ROMA. Francesca Antonini Arte Contemporanea presenta un nuovo progetto di Monica Carocci (Roma, 1966), introdotto da un testo di Cristiana Perrella.
Questo il testo che introduce la rassegna visitabile su prenotazione fino al 5 giugno.
A quattro anni dalla prima mostra in galleria, Francesca Antonini Arte Contemporanea presenta un nuova personale di Monica Carocci (Roma, 1966), introdotta da un testo di Cristiana Perrella.
L’artista ha prodotto per questa occasione due serie inedite, che scaturiscono dalla necessità di ripensare il lavoro alla luce delle contingenze degli ultimi mesi. L’obbligo di ridurre al minimo i movimenti, da cui la rinuncia alle consuete flâneries e la difficoltà di raggiungere la camera oscura, l’hanno portata a riflettere con precisione sulla responsabilità di cosa e come fotografare. Monica Carocci ha reinterpretato il proprio metodo e individuato quale parte della realtà mostrare, da quale prospettiva e con quale intonazione. Tenacemente ancorata alla natura — tema che ne ha sempre innervato la ricerca — si è rivolta verso una porzione domestica di essa, l’unica che nel momento di lockdown era possibile osservare con tempi sufficientemente dilatati: fiori freschi, selvatici o recisi, colti nelle aiuole o acquistati in vivaio. L’artista ha anche intrapreso una piccola rivoluzione tecnica, approdando al digitale con l’adozione di una fotocamera a infrarossi che reagisce alle variazioni di luce e temperatura e le traduce in cromie antinaturalistiche. Con l’allentarsi delle restrizioni Carocci ha recuperato la ricognizione della natura “dal vivo”, ed esplorato i parchi di Torino per esercitare uno sguardo rinnovato e dirompente. L’artista ha operato un repentino ribaltamento di prospettiva, scambiato terra e cielo, acqua e nuvole e consegnato all’osservatore una lettura alternativa, dove natura, città e spazi abitativi diventano visioni aliene, marziane, dal fascino straniante. Protagonisti di NuvoleAlte sono quindi gli esiti di un pensiero sulla costruzione delle immagini e il nostro rapporto con esse, che si è modificato così in profondità negli ultimi mesi: la scelta ineludibile del digitale sintetizza la pervasività del rapporto con gli schermi, mentre la possibilità di manipolazione tecnica è utilizzata come uno strumento per forzare i procedimenti di decodifica veloci e superficiali a cui siamo ormai assuefatti.
Nata a Roma nel 1966, vive e lavora a Torino. Nel 2016 ha presentato la personale Outer Space presso la galleria Antonini di Roma; nello stesso anno il suo lavoro è stato incluso nel riallestimento della collezione permanente della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Nel 2017 ha partecipato alla collettiva L’altro sguardo alla Triennale di Milano e Liberi Tutti, a cura di Cristiana Perrella e Luca Beatrice al Museo Ettore Fico di Torino. Dello stesso anno la collettiva FORT / DA, Risonanze e intermittenze del fotografico, a Casa Masaccio (San Giovanni in Valdarno, AR) a cura di Cristiana Collu e Saretto Cincinelli. É attualmente tra le protagoniste della mostra Io dico io, a cura di Cecilia Canziani, Lara Conte e Paola Ugolini alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma.
INFO
Francesca Antonini Arte Contemporanea Via di Capo le Case, 4 00187 ROMA Tel. +39 06 67 91 387 info@francescaantonini.it www.francescaantonini.it Martedì – Venerdì 12.00 – 19.00 Sabato 10.30 – 13.30