LEONARDO E LA ROMAGNA IN UN MUSEO STRAORDINARIO

Leonardo da Vinci, Mappa di Imola

SOGLIANO. Ospitato presso il Palazzo Soglianese della Cultura, ovvero Palazzo Marcosanti-Ripa (p. della Repubblica), il Museo “Leonardo da Vinci e la Romagna” è dedicato al periodo che Leonardo trascorse in questa regione al servizio di Cesare Borgia. Un’occasione per conoscere questo territorio attraverso l’acuto spirito indagatore del più grande genio del Rinascimento.

Due le sezioni: scientifica ed etnografica. La prima raccoglie copie di studi e disegni inerenti aspetti di fisica, di meccanica e di idraulica, realizzati da Leonardo durante il suo soggiorno in Romagna (1502), nonché documenti e ricerche sugli appunti di Leonardo.

Nella sezione etnografica sono raccolti studi sugli usi e costumi della tradizione romagnola del XVI secolo, con particolare riferimento ai temi dell’acqua, del suono, della natura.Le osservazioni leonardesche, giunte sino a noi attraverso i manoscritti, aprono una straordinaria finestra sulla storia di questo territorio, in grado di mostrare gli aspetti architettonici delle città, di rievocare le tradizioni e gli usi popolari smarriti nel corso del tempo.

Dai fogli degli appunti riemerge la rara testimonianza etnologica di una cultura a noi remota, dalle inclinazioni semplici e a volte geniale per l’unicità delle soluzioni che sorpresero lo stesso Leonardo.Il genio fiorentino giunse in Romagna con l’incarico avuto dal duca Valentino di verificare lo stato delle infrastrutture difensive localizzate nel territorio conquistato.

Durante molti mesi soggiornò e lavorò a Rimini, Cesena, Cesenatico, Faenza e Imola, ponendo un grande impegno tecnico e culturale nello studio delle fortificazioni che lo portò a definire anche la mappa di Imola, il progetto del porto canale di Cesenatico e la carta fisica della Romagna.

Leonardo appuntava tutto in un piccolo taccuino tascabile (oggi catalogato come Codice L e conservato presso la Biblioteca dell’Istitut de France a Parigi), sul quale tappa dopo tappa, luogo dopo luogo, annotava schizzi, idee, invenzioni, pensieri.(le tappe del viaggio).

L’8 agosto 1502 Leonardo giunse a Rimini dove annotò, tra l’altro, l’armonia delle cadute d’acqua della fontana “della pigna”.

Il 10 agosto era alla fiera di San Lorenzo” a Cesena, dove effettuò il rilievo delle mura e lasciò altre note e schizzi di fortificazioni. Il 6 settembre si trovava a Cesenatico dove disegnò una planimetria del porto canale e una veduta a volo d’uccello del borgo marinaro.

Si spostò quindi a Faenza dove abbozzò uno schizzo della cattedrale, ancora in costruzione, e ammirò lo struggente calanchivo della valle del Lamone definendolo “terra da far boccali”, prima di giungere il 10 settembre a Imola, dove fu per tre mesi.(curiosità)Nelle due sale del museo trovano posto anche la mappa con le tappe del viaggio di Leonardo in Romagna e alcuni modelli, tra cui “la finestra di Cesena”, “il meccanismo della fiera di San Lorenzo”, “il carro di Cesena” e l’ingegnoso sistema delle “uve portate a Cesena”, grappoli di uve pencolanti, messe ad appassire in una stanza o appese ad un bastone.

Avendo intuito le potenzialità applicative contenute in quell’idea fondata su un principio tecnico d’incastro, che anticipa gli sviluppi applicativi moderni, Leonardo schizzò velocemente nel suo taccuino quell’originale tipo di sostegno.

Durante una conferenza presso la sede del museo, “Leonardo in Romagna e la vera identità della Gioconda”, a cura di Alessandra Brocculi e Sabrina Reali, con riferimento all’identificazione del paesaggio alle spalle della Gioconda, le relatrici hanno ricostruito le frequentazioni leonardesche tra Montefeltro e Valmarecchia, che hanno influenzato la scelta paesaggistica come scenario del suo dipinto più famoso.

Accogliendo, inoltre, la tesi formulata recentemente dallo storico Roberto Zapperi sono state illustrate le motivazioni che hanno consentito allo stesso di riconoscere l’identità dell’ignota dama dall’enigmatico sorriso.

INFO. Museo aperto con ingresso libero. Per visite è possibile prenotarsi al numero 329.2097279 in osservanza delle disposizioni di prevenzione anti Covid-19.

AUTORE: MARCELLO TOSI