LO SFREGIO: MOSTRA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE AGLI UFFIZI. GLI SCATTI DI SAGARIA “DIALOGANO” CON BERNINI

Un’opera di Ilaria Sagaria, courtesy of the artist

FIRENZE. Gli Uffizi si uniscono al coro di “no” contro la violenza sulle donne che si alza oggi ovunque con una mostra di notevole interesse e significato. Il busto di Costanza Piccolomini Bonarelli, scolpito nel marmo da Gian Lorenzo Bernini, viene posto in un ideale “dialogo” con le fotografie di Ilaria Sagaria. Il risultato è davvero sorprendente.

Come si legge nella presentazione dell’evento, visitabile fino al 19 dicembre, “Bernini ha realizzato l’opera per “omaggiare l’amata, poi deturpata al volto in un accesso di gelosia, e gli scatti contemporanei di Ilaria Sagaria dedicati alle donne sfigurate con l’acido, dal volto invisibile, bendato, protagoniste del ciclo Il dolore non è un privilegio. L’arte antica si riflette nell’attualità – ricordando quanto la violenza di genere sia un dramma senza tempo – nella mostra Lo sfregio, allestita al secondo piano della Galleria Uffizi (negli spazi tra le sale di Leonardo e Michelangelo). Organizzata simbolicamente nel mese in cui ricorre la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne, la mostra pone in dialogo le fotografie di Ilaria Sagaria con il capolavoro di Gian Lorenzo Bernini, in prestito dal Museo Nazionale del Bargello e restaurato da Maura Masini con un finanziamento delle Gallerie degli Uffizi.

Nel busto in marmo (databile al 1637-1638) lo scultore ritrae la donna con naturalezza e intimità: la camicia aperta, la pettinatura mossa, lo scatto del collo, la bocca socchiusa quasi a suggerire un dialogo. Nella tarda estate del 1638 Bernini, scoperto il legame di Costanza con il fratello Luigi, pazzo di gelosia, fa sfregiare il volto della donna.

Bernini fu graziato e proseguì la sua brillante carriera senza conseguenze, mentre Costanza venne reclusa in un monastero per quattro mesi. Fece poi ritorno dal marito, Matteo Bonarelli, con il quale dette vita a un fiorente commercio di sculture: in lei oggi è riconosciuto un emblema della capacità di riscatto che si ritrova oggi in tante vittime di violenza, alle quali le fotografie di Ilaria Sagaria danno liricamente voce. Il ciclo di scatti Il dolore non è un privilegio ricorda infatti come il crimine subito da Costanza si riattualizzi oggi nei casi ancora più efferati degli attacchi con l’acido. Ad essere preso di mira, esattamente come allora, è il volto delle vittime, investito da sostanze corrosive che bruciano la pelle ed erodono ossa e cartilagini, condannando ad un calvario fisico e psicologico.

Proprio per parlare di questo tema di stringente attualità, alla presentazione della mostra hanno portato la loro testimonianza Filomena Lamberti, vittima di violenza con l’acido e testimonial dell’associazione Spaziodonna di Salerno, Petra Filistrucchi, vicepresidente del centro antiviolenza Artemisia di Firenze, Jaf Shah, direttore esecutivo di Acid Survivors Trust International. All’iniziativa hanno preso parte anche la direttrice dei Musei del Bargello Paola d’Agostino, il consigliere d’amministrazione degli Uffizi Valdo Spini, la curatrice della mostra Chiara Toti e la stessa fotografa Ilaria Sagaria”.

“L’ idea di questa mostra – spiega Sagaria – è nata dalla necessità di sottolineare come una simile barbarie sia senza tempo e quindi ancora purtroppo profondamente attuale. Le dinamiche della violenza contro le donne a distanza di secoli non sono cambiate anche se a volte si ripropongono in chiave diversa, più sottile, ma pur sempre pericolose. L’ arte può e deve farsi portavoce di queste tematiche e sensibilizzare uomini e donne, perché se ancora oggi accadono queste cose tutti dovremmo interrogarci. La violenza sulle donne non è un problema delle donne”.

Inoltre, “l’accostamento delle mie foto con il busto di Costanza scolpito da Bernini rimarca in maniera molto forte questo concetto di una violenza senza tempo. Nelle foto potrebbe essere la stessa Costanza a rivivere quei momenti. Il prima e il dopo: il suo viso scolpito e dopo ferocemente deturpato negli scatti”.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt fa osservare che “in occasione della mostra, il busto di Costanza Piccolomini Bonarelli è stato sottoposto a un restauro finanziato dalle Gallerie degli Uffizi: l’opera così si può di nuovo apprezzare appieno, grazie a questo simbolico atto di risarcimento, però contro i danni del tempo. In mostra la guardiamo non solo come un capolavoro di uno dei massimi scultori barocchi, ma siamo invitati a riflettere sull’efferata violenza dei forti contro i deboli. E a meditare sul dolore inenarrabile della sopravvivenza”.

ILARIA SAGARIA – CENNI BIOGRAFICI

Ilaria Sagaria nasce a Palomonte (SA) nel 1989. La sua ricerca fotografica mira a restituire un immaginario complesso e stratificato del femminino, denso di simboli culturali, di rimandi e dettagli artistici con particolare attenzione ai significati sociali, politici e psicologici. Ha lavorato come fotografa in Italia e in Germania e attualmente anche come docente di fotografia e grafica”. FONTE: https://www.uffizi.it/eventi/mostra-lo%20sfregio, courtesy of Gallerie degli Uffizi – Press Office e courtesy of Ilaria Sagaria. Si ringrazia la fotografa per l’immagine e l’intervista concessa.