L’ESSENZA DEL COLORE: RETROSPETTIVA DEDICATA ALL’ARTE DI TERSINI AL CENTRO ARTE PERINI

Canneti sul Po, dipinto di Francesco Tersini

CASTELVETRO P.NO. È dedicata a Francesco Tersini la retrospettiva “L’essenza del colore” vistabile, dal 29 ottobre al 17 novembre, al Centro Arte Perini di Castelvetro Piacentino. La rassegna, promossa in collaborazione con la famiglia dell’artista scomparso qualche anno fa, consente di ripercorrere il “cammino” creativo di questo eccellente creativo lodigiano dagli anni Settanta a oggi attraverso opere particolarmente significative.

«Cerco di dare forma a un’emozione, disse. E la trovo sulla tela. Tutto ciò per me è un “percorso” che riprende ciò che ho vissuto: ferite, gioie, muri da superare, muri da ricostruire. Si potrebbe dire che io “cammino” in ogni mia tela che è percorsa da tracce profonde, quasi fosse un aratro che taglia la terra. Stendendo i colori, colori mediterranei plasmati seguendo le suggestioni che mi ha offerto un maestro del calibro di Pericle Stromillo».

«Il percorso creativo di Francesco Tersini – spiega il curatore, Simone Fappanni – s’incardina lungo una sperimentazione continua che gli ha consentito di pervenire a una precisa cifra stilistica d’intonazione astratto-informale. Un iter compositivo, questo, che muove nel segno di un colore denso e pastoso che si spande sulla tela lungo un cromatismo acceso e avvolgente, mai scontano, nel solco del quale il dato meramente formale si accende di un sommovimento reticolare estremamente acuto. E se nei primi lavori il dato naturalistico veniva evidenziato da pigmentazioni tonalmente vibranti, già fra gli anni Ottanta e Novanta Tersini perviene alla definizione di un segno profondo che entra nella e sulla superficie del supporto telaceo con una forza espressiva capace d’imporre un equilibrio sospeso fra le forme che si agitano nei suoi quadri.

Non di meno il nero e il bianco, i colori opposti per eccellenza, si pongono a guisa di architrave in questo dipingere che nasce essenzialmente dal cuore e dal desiderio di esprimere emozioni e sentimenti personalissimi, essi non vengono mai a collidere, anzi, si armonizzano in maniera sorprendente. Infatti, davvero magistrali sono quegli accordi timbrici che vedono emergere dalla tela una oggettualità fluttuante, latente, tanto simile agli effetti del trascorrere ciclico del tempo su muri che, seppure sberciati, esalano un fascino davvero irresistibile, quasi di vaga e sospesa memoria montaliana, con quel senso di quiete e pace assoluta che solo l’incanto dell’alternarsi ciclico delle stagioni è in grado di suscitare.

Egli però, al contrario dei maggiori maestri della surrealité, non traspone queste “impressioni di vita” in una dimensione meta-formale, ma in uno spazio fisico dove la profondità espressiva diventa suggestione pura ed esala passione seduttiva.

La mostra, accompagnata da un catalogo monografico, è visitabile gratuitamente da lunedì a sabato dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.30, giovedì solo al pomeriggio fino al 17 novembre