LE “PAROLE IN SCATOLA” DI CONTU ALLO SHOWROOM DEL CENTRO ARTE PERINI

Un’opera in mostra

CASTELVETRO P.NO Lo showroom annesso al Centro Arte Perini presenta, dall’11 febbraio al 10 marzo, la mostra personale di Tiziana Contu dal titolo “Parole in scatola”, a cura di Simone Fappanni e Caterina Ghisu.

«Nei lavori che compongono questa mostra, spiega, non ho utilizzato fili e tessuti come faccio in genere, ma ho usato le parole: faccio “parlare gli oggetti”.  Oggetti raccolti sulla spiaggia, ritrovati, custoditi gelosamente nel fondo di un cassetto, vecchie foto. Oggetti per altri, forse, senza valore ma che ai miei occhi diventano, a volte con ironia a volta con emozione, veicolo di comunicazione con chi stando ad ammirarli parla con se stesso, con il proprio intimo.

 Armata della mia cara Olivetti Lettera22 ho composto dei testi che insieme agli oggetti ho racchiuso in piccole scatole di legno. Sono scatole aperte, non hanno chiusure o coperchi perché il messaggio, il sentimento, la riflessione che voglio stimolare sia libera di volare da me, che le ho pensate e create a chi si riconosce in quell’oggetto usuale, in quelle parole sussurrate».

Le mini-opere tridimensionali, che non superano i venti centimetri di lunghezza e i sei di altezza, diventano, quindi, una progressiva scoperta a mano a mano che ci si addentra negli spazi di Località Ponte 7.

«Mi piace citare una frase di Maria Lai, continua l’artista, “Io giocavo con grande serietà, poi qualcuno incominciò a chiamarla arte”. Ecco, per me è proprio così. Creo da quando ero bambina. Sono figlia di artigiani che non hanno assecondato la mia vena artistica ma che mi hanno insegnato ad usare i materiali. I fili da mia madre sarta, i colori e le vernici da mio padre carrozziere.

Caratterizzata da una fervente curiosità, ho costruito il mio percorso artistico da Fiber Artist seguendo l’istinto. Ho sempre ricercato di comunicare le emozioni con le mie opere, prima che con le parole. Libera da vincoli o costrizioni sperimento tecniche, materiali, prediligendo i lavori con i fili e con la carta».

Nata e residente a Cagliari, interessata agli aspetti creativi delle attività artigiane approda, allo studio della ceramica, della pittura su tessili, della tessitura, conseguendo importanti riconoscimenti.

«Mi dedico allo studio – aggiunge – del canto Polifonico e del canto lirico. Con alcune appassionate in ambito corale, ho fondato l’associazione culturale “Tirirìnnia” (in sardo “tela di ragno”), con obiettivo di studiare relazioni fra ritmo del telaio e ritmo vocale/musicale, dando vita ad azioni sceniche in cui voci e suoni generati dalla tessitura si fondono ispirandosi alla tradizione del “telaio cantato”. Nel mio laboratorio di Cagliari creo delle opere a carattere catartico e aneddotico, unendo tessitura, ceramica, carta ad objets trouvèes, ricerco il potenziale evocativo  di fili ingarbugliati e dipanati di cotone, di lino, di seta, con fili di rame e ferro. Partendo dall’incontro/scontro dei materiali accostati per attrazione tattile, cromatica e olfattiva, racconto, come fa la penna di uno scrittore, emozioni di vita»..

(Simone Fappanni)