FIRENZE. Le ragnatele possono essere considerate opere d’arte? A quanto pare sì, almeno visitando la mostra di Tomás Saraceno allestita fino al 1 novembre a Palazzo Strozzi.
«Saraceno – spiegano gli organizzatori – crea opere immersive che invitano a cambiare punto di vista sulla realtà e a entrare in connessione con fenomeni ed elementi non umani come polvere, ragni e piante che diventano protagonisti delle sue installazioni e metafore della nostra percezione del cosmo. La mostra, suo più ampio progetto mai realizzato in Italia, esalta il contesto storico e simbolico di Palazzo Strozzi e di Firenze attraverso un profondo e originale dialogo tra Rinascimento e contemporaneità, proponendo un cambiamento del modello di riferimento: dall’uomo al centro del mondo, all’uomo come parte di un universo in cui ricercare una nuova armonia».
S’inizia con l’installazione Thermodynamic Constellation (Costellazione termodinamica) una nuova installazione composta da sfere sospese che rappresentano tematiche ambientali. Segue la serie delle Arachnomancy Cards (Carte da Aracnomanzia), trentatré fogli ispirati al dualismo vivente-non vivente e, a seguire, i lavori intitolati Connectome (Connettoma), Sounding the Air (Suonando l’aria) e Webs of At‐tent(s)ion (Reti di at‐tenz(s)ione, How to Entangle the Universe in a Spider/Web? (Come impigliare l’Universo in una ragnatela?) Aerographies (Aerografie), A Thermodynamic Imaginary e altri lavori che consentono una vera e propria “inclusione” con le opere che vanno ben oltre il mero dialogo.
«L’arte di Tomás Saraceno ci fa riflettere su problemi e sfide caratteristici della nostra era – l’Antropocene – divenuti sempre più urgenti, come l’inquinamento, i cambiamenti climatici, la sostenibilità, il superamento di barriere geografiche e sociali», aggiunge Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi e curatore della mostra. «A Palazzo Strozzi la ricerca artistica di Tomás, che con la sua visione aperta e interconnessa schiude mondi utopici e allo stesso tempo reali, viene ulteriormente amplificata di senso e resa esteticamente unica dal confronto con il nostro edificio, simbolo dell’Umanesimo. Il titolo della mostra – Aria – oltre a riferirsi a temi ed elementi caratteristici
del lavoro dell’artista, vuole essere un monito al rispetto del pianeta e della sua atmosfera, ormai criticamente compromessa, e prefigurare il passaggio ad una nuova era geologica – l’Aerocene – incentrata proprio su questo preziosissimo elemento, ha anche implicazioni musicali, data la presenza nell’esposizione del ritmo delle vibrazioni delle ragnatele e della sonificazione delle onde gravitazionali provenienti dall’Universo. Un approccio interdisciplinare che ci fa percepire la complessa rete che collega l’uomo sia al microcosmo delle particelle, sia al macrocosmo dei mondi».
Info: PALAZZO STROZZI Orario mostra Lunedì-venerdì 14.00-20.00 Giovedì fino alle 23.00 Sabato e domenica 10.00-20.00
NOTA. L’immagine dell’opera rappresentata è stata inserita esclusivamente per corredare il presente articolo di presentazione della mostra in osservanza a quanto indicato nelle note dell’Ufficio stampa della rassegna