L’ARTE DI CARAVAGGIO TRA FRUTTI E FIORI: CONVERSAZIONE AL CASTELLO DI PADERNA CON  FAPPANNI

“Canestra di frutta” (1599, Pinacoteca Ambrosiana, Milano) fonte immagine: Wikipedia

PADERNA. In occasione della nuova edizione de I Frutti del Castello, alla rocca di Paderna, in provincia di Piacenza, Simone Fappanni terrà oggi pomeriggio una conferenza su “L’arte di Caravaggio tra frutti e fiori” nell’area eventi alle ore 15,30. Modera l’incontro Mimma Pallavicini.

Michelangelo Merisi, Caravaggio, è uno dei pittori più importanti della storia dell’arte. Il suo stile rivoluzionario ha segnato una svolta epocale nel modo di rappresentare la realtà grazie a un’eccezionale attenzione ai dettagli e a un uso drammatico della luce e del chiaroscuro. Uno degli aspetti più affascinanti del suo lavoro è la rappresentazione di frutti e fiori, che compaiono frequentemente nelle sue opere non come elementi decorati o accessori, ma essenziali, per comprendere la composizione. Il critico e storico d’arte Simone Fappanni guiderà alla scoperta dei principali dipinti del maestro che affrontano questi soggetti, a cominciare dalla Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana al Bacco degli Uffizi, dal Fanciullo con canestro di frutta della Galleria Borghese al Ragazzo morso da un ramarro della National Gallery, senza dimenticare altri importanti tele di assoluta importanza, proponendo, nella conversazione, curiosi aneddoti sulla tumultuosa vita dell’artista.

“Canestra di frutta” (1599, Pinacoteca Ambrosiana, Milano)

Uno dei più celebri esempi di natura morta nella produzione di Caravaggio è la “Canestra di frutta”. Questo dipinto rappresenta un canestro colmo di frutti disposti con apparente casualità. Tuttavia, l’attenzione ai dettagli rivela una profonda conoscenza della botanica e un’osservazione meticolosa della natura. I frutti sono rappresentati in diverse fasi di maturazione e decomposizione, con uve, mele, pere e fichi che mostrano segni di appassimento e macchie. Questo realismo crudo suggerisce il tema della caducità della vita e della fugacità della bellezza. La canestra è posta su un piano inclinato, creando un’illusione di instabilità che richiama l’idea di un equilibrio precario.

“Bacco” (1596-1597, Galleria degli Uffizi, Firenze)

Nel dipinto “Bacco”, Caravaggio raffigura il dio del vino in una posa rilassata, con una corona di foglie di vite e grappoli d’uva. Davanti a lui, un tavolo su cui sono posizionati un calice di vino e un vassoio con vari frutti, tra cui mele, uva, fichi e una melagrana. La frutta, rappresentata con una precisione quasi fotografica, è un altro esempio della capacità di Caravaggio di catturare la realtà con uno sguardo impietoso. La melagrana, con i suoi numerosi semi, è spesso simbolo di abbondanza e fertilità, mentre il vino e l’uva richiamano i piaceri sensoriali e la decadenza.

“Fanciullo con canestro di frutta” (1593-1594, Galleria Borghese, Roma)

In questo dipinto, Caravaggio rappresenta un giovane ragazzo che tiene un canestro colmo di frutta. Il cesto contiene uva, mele, pesche e melagrane, ognuna rappresentata con grande attenzione ai dettagli. Il giovane ha un’espressione pensierosa, quasi malinconica, e il gioco di luci e ombre sul suo viso e sui frutti accentua il realismo della scena. L’opera può essere interpretata come una riflessione sulla transitorietà della giovinezza e della bellezza, temi comuni nell’arte del periodo barocco.

“Ragazzo morso da un ramarro” (1596-1597, National Gallery, Londra)

Questo dipinto ritrae un ragazzo che reagisce al morso improvviso di un ramarro mentre tenta di afferrare dei frutti. Sul tavolo sono visibili un ramo di ciliegie e un ramo di gelsi, entrambi colmi di frutti. Il gesto improvviso del ragazzo e l’espressione di sorpresa e dolore sono catturati con una maestria senza pari. I frutti qui rappresentano il piacere e l’innocenza, mentre il ramarro può simboleggiare la pericolosità nascosta dietro l’apparente bellezza della vita.

“Il suonatore di liuto” (1596, Museo dell’Ermitage, San Pietroburgo)

In “Il suonatore di liuto”, Caravaggio raffigura un giovane con un liuto, circondato da strumenti musicali e uno spartito. Sul tavolo davanti a lui sono disposti un vaso con fiori e un piatto con frutti come uva, mele e fichi. La composizione esprime un’atmosfera di raffinata eleganza e sensualità. I fiori e i frutti, simboli di bellezza e fugacità, accompagnano la musica, un’arte che per sua natura è effimera. L’opera invita lo spettatore a riflettere sulla brevità della vita e la transitorietà dei piaceri terreni.

“Cena in Emmaus” (1601, National Gallery, Londra)

Nella “Cena in Emmaus”, Caravaggio rappresenta il momento in cui Cristo risorto si rivela ai due discepoli durante un pasto. La tavola è imbandita con un piatto di pollo arrosto, pane e frutta. In particolare, spiccano i grappoli d’uva e una mela, simboli del sacrificio di Cristo e del peccato originale. La frutta è rappresentata con un realismo straordinario, evidenziando l’abilità di Caravaggio nel riprodurre la realtà con fedeltà. La luce che colpisce la tavola e i personaggi crea un potente contrasto, accentuando l’atmosfera sacra della scena.

“Giuditta e Oloferne” (1598-1599, Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma)

Nel drammatico dipinto “Giuditta e Oloferne”, Caravaggio rappresenta la scena biblica in cui Giuditta decapita il generale assiro Oloferne. Sebbene l’attenzione principale sia sulla figura di Giuditta e sull’azione violenta, si possono osservare dettagli di frutti sul tavolo accanto ai protagonisti. Tra questi, una mela e un grappolo d’uva, che richiamano simbolicamente la tentazione e il peccato. Anche in questo caso, l’artista utilizza frutti e fiori non solo come elementi decorativi, ma come simboli profondi all’interno della composizione.