
MILANO. Dal 20 maggio al 7 giugno, presso l’Accursio di Milano, si può visitare gratuitamente la collettiva “Maternità nell’arte”, con i dipinti di Mariarosa Mosca, Enrica Groppi, Angela Tartamella, Rossella Tavcar, Cristina Alletto, Anna Paola Cozza, Loredana Boldini, Floriana Melzani, Franca De Ponti, Lorella Facchetti, Giovanna Ferrari e Anna Coletti.
“La maternità – spiega il curatore, Simone Fappanni – costituisce uno dei temi più ricorrenti e frequentati nella storia dell’arte, un’esperienza che ha da sempre ispirata artisti di ogni epoca e cultura e che assume un valore universale.
Le raffigurazioni pittoriche contemporanee, come quelle presentate in questa mostra, sono in riflesso di cambiamenti sociali, etici e individuali del nostro tempo.
Ecco allora che, grazie all’estro e alla creatività dei protagonisti di questa rassegna, è esplorare questa molteplicità di significati attraverso un allestimento che unisce voci diverse e originali, offrendo uno sguardo stimolante su un tema che, pur essendo radicato nella tradizione, si rinnova in continuazione.
La collettiva nasce dall’esigenza di superare le rappresentazioni stereotipate e idealizzate della maternità, per scandagliare, invece, la complessità emotiva, psicologica e sociale che essa comporta. Ecco, allora che questa la mostra si struttura come una sorta di “laboratorio visivo” in cui l’arte contemporanea diventa strumento di riflessione e di narrazione, capace di restituire “visioni” della maternità attraverso le sue molteplici sfaccettature.
Pertanto, le opere selezionate spaziano in un ampio ventaglio di linguaggi, dal minimalismo cromatico d’intonazione realista a composizioni cariche di palpitante gestualità e densità coloristica. Questa scelta testimonia la volontà di presentare la maternità come esperienza plurale e complessa.
Alcune opere si concentrano, ad esempio, sulla dimensione intima e quotidiana della maternità, catturando momenti di cura, di contatto fisico, di scambio emotivo e tattile tra madre e figlio.
Altri pezzi, invece, affrontano la maternità come processo di trasformazione profonda, sia fisica che psicologica, mettendo in luce il corpo femminile come luogo di metamorfosi, di dolore e, soprattutto, di nascita. In queste rappresentazioni, il corpo materno non è idealizzato, ma mostrato nella sua complessità, con tutte le sue contraddizioni e le sue sfumature.
In definitiva, questa mostra, dunque, non solo celebra la maternità, ma ne pone in luce la ricchezza e la pluralità, offrendo uno spazio di confronto e di emozione condivisa che arricchisce l’accostamento e la comprensione di un’esperienza fondamentale della vita umana in un’ottica plurale e molteplice.”