L’ABBANDONO: MOSTRA PITTORICA E FOTOGRAFICA

Un dipinto di Rosalia Corbani

MILANO. S’inaugura mercoledì 19 marzo, alle 17,30, all’Accursio di Milano, la mostra fotografica e pittorica “L’abbandono”. In esposizione, fino al 19 aprile, gli scatti dei fotografi Felice Battaglia, accanto a quelli del cremonese Davide Volpi, e i dipinti di Rosalia Corbani, anch’essa residente in città. Si tratta di un tema di spessore universale, dalle forti componenti psicologiche che toccano l’intimità umana nel profondo. L’esposizione è curata da Simone Fappanni e Roberta Folatti.

Presente nell’arte antica, questo motivo ha spesso assunto connotazioni simboliche legandosi al mito, come si osserva in quelle opere che rappresentano, ad esempio, Arianna abbandonata da Teseo, alludendo a un destino tragico ed ineluttabile.

Col Medioevo e, più ancora con il Rinascimento, l’abbandono si lega spesso a raffigurazioni legate al destino dopo la morta, in una dimensione sacra profonda, spesso allusiva, contrassegnata da un senso di caducità delle cose.

Davide Volpi, ILA, Vercelli

Un senso di desolazione si nota anche in certi brani naturamortisti seicenteschi, come le celebri vanitas “vanitas” di Pieter Claesz, così come in diversi soggetti barocchi, permeati da accentuata teatralità.

La solitudine, intesa come dimensione a cui abbandonarsi a una serena meditazione si avverte, invece, con il Romanticismo, grazie al quale si ha una maggiore apertura verso l’introspezione mimetica.

Con i movimenti di ricerca, come l’espressionismo e il surrealismo, il tema dell’abbandono si lega a fugaci momenti di solitudine.

A proposito dell’abbandono, l’arte moderna si orienta sia a coloro che vengono abbandonati per le più svariate ragioni, sia a luoghi, peraltro oggi oggetto di attenzione di una particolare esplorazione, la cosiddetta urbex.

Guardando ai lavori in mostra, come scrivono i curatori, «c’è una sensazione particolare legata ai ruderi, ai villaggi abbandonati: quella di attraversare una frontiera invisibile, una sensazione che ritorna ogni volta che si entra in luoghi corrosi dal tempo.

Uno scatto di Felice Battaglia

Le fotografie di Felice Battaglia e di Davide Volpi accostate ai suggestivi dipinti di Rosalia Corbani sono un viaggio attraverso l’abbandono, fatto di rovine fisiche, tangibili, ma anche di sensazioni intangibili come fantasmi. Il passato persiste e ci racconta qualcosa, commuovendo e inquietando al medesimo tempo».

Un impiego raffinato della luce si osserva nei lavori di Battaglia, così come un senso di scoperta e di emersione di aspetti legati all’interiorità. In Volpi si nota un’acuta osservazione del reale, specie di quei luoghi un tempo pulsanti di vita e ora disabitati, mentre in Corbani si ravvisano, nei colori che si coagulano in atmosfere silenti, ambienti e spazi abbandonati in cui si ravvisano “tracce” di chi li ha abitati.