (sostantivo dialettale del luogo, originatosi nelle valli a monte) da cui comprende con uno sguardo d’insieme la vista sull’abitato di Sorico e sul lago prospiciente. Una mulattiera compresa, secondo le usanza medievali, nel complesso sacro, si trova in medie condizioni di cura ( almeno al momento delle visite e sopralluoghi) ed è il risultato di ampliamenti e modifiche eseguite a partire dal XV secolo.

La chiesa vera e propria sorge su una chiesa più antica dedicata a S. Michele¹ nella quale erano conservate le spoglie di S. Miro, eremita vissuto e morto qui nel 1381.

La facciata è il risultato di rimaneggiamenti cinque e settecenteschi e presenta al centro un portale di ingresso, sormontato da un timpano spezzato, sopra il quale si apre una finestra a tipo di serliana che consente pescaggio di luce. L’interno è tripartito e si dispiega su pilastri uniformi.²

A oriente l’edificio è terminate da tre absidi quadrangolari e conserva una decorazione ad affresco, in passato molto piu ricca e realizzata in varie fasi a partire dal 1452.

A questa altezza cronologica infatti vi fu la prima verifica del corpo del Beato ad opera dall’allora Vescovo di Como, Antonio Pusterla³ che ordinò nella circostanza l’ampliamento della chiesa.

Ma già nell’epoca molto precedente al “500 relativo alla fondazione, la chiesa portava un apparato decorativo.

Sulla parete della navata sinistra sono visibili alcuni affreschi quattrocenteschi, di mano non esperta e piuttosto provinciale, quasi popolare, raffiguranti una Madonna con Bambino, datata 1483, una Madonna del Latte, datata 1497, una Crocifissione, un’altra Madonna con Bambino ed una Madonna in Trono.⁴

Se dai lacerti murari ci si sposta sul pilastro sinistro, si trova una anomala e quasi fumettistica raffigurazione di S. Sebastiano affiancato in superficie curva dalle figure di S. Bernardino e S. Antonio abate.⁵

Sul pilastro opposto si trova senza particolari evidenziazioni il titolare dell’edificio, ossia la figura di S. Miro collocata in corrispondenza del luogo della sua sepoltura.

Nella navata destra è possibile accostarsi a un iciclo cinquecentesco, realizzato da Sigismondo De Magistris⁶ nel 1526, come testimonia un’iscrizione sulla parete, e che consente di ricondurre la sua attività negli stessi anni delle sue opere nella chiesa di San Fedele⁷ nella vicina Como.

Sono opere che comprendono diverse figure sacre lungo le pareti e la volta, mentre a ridosdo degli arconi e sui pilastri che li reccono, sono presenti figure di Santi e Profeti, riconducibili iconograficamente a S. Giorgio, la Maddalena, S. Sebastiano e Marta , S. Giovanni Battista,S. Orsola e S. Rocco e Martino.

Nella volta, varcato l’arco trionfale della campata presbiterale sono visibili gli affreschi che presentano Dio Padre, S. Miro, S. Michele, la cui presenza è da ricercarsi nell’antica tradizione in cui era dedica della chiesa originaria. Seguono S. Vincenzo e S. Stefano martire.

Nella cappella absidale⁸sono raffigurate le Storie di S. Antonio composte da cinque episodi scandite con le Tentazioni, l’Incontro con S. Paolo Eremita, la Morte di S. Paolo, la Guarigione di un’indemoniata e sulle pareti laterali le figure di S. Bernardo e S. Stefano.

L’altare odierno conserva un paliotto⁹ in scagliola, manifattura tipica dei luoghi lariana, risalente al XVIII secolo, tempi della radicale trasformazione dell’apparato decorativo.

La decorazione pittorica rinascimentale è completata dai sottarchi dove sono inserite le figure degli Apostoli e dei Dottori della Chiesa come accade a S.Abbondio¹⁰ a Como ma anche in s.Fedele nella omonima citta.

In chiese piu piccole come quella di s.Giorgio a Mandello(lc) o nelle pievi francescane di Sabbioncello o ancora in s.Giorgio in lemine, la chiesa dei disciplini a Clusone, le decorazioni in sott’arco sono una presenza ineludibile.

Ad una fase successiva è invece riconducibile la decorazione del presbiterio caratterizzato da stucchi eseguiti nel XVII secolo. All’altare è esposta una copia della tela di Giovan Mauro Della Rovere, conosciuto come l Fiammenghino¹¹, tanto debitore del suo gusto cromatico al Talpino.

La su opera raffigura la Madonna col Bambino tra l’Arcangelo Michele e il beato Miro.¹²

Sulla volta del presbiterio invece sono presenti decorazioni pittoriche eseguite nel XIX secolo da Luigi Tagliaferri. Nella parte retrostante della chiesa sorge il campanile a torre, che originariamente doveva essere posto in facciata secondo probabili modelli borgognoni.

Oggi la torre si presenta con lesene angolari, costruito nel XVII secolo.

La chiesa attuale è il frutto degli ampliamenti e delle modifiche eseguite a partire dal XV secolo su un precedente edificio romanico dedicato, come già evidenziato a S. Michele Arcangelo, documentato già nel 1286, che occupava parte dell’attuale navata destra, come dimostra il ritrovamento di due aperture medievali e quei lacerti di affreschi trecenteschi che segnano una linea di demarcazione cronologica anche dui tempi e modi dell’ampliamento del nucleo originario.

Suscita un certo senso di perdita ritrovare nella genuinità dei lacerti originari quella semplicità che poi si andrà perdendo con i fasti cinquecenteschi e la razionalizzazione soprattutto delle linee settecentesca e ancor più negli interventi di inizio XX secolo.

Il bugnato rustico¹³ obnubilato solo dall’arriccio per le pitture di XIII secolo, doveva essere il carattere tipico di luoghi come questo.

Anche l’ambone proverbiale non doveva mancare nel monovano originale che oggi costituisce la navata nord dell’edificio.

Le coperture originariamente lignee del corpo liturgico, distinguevano e davano prestigio al presbiterio voltato in muratura.

Simboli di varia.matrice si ritrovano sui massi litici e alcuni laterizi che occupano il basamento.¹⁴

L’impossibilità di identificazione porta ad attribuirli a un periodo antecedente la consacrazione a chiesa del luogo, orientando verso l’ipotesi di resti di un tempio e ritualità di tipo pagano/esoterico la cui tipologia è da rintracciarsi nella congruenza eventuale fra prati he conosciute e la tipologia dei simboli stessi.¹⁵

Antico invece deve essere il perimetro che racchiude il cimitero retrostante.

La chiesa infatti, divenuta da eremo a pieve, assunse il carattere di chiesa cimiteriale fino a quando fu investita di ruolo di cura d’anime.

LUCA NAVA

Bibliografia utile:

*AA. VV., La Chiesa di S. Miro a Sorico, Foggia – Roma 2007.

*Rovi, A., La Provincia di Como, Il percorso delle arti figurative in Provincia di Como dal V al XVIII secolo, Lipomo 2002

*Sevesi, P. P. M., San Miro Paredi da Canzo, Milano 1935.

*Longatti, M., Sorico. Storie di acque, terre, uomini, Le Chiese, Menaggio 2005.

*Zecchinelli, M., Le tre Pievi: Gravedona Dongo Sorico, Menaggio 1995.

*Diocesi di Como, La Diocesi di Como. Dati e notizie per il 2005, Lipomo 2005.

*Pescarmona, D./ Rossi, M./ Rovetta, A., Alto Lario Occidentale, Como 1992.