L’INCANTO DELLA NATURA: ENRICO SUZZANI ALL’ADAFA

CREMONA. Paesaggi, città, interni, fiori e nature morte sono i temi ricorrenti di Enrico Suzzani, eclettico artista lodigiano, che espone dal 5 ottobre (inaugurazione alle 17.30, con l’introduzione di Giusy Asnicar e Fulvio Stumpo) all’Adafa. «Il maestro – spiega il curatore, Simone Fappanni,- ha selezionato una scelta di lavori recenti per proporsi al pubblico cremonese in cui si evidenzia la sua profonda ricerca espressiva.

Al centro del suo iter compositivo si pone la natura in cui ogni elemento naturale viene sublimato attraverso una notevole sensibilità e un’inappuntabile esecuzione. Ne discendono scenari ammantati da un lirismo intenso, capaci di suscitare emozioni profonde.

L’alternarsi delle stagioni e il ciclo vitale sono al centro del suo comporre, entro il quale viene bandita qualsiasi ovvietà, a favore di un lirismo coinvolgente in cui si respira un autentico trasporto meta-narrativo

. Ogni opera, infatti, è il riflesso di un preciso stato d’animo, tradotto sulla tela secondo una sensibilità straordinaria, capace di coinvolgere immediatamente l’osservatore, complice, anche, una tavolozza dalle tinte morbide e avvolgenti».

Nato a Codogno, Suzzani risiede e lavora a Camairago, in provincia di Lodi, con studio al Castello Borromeo e presso lo Studio Novello di Codogno. Inizia il suo percorso formativo frequentando l’Accademia di Brera con Gianfranco Manara. Determinante è l’incontro con Giuseppe Novello.

Il pittore Suzzani, fonte sito web dell’artista

Frequenta un corso presso un laboratorio di restauro pittorico su tela e tavola di oli e dipinti e compie studi su tecniche antiche. Apprende l’arte incisoria presso l’Accademia Raffaello di Urbino sotto la guida di Renato Bruscaglia, specializzandosi nelle tecniche calcografiche. Intraprende viaggi in Bretagna dove riporta impressioni e studi su temi e colori già cari agli impressionisti.

Partecipa frequentemente a rassegne e premi nazionali, partecipando a collettive e allestendo personali in varie città d’Italia.

Secondo l’autorevole parere di Raffaele De Grada, Enrico ha «una visione del mondo tutta piccola, di sapore gozzaniano, in cui si ritrova tanta pittura lombarda, un reale a portata di mano, intenerito da una lunga consuetudine pittorica». Mentre per Vittorio Sgarbi, Enrico «dipinge con naturale eleganza, non solo ciò che vede ma ciò che sente: gli odori e il tepore dell’interno del suo studio e le atmosfere di un pomeriggio di primo autunno».

L’esposizione è visitabile gratuitamente fino al 18 ottobre da martedì a domenica dalle 17.00 alle 19.00.