LA POLVERE DELLA MEMORIA: UNA SELEZIONE DI OPERE DI GIORGIO MORANDI IN MOSTRA A MILANO

Morandi in studio, foto Wikipedia

MILANO. Bolognese, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti della città emiliana, dove negli anni Trenta insegna incisione, Giorgio Morandi si avvicina per un non lungo ma significativo periodo al Futurismo e alla Metafisica, per poi ritagliarsi una posizione nettamente autonoma rispetto ai movimenti artistici coevi. Protagonista dei suoi quadri è il silenzio, entro cui si articolano nature morte dalle tinte morbide e vellutate, ottenute tramite l’accostamento di pochi, semplici oggetti d’uso quotidiano: barattoli, brocche, piccoli recipienti, tazzine.

L’intero corpus morandiano è caratterizzato dalla natura morta. Com’è noto, l’artista amava lavorare nel proprio studio disponendo semplici oggetti su un piano per studiarne i volumi e gli effetti luministici che pazientemente interpretava sulla tela.

Una sperimentazione che, dunque, nulla ha a che fare con una semplice operazione traspositiva del soggetto, che al contrario viene reso parte di un complesso ordito lirico. Bastano questi richiami per rendere imperdibile la visita alla mostra dal titolo “La polvere della memoria” allestita dal 13 ottobre al 20 dicembre a Milano, presso Maurizio Nobile Fine Art, nel Sito privato Bagatti Valsecchi, in via Santo Spirito 7.

«La mostra che intreccia opere di un classico del Novecento Italiano qual è Giorgio Morandi – spiega Marco Carminati in catalogo –  con due maestri dell’arte contemporanea quali sono Joan Crous e Andrea Federici può essere immaginata davvero come un concerto.

Come un trio della migliore tradizione barocca, dove sulla voce o tema principale si innestano, in momenti stabiliti ad arte, prima una seconda e poi una terza melodia, diverse fra loro seppur evocanti il tema principale.

Ma, quasi per miracolo (di fatto per grande perizia tecnica), le tre linee melodiche differenti si amalgamano in un effetto di compatta unità e sublime armonia».

Ecco allora che i selezionati lavori di Morandi, accuratamente schedati da Stefano Bosi, sono opere che consentono di essere apprezzati da molteplici punti di vista e rappresentano un saggio significativo di un percorso, quello dell’artista emiliano, dalla ricchezza infinita.

SIMONE FAPPANNI