L’ARTE DI ARTEMISIA GENTILESCHI IN UNA CONFERENZA “SOTTO LE STELLE”

S. Vouet, Ritratto di Artemisia Gentileschi, fonte: wikipedia

PIEVE SAN GIACOMO (CR). La Poloco, Ancos Provinciale, “Raccolta Oggetti d’epoca” Lizzardi-Lucini, con il Patrocinio dell’amministrazione comunale, promuovono la rassegna “Estate sotto le stelle. Chiacchere e non solo”.

La rassegna si apre martedì 5 luglio alle ore 21,15 presso il Cortile d’altri tempi (dietro al Palazzo Comunale) con l’incontro “Artemisia Gentileschi. Una donna che volle fare l’artista”.

Relatore sarà l’insegnante, critico e storico d’arte Simone Fappanni, autore del libro Ti racconto Artemisia Gentileschi. L’artista del tèlos, uscito in questi giorni nella collana dei Quaderni di Palazzo Duemiglia.

La vita della grande romana, fra le maggiori protagoniste del Barocco, verrà ripercorsa attraverso alcune delle sue opere più importanti che affrontano temi attualissimi, a cominciare da quello della violenza sulle donne.

Al termine è previsto un momento musicale con il pianista Marco Brunelli.

La stessa Gentileschi, com’è noto, fu al centro di discriminazioni e subì uno stupro, a cui seguì un processo in cui, per accertare se fosse realmente vittima di questo terribile atto, su sottoposta a torture. L’incontro si rivolge non soltanto agli esperti, ma anche a tutti coloro che desiderano conoscere o approfondire una personalità complessa che ha trovato nell’arte il modo per emanciparsi in un contesto storico, quello seicentesco, che relegava le donne ai margini del mondo delle Beaux-Arts.

La lettura delle tele della pittrice si configura, quindi, come un viaggio alla scoperta di un talento assoluto, capace di dare vita ad immagini particolarmente evocative in grado di coinvolgere profondamente. Dai primi passi nella fiorente bottega del padre, Orazio Lomi Gentileschi, dove ha iniziato a mettere in mostra le sue doti creative cristallina, fino ai soggiorni in Toscana, a Napoli, a Venezia e persino in Inghilterra, Artemisia ha sempre espresso un’arte con caratteri alquanto personali, riuscendo persino a guadagnarsi la fiducia di importanti committenti, grazie anche alla brillante capacità di gestire la diffusione dei suoi quadri.

E seppure i suoi riferimenti principali sono stati, molto probabilmente, l’illustre padre e Caravaggio, peraltro mai imitati pedissequamente, ma anzi presi quasi “a modello” per plasmare il suo stile, ha realizzato una quadreria che si connota per un’ampia gamma di soggetti.

Tant’è vero che la sua produzione spazia agilmente dal sacro al mitologico, passando per la ritrattistica, con particolare attenzione a quelle eroine del passato che sono diventate emblema di libertà, mentale prima ancora che fisica, in cui per certi versi pare di “ritrovare” – com’è stato fatto osservare dalla critica – la stessa Gentileschi. Per informazioni, fappanni71

Martedì 12 luglio sarà la volta di Agostino Melega, che parlerà della Divina Commedia in dialetto, con momento musicale di Daniela Frigeri, mentre martedì 19 luglio verrà presentato il volume “Aneliti di speranza”, introdotto da Anna Maramotti, con momento musicale di Ilaria Abruzzi. Al termine di ogni sera sarà presentato un oggetto d’epoca. Ingresso libero, rinfresco gratuito al termine di ogni incontro.

Locandina della rassegna

AGGIORNAMENTI

CRONACA DELL’INCONTRO

Ha suscitato molto interesse la serata inaugurale della rassegna  “Estate sotto le stelle. Chiacchere e non solo” promossa da Proloco, Ancos Provinciale, “Raccolta Oggetti d’epoca” Lizzardi-Lucini, con il Patrocinio dell’amministrazione presso il Cortile d’altri tempi(dietro al Municipio). Dopo l’introduzione del sindaco, Maurizio Morandi, affiancato dal consigliere Vittorio Pellegri, coordinatore dell’evento, il critico Simone Fappanni si è soffermato sulla figura di Artemisia Gentileschi, grande artista barocca, simbolo della forza e del coraggio delle donne. La pittrice romana, infatti, è stata vittima di uno stupro e di discriminazione, tanto da essere dimenticata a lungo. «Le ragioni di questo oblio – ha detto Fappanni – sono diverse e oggetto di discussione fra i critici. Le principali sono legate al fatto che, nel Seicento, era rarissimo che una donna potesse riuscire ad avere tanto successo nell’arte. Anzi, erano praticamente escluse dai consessi e dalle accademie che potevano spianare la strada ad ottenere importanti commissioni. Pertanto, dopo la sua morte, cadde nell’oblio. Inoltre, molti suoi lavori furono attribuiti al padre, Orazio Gentileschi. Non da ultimo, com’è noto, fu vittima di stupro e il processo che ne derivò ebbe un grande clamore. Venne addirittura torturata e sottoposta a pubbliche visite ginecologiche per “accertare la verità”. Lei confermò tenacemente di essere stata violentata. Purtroppo l’autore di questo atto inqualificabile ottenne una condanna ridicola, ovvero lasciare Roma, la città dove lavorava. E l’opinione pubblica, per usare un termine moderno, non si schierò con lei, tant’è vero che si guadagnò l’ingiusta nomea di persona poco seria». Il relatore, autore del volume Ti racconto Artemisia Gentileschi. L’artista del tèlos, uscito in questi giorni nella collana dei Quaderni di Palazzo Duemiglia, ha ripercorso la vita dell’artista attraverso i suoi capolavori proiettati attraverso slide. La lettura delle principali opere della pittrice si è configurata, quindi, come un viaggio alla scoperta di un talento assoluto, capace di dare vita ad immagini particolarmente evocative in grado di coinvolgere profondamente. Dai primi passi nella fiorente bottega del padre, Orazio Lomi Gentileschi, dove ha iniziato a mettere in mostra le sue doti creative cristalline, al doloroso processo per la violenza subita, fino ai soggiorni in Toscana, a Napoli, a Venezia e persino in Inghilterra, Artemisia ha sempre espresso un’arte con caratteri alquanto personali, riuscendo persino a guadagnarsi la fiducia di importanti committenti, grazie anche alla brillante capacità di gestire la diffusione dei suoi quadri. A seguire un applaudito momento musicale con il giovane pianista Marco Brunelli, mentre al termine della serata Marco Benassi Simonetta Tamagni hanno presentato un fonografo, antenato del grammofono. Il prossimo appuntamento è per martedì 12 luglio.

CRONACA DEL SECONDO INCONTRO

Anche in questo incontro si è vista premiare l’intuizione di far dialogare due muse dell’arte: musica e lingua dialettale predisponendo gli amanti del “bello” ad ascoltare e ammirare: Agostino MELEGA, Esperto di Arti e Tradizioni popolari che ci ha introdotto sul tema “LA DIVINA COMMEDIA in DIALETTO CREMONESE” e alcuni allievi della Scuola di Musica di Daniela FRIGERI che si sono avvicendati al pianoforte intrattenendo piacevolmente il pubblico.

L’ambientazione della serata, coordinata da Vittorio PELLEGRI e ripropostacon alcuni cambiamenti espositivi, è stata il risultato positivo di un lavoro sinergico di diversi individui e realtà associative locali e cremonesi, coinvolti in momenti di piacevole fascino alla ricerca di nuove esperienze di socialità.

Agostino MELEGA, intrattenitore persuasivo del linguaggio vernacolare cremonese, si è proposto all’attenzione degli uditori con la sua “verve incisiva del saper fare” nel suo espressivo linguaggio dialettale … una vera “opera d’arte” che ogni volta, sa plasmare con la sua mimica, sonorità ed intensità in un ascolto veramente accattivante.

Declamare alcuni Canti della Divina Commedia, come Dante li ha scritti, possono essere motivo di esercitazione oratoria per attori del mestiere che, ricercando “l’animus toscano”, imprimono tutta l’armonia che ne deriva dal recitare terzine e quant’altro scritto del Sommo Poeta.

Ma quando, tutto ciò diventa motivo di traduzione nel dialetto locale, allora qui, l’anima dell’artista declamatore (in questo caso il nostro carissimo Agostino MELEGA), diventa vero spirito vivente che aleggia nelle vibrazioni dell’anima dell’ascoltatore.

Così è stato per questo momento serale, dove ognuno dei presenti ha potuto assaporare la bellezza della parlata dialettale che sa trasformarsi in poesia profonda, struggente e vivace, colorita e intrisa di forza.

 Agostino MELEGA questo sa fare ogni qualvolta si cimenta in queste espressività, trascinatrici di attenzione e piacevole ascolto; il suo argomentare sui temi vernacolari, racchiude ogni volta, espressività, frutto di studi e conoscenze, di ricerche e motivazioni con la volontà di lasciare una testimonianza concreta della nostra tradizione padana.

GLI ALLIEVI DELLA SCUOLA DI MUSICA per pianoforte di Daniela FRIGERI: quattro giovani talenti che, per la prima volta, si sono presentati al pubblico con sonate varie, tutte affabilmente coordinate dalla loro insegnante, che sono state apprezzate dai presenti.

I giovani talenti (Giorgia G. di sei anni e Luca C., Emma C. e Fabrizio P. quindicenni o poco più), hanno saputo catturare l’ascolto del pubblico che in questa borgata, vanta una lunga tradizione musicale con la presenza della ditta “Tamagni Pianoforti” che, sin dalle sue origini, (anni “50) attraverso la perseveranza del compianto fondatore Attilio, ha incentivato la promozione di una scuola di musica per i bambini aiutandoli a diventare possibili talenti nelle varie discipline musicali.

Prima del saluto finale e del ringraziamento del Sindaco con la consegna degli attestati agli alunni, Simonetta TAMAGNI ha presentato l’“oggetto curioso” preparato per questa serata: un “GRAMMOFONO PORTATILE A MANOVELLA”, realizzato negli anni “30 da “La Voce del Padrone” e qui presentato nella versione 101, impreziosito dal bauletto color rosso marocchino.

L’audizione di un disco con la voce di Luciano Tajoli, per gli over 60 è stato un piacevole ricordo di un tempo … per i giovani presenti è stato motivo di curiosità che la presentatrice ha saputo soddisfare attraverso aneddoti del passato…

Inoltre, dalla Collezione LIZZARDI-LUCINI, abbiamo ammirato l’allestimento “Collezione di Ventagli”, di diversa fattura e dimensione; si va da quelli per l’arredamento della casa a quelli di uso personale, diversi per ogni occorrenza

Alcuni di questi sono preziosi per il materiale impiegato, per il decoro dipinto a mano, per gli intagli e le finezze esotiche … inoltre per il suo utilizzo esiste uno specifico linguaggio che ne esprime le intenzioni del proprietario.