LA SOTTILE METAFISICA DI CARLO BENVENUTO

Carlo Benvenuto, Senza titolo

ROVERETO. Fino al 18 ottobre 2020, a cura di Gianfranco Maraniello con Daniela Ferrari e Chiara Ianeselli, si svolge al Mart la mostra dedicata a Carlo Benvenuto, eclettico interprete della metafisica. In esposizione oltre sessanta pezzi che “dialogano idealmente” con tre capolavori di Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi e Renato Guttuso.

Come viene fatto osservare dei promotori dell’evento, «Benvenuto presenta al Mart un’ampia mostra, progettata per gli spazi del museo e con un cameo rivolto alle sue collezioni. In oltre vent’anni di lavoro il privilegio del mezzo fotografico ha portato Benvenuto a una serrata indagine fenomenologica sul mondo come verifica percettiva e sentimentale della vita, contemplando ciò che appare familiare, domestico, intimo, esplorando la muta insistenza degli oggetti e risolvendo lunghe fasi preparatorie del lavoro nell’immediatezza dello scatto fotografico. In questo universo di oggetti, mobili e specchi, la narrazione, così come la mitologia privata, sono silenziose: le opere sono senza titolo, non descrivono».

Da notare è che «il rapporto in scala 1:1 e l’utilizzo del banco ottico senza ricorso a interventi correttivi in digitale sono gli indizi di una strategia di fedeltà all’esistente che però non realizza alcuna immagine documentaria o di tenore realistico.

La qualità apparentemente pittorica delle immagini ottenute e i sorprendenti equilibri compositivi concretizzano una straordinaria metafisica del quotidiano. La felice classicità dell’opera di Benvenuto impone confronti con la grande arte del Novecento, oltre la contingenza del tempo storico evocando, come sottolinea Massimiliano Gioni nel suo testo in catalogo, l’atmosfera sospesa del Realismo Magico, il rigore e la sobrietà di Luigi Ghirri o l’ossessione per i dettagli di Domenico Gnoli, i teatrini metafisici di de Chirico, Savinio e de Pisis e l’attenta orchestrazione dell’immagine delle nature morte di Giorgio Morandi».

«La mostra – spiega lo stesso l’artista – orbita, idealmente, attorno a un centro nel quale trovano sede quattro forme di autoritratto».

Scorrendo il percorso espositivo, si legge nelle note introduttive, «si afferma costantemente il tema del doppio, attraverso riflessi, abbinamenti, dialoghi con i dipinti della collezione del museo, ripetizioni e varianti fino a incontrare un autoritratto pittorico che Benvenuto ha concepito come “solitario”, unico a scrutare il vuoto, enigma apparentemente senza corrispondenza, ma decisivo indizio per considerare tutta l’opera dell’artista come suo necessario rispecchiamento».

La mostra è illustrata da un ampio catalogo con un testo di Gianfranco Maraniello, il contributo critico di Massimiliano Gioni e un approfondimento realizzato da Daniela Ferrari“.

Queste le riflessioni di Giorgio Denti, che ringrazio per averle condivise in queste pagine.

“Leggendo dal catalogo di Carlo Benvenuto e specificatamente la conversazione con Carlo Benvenuto, mi trovo in parte d’accordo con le idee da lui espresse durante l’intervista ed anche espresse negli altri scritti, relativamente all’arte astratta e concettuale, ho fatto queste riflessioni:

  • Perché dare un titolo all’opera o ad un oggetto se non per l’uso.
  • Cosa ne rimane del sentire comune nel momento in cui l’opera o l’oggetto viene abbandonata o dismesso.
  •  La libertà dell’oggetto o dell’immagine sta nel “senza titolo”? o nella libertà interpretativa di chi guarda o utilizza.
  • Perché non tutti cogliamo le stesse sensazioni e cogliamo aspetti diversi dall’osservare.
  • Il senza titolo sta nella libertà dell’autore o inventore nel rendere libero il suo pensiero, che non necessariamente illustra l’oggetto o l’immagine.
  • E’ciò che trascende che si fa simbolo di più pensieri e interpretazioni.
  • Forma, colore, luce, chiaro, scuro sono i fautori dei pensieri, interpretazioni, sensazioni, visioni, ecc.
  • La spiritualità di un’opera o di un oggetto dove si nasconde?
  • L’ombra nelle opere: mistero? Solidità? O altro.
  • Oggetto: oggetto misterioso? Rappresentazione di? Cosa nasconde? Idolo? Significato?

Ci sarebbero tante altre domande che ci potremmo fare e alle quali, se volessimo entrare senza timore in noi stessi, riusciremmo a dare una risposta. Per fare ciò credo si debbano abbandonare tutte le convenzioni sovrastrutturali che ci impediscono di vedere oltre, di entrare con libertà in un mondo che troppo spesso le convenzioni ci additano come pauroso e pericoloso. L’arte della fotografia ci può aiutare vedere ciò che non appare, esprimere un concetto per il quale le parole non esistono. Esercitarsi nel vedere al di là e attraverso le cose. Metafisica. Surrealismo. Conscio. Inconscio. Altro?”

INFO. MartRovereto Corso Bettini, 43 38068 Rovereto (TN)
T. 800 397760  T.+39 0464 438887 info@mart.trento.it www.mart.trento.it

Orari mar-dom 10.00-18.00 ven 10.00-21.00 lunedì chiuso
Tariffe Intero 11 Euro Ridotto 7 Euro Gratuito fino ai 14 anni e persone con disabilità

NOTA. L’immagine dell’opera rappresentata è stata inserita esclusivamente per corredare il presente articolo di presentazione della mostra in osservanza a quanto indicato nelle note dell’Ufficio stampa della rassegna