VENEZIA. Nicola Bertoglio è fra i più talentuosi artisti che si esprimono attraverso l’Iphoneografia, una tecnica che, come suggerisce la definizione, si serve dello smartphone come strumento per sviluppare la propria creatività.
Un po’ provocatoriamente ho chiesto a Nicola di spiegarci se e come l’Iphoneografia possa essere considerata una forma arte. Ecco la sua risposta:
«Il termine “Iphoneografia” – dice Bertoglio – in italiano deriva dall’inglese “iphoneography” ed è stato usato per la prima volta in italia nel 2013, quando la galleria “Studio Raffaello Giolli” di Milano, curata da Giuseppe Giacobino, diede vita a “IPhoneographers” una collettiva che ha riunito alcuni artisti emergenti italiani tra cui io che operano all’interno della fotografia da smartphone.
Quando si parla di “iphoneografia” quindi non si può prescindere dalla sua origine e cioè come espressione dell’arte contemporanea italiana.
Facendo un po’ di storia, possiamo dire che questa prassi è nata quando nel 2007 la Apple di Steve Jobs introdusse sul mercato il primo smartphone avente una fotocamera integrata. Ma i momenti più importanti che hanno sancito questa rivoluzione dell’immagine sono da individuarsi negli anni 2008, con l’apertura del App Store e la nascita di app dedicate a migliorare la fotocamera nativa dell’iPhone e 2010 con l’arrivo di Instagram e la possibilità di condividere in tempo reale le immagini con il resto del mondo.
Al momento la “iphoneografia” non è da considerarsi un movimento artistico vero e proprio, ma essendo espressione di questo momento storico credo che nel futuro abbia tutte le carte in regola per consolidarsi a livello critico e storiografico».
Segnaliamo l’evento, This is not my Selfie, che lo vedrà protagonista Venerdì 24 luglio 2020 alle ore 19:00 a Venezia alla Galleria Visioni . Questo il comunicato:
«Finirà che la nostra immagine verrà scelta a caso da qualcuno dall’altra parte dello schermo, non necessariamente umano”.Partendo da questa premessa, all’interno della galleria Visioni Altre nel ghetto ebraico di Venezia, Nicola Bertoglio eseguirà un atto performativo interattivo dove il pubblico presente si “attiverà” per realizzare assieme all’artista delle opere fotografiche uniche e irripetibili.
Usando l’iconica maschera di “Boy/Toy” e il suo smartphone, l’artista realizzerà dei “selfie” (gli autoritratti di questo momento storico) lasciando però al pubblico il controllo su quando materialmente effettuare lo scatto.
Bertoglio si servirà di una particolare app di fotografia che attiva la fotocamera dello smartphone con comandi vocali. Il pubblico pronunciando la parola “selfie” deciderà quale autoritratto dell’artista verrà “scattato”.
In un secondo momento le immagini ottenute saranno editate da Bertoglio e pubblicate su Instagram usando l’hashtag #selfietime, quotidianamente alimentato da utenti di tutto il mondo con i propri selfie.
Le opere dell’artista e quelle di ignari sconosciuti scorreranno in tempo reale su di un monitor presente in galleria contaminandosi a vicenda».