LA SAND ART DI EKA PER LA PREVENZIONE CONTRO IL COVID-19

Fotogramma dal video Covid-19 Coronavirus di Erica Abelardo – Eka (Courtesy of the Artist)

Alzi la mano chi sa cos’è la Sand Art? Va bene, lo confesso: ne so poco o nulla anch’io. È grave per un critico. Mea culpa. Ma chi mi conosce sa che nell’ambiente io sono “amato o vituperato”, prendendo a prestito Machiavelli, proprio perché sono sincero. Sempre e comunque. A venirmi in aiuto è Erica Abelardo, che nelle pagine del suo sito web (http://www.abelardoerica.it/) lo spiega chiaramente: «si tratta di una particolare tecnica illustrativa che si attua attraverso la manipolazione dei granelli di sabbia in condizione di controluce su di un piano luminoso». Eka – questo il suo nome d’arte, ha gentilmente risposto ad alcune domande in merito ai suoi straordinari lavori riguardanti la diffusione della pandemia. Opere fatte con la sabbia che si caratterizzano per l’eccezionale efficacia. Tutte da scoprire. E da ammirare.

Usi una tecnica molto particolare, ce ne puoi parlare?

Sono una lavoratrice autonoma, una free lance con partita iva, più romanticamente identificata dalla società come “artista”. Il mio lavoro consiste nel trasformare in immagini le idee dei miei clienti e questo avviene con una particolare tecnica di disegno materico, che si realizza in condizione di controluce su di un piano luminoso, attraverso la manipolazione dei granelli di sabbia usando solo le dita e i palmi delle mani, la Sand Art, ottimizzata in performance dal vivo durante eventi di vario tipo in Italia ed estero.

Com’è nata l’idea di immagini che riguardano la pandemia?

Da un’esigenza tecnica. Il mio lavoro non ha una sede fisica né un ufficio, spesso – in qualche modo – lo è stato il treno che mi trasportava fino alla città dove sarebbe stata ospitato un mio spettacolo diventava il mio ufficio… dove revisionare gli storyboard.

Nei giorni di lockdown il settore spettacolo si è congelato. Il mio lavoro è legato agli spostamenti, alle trasferte, quindi in quel periodo nessuna possibilità di poter viaggiare per poter svolgere gli spettacoli, richieste bloccate, date annullate, clienti ed eventi persi e iniziative rimandate a data indeterminabile.

Come tanti nella mia situazione sono stata invasa e frastornata da preoccupazione e tristezza per la situazione generale dell’emergenza sanitaria mondiale che andava peggiorando. Mentre tutto volgeva verso il peggio, il fermo lavorativo stava compromettendo la mia routine.

Questa tecnica richiede un allenamento continuo, è un’esigenza tecnica, perché il rischio è quello di “perdere la mano”. Infatti tornare a disegnare con la sabbia dopo pochi giorni di fermo è un po’ come la prima sciata con lo snowboard dopo il lungo periodo di sosta dovuto alla stagione. Con la Sand Art chi si ferma è perduto. Pertanto l’esigenza di mettere le mani sulla sabbia per allenarsi era doverosa e dato che non era mossa da una richiesta di lavoro potevo allenarmi su qualsiasi cosa mi passasse per la mente. E in modo molto naturale e prevedibile i miei disegni rappresentavano i temi del Covid 19.

Fotogramma dal video Covid-19 Coronavirus di Erica Alberardo – Eka (Courtesy of the Artist)

Ci puoi parlare dei soggetti che hai scelto per i tuoi lavori sulla diffusione del virus?

Il Covid-19, le cause, la Cina, la pandemia, gli ospedali, gli operatori sanitari, le persone contagiate, le disposizioni governative, le distanze sociali, il lavoro delle forze dell’ordine, lo stare a casa. Sono i soggetti che ho rappresentato in sabbia non potendo sfuggire a ciò da cui era difficile distrarsi: la cronaca.

Ho acceso la telecamera e ho registrato una cronologia di immagini, poi le ho lavorare con un software di montaggio video concentrando il lavoro di tante ore in pochi minuti di video.

Quale messaggio hai voluto affidare alle tue opere?

In realtà il messaggio non è stato “il movente” ma la conseguenza di un semplice allenamento con la sabbia. Inizialmente non sapevo che quello che stavo facendo poteva caricarsi di un messaggio ed un intensione. Non capita mai di essere svincolata da una commissione e quindi un tema specifico dentro il quale rimanere. Così quando la mente si ritrova totalmente libera, traduci i tuoi sentimenti in immagini e lavori per te stessa, per soddisfare una tua esigenza interiore. Il risultato è stato un grido artistico che riassumeva il momento sociale e sanitario, il messaggio era l’intenzione di lasciare uno storico, una traccia, un promemoria, per non dimenticare questi accadimenti.

Secondo te l’arte, e in particolare la tua, in che modo può contribuire ad aiutare le persone a superare questo difficile momento?

L’arte è sempre stata un manifesto di bellezza, mistero, provocazione, ribellione… o promotrice di libera interpretazione, aiuto per lo spirito e la propria sensibilità; la Sand Art in genere riesce a toccare le “corde emotive”, la memoria emozionale dello spettatore, riportandolo alla magia del primo contatto con la sabbia in spiaggia. Con le mani sulla sabbia per creare un segno, giocare ed essere spensierati… cullati dal rumore bianco del mare. Tutto questo è una suggestione che in questo momento non può avere la presunzione di aiutare lo spettatore ma può suggerirgli di guardare da una prospettiva diversa il problema attuale . Forse stupirsi ancora per la bellezza delle cose che vengono fuori da piccoli granelli dimostra che esiste in noi la speranza è la volontà di ricominciare granello dopo granello.

Ecco il link al video COVID 19 – Coronavirus Sand Art // Erica Abelardo