LA STREET ART DI MAXI ORSINI FRA MUSICA E COLORE

BIOGRAFIA. Sono nato nel 1982 a San Donato Milanese (MI) – racconta Maxi Orsini – dove ho studiato e vissuto fino al 2015 coltivando le passioni per la musica, il disegno e lo sport.

Ho iniziato a disegnare seriamente al liceo, inizialmente fumetti, per riviste locali e siti web, poi sono passato alla pittura fino ad arrivare all’utilizzo di bombolette spray e stencil. Con il passare degli anni la mia produzione si è intensificata e si è concentrata quasi esclusivamente sulla Stencil Art.

Sono sempre stato attratto dalla street art anche se ho sempre preferito supporti standard piuttosto che i muri delle città, sin da piccolo ho ammirato lavori di Basquiat, Keith Haring, Bleck le Rat e Banksy. Come la maggior parte degli street artist, i miei lavori mescolano con colori intensi le mie passioni e i miei ideali. Faccio parte del collettivo Artisti Padernesi con cui espongo regolarmente.

Nel giugno 2019 ho partecipato al premio Mario Tapia di Peschiera Borromeo vincendo il premio assegnato dal pubblico”.

STILE. «Gli stilemi presenti nella ricerca creativa di Maxi Orsini rivelano una precisa connotazione estetica che conduce direttamente al cuore del suo pensiero, indirizzato verso una ricerca incessante votata alla sperimentazione.

Questa intonazione consente all’artista di praticare in maniera personale i sentieri della Street Art realizzando opere connotate da specifici significati che non risultano mai criptici, ma anzi cercano, senza aprioristiche censure, un “dialogo” diretto e immediato con l’osservatore, quasi a volerlo fare partecipe di ciò che ha originato un determinato quadro.

Ne sono prova lavori in cui anche soggetti figurativi tradizionali, come ad esempio un gatto, sul quale esiste una iconografia infinita, diventano motivo per una traduzione dinamica. Nel caso di A cat with a fluo, il felino viene raffigurato mediante vibranti tocchi di colore che quasi esondano, formando un caleidoscopico dripping di memoria pollockiana e che pertanto si coagulano ed estendono anche “dentro” e “oltre” la mera superficie del supporto.

Un’altra componente peculiare della ricerca di questo eclettico creativo è data dall’elemento musicale, inteso innanzitutto come legame diretto con il mondo delle note, a cui Maxi dedica tra l’altro un brillante omaggio a Louis Armstrong, che dalla penombra emerge con la sua tromba rivolgendosi verso gli astanti, quasi a ribadire il senso di una delle sue frasi più celebri: “la musica non vale nulla se non puoi riversarla sul pubblico”.

Ma scorrendo la quadreria di Maxi, si può parlare di musicalità anche per quella costante ricerca di equilibrio armonico, visivo e visuale, che emerge in quei pezzi articolati da precisi tagli, quasi fotografici, dove lo zoom porta l’attenzione su alcuni determinati particolari, come gli occhi sensitivi dell’opera intitolata Attesa, che introducono direttamente il fruitore in seno al fulcro del quadro in maniera assolutamente sorprendente». (Simone Fappanni)

GALLERIA. Di seguito viene presentata una serie di opere appositamente selezionate dall’artista.

bmd