RIMINI. Le sale antiche della Biblioteca civica Gambalunga con i loro magnifici globi del 17. secolo appaiono ideale scenario alla mostra che permette di riscoprire fino al 28 luglio per la Biennale del Disegno 2024: “I disegni dell’Océanie. Le vie dei riti. L’Oceania sacra e misteriosa di Grégoire Louis Domeny de Rienzi” (1789-1843/1850?), a cura di Rosita Copioli e Alessandro Giovanardi.
Uno sguardo affascinato e preciso sulle civiltà religiose dell’Oceania e sui loro molteplici riti, costumi, edifici e simboli sacri, provenienti dalle culture oceaniche e aborigene oltre a quelle dell’India e dell’Indocina.
In mostra una scelta dal preziosissimo nucleo di 285 disegni su carta, realizzati per le splendide illustrazioni de ”L’Ocèanie” di De Rienzi, oggi patrimonio della Biblioteca Gambalunga, affiancati da un altrettanto selezionato nucleo di oggetti rituali tratti dalla collezione del Museo degli Sguardi, il Museo delle Culture Extraeuropee “Dinz Rialto”.
Copioli, perché questa Oceania appare così “sacra e misteriosa”?
«Lo scopo colonizzatore imperialistico economico-politico-culturale, affiancato a quello scientifico, seguì l’idea del progresso a partire dall’età dei lumi. Ma contemporaneamente s’intensificavano i miti dell’homme nature, del “bon sauvage” di Rousseau, mentre il gusto del pittoresco, delle rovine, il sublime, reinventati dai romantici intridevano di sentimento lo sguardo verso l’ignoto, e si formava l’antropologia, insieme allo studio delle religioni, dei miti e dei riti. Così la geografia umana e storica si arricchiva di una delle più preziose sostanze della vita. Nei disegni preparatori delle incisioni per i tre volumi dell’Océanie (usciti nel 1836-1837 nella collana “Univers pittoresque” di Ambroise Firmin-Didot, iniziata nel 1835) – oltre ai prevalenti paesaggi, ritratti di “primitivi” e aborigeni con usi, costumi, abitazioni, resti memorabili quali i colossi dell’Isola di Pasqua – emergono dall’Indocina templi con statue buddiste e hindu dal fascino profondo. Didot, editore tra i massimi dell’epoca, era suocero di Adolphe Noël des Vergers (1804-1867), il grande studioso eclettico (arabista, archeologo, ecc.), che fu segretario della Societé de Géographie e partecipò a molte missioni del Governo francese, eredi delle campagne napoleoniche. Tali disegni appartengono al fondo des Vergers lasciato con la libreria della villa di San Lorenzo in Correggiano e oggetti di scavo alla Biblioteca Gambalunga dalla figlia Hélène. Sicuramente Adolphe amava quelle bellissime riproduzioni tratte dagli album di viaggio di infinite spedizioni precedenti, e avrà contribuito alla redazione dell’Océanie per l’”Univers pittoresque” dove pubblicò i suoi Arabie e Abissinie nel 1847».
Quale il ritratto dell’autore tra storia e leggenda?
«Louis Domeny de Rienzi, l’autore dell’Océanie, non era un esploratore, ma un vero viaggiatore. Soprattutto fu un mistero. Nato nel 1879, discendente di Nicola di Rienzo, ebbe una vita avventurosa, come un eroe di Dumas o di Balzac. Nel 1831 François Buloz, direttore della “Revue des deux mondes. Voyages” gli dedicò l’accoglienza più appassionata. Ma altri lo schernirono, come il maligno estensore della nota della Biblioteca Nazionale di Francia: «Avventuriero, illusionista, creatore di un’autobiografia fantasmagorica, che lo fa combattere a Wagram, a Waterloo, per i Greci nel 1818 e 1822, con Bolivar nel 1819, tra i Carbonari nel 1821, sotto Mehemet Ali nel 1823. Viaggiatore in Oceania, professore di geografia a Parigi dopo il 1830, forse malato e depresso, sarebbe morto suicida all’ospedale di Versailles nell’ottobre 1843».
Come osservò e cosa insegnò e insegna il suo sguardo rivolto allo studio e alla descrizione di civiltà e culture lontane?
«De Rienzi era un divulgatore, un dilettante geniale dotato di buona cultura, non uno specialista né uno scienziato. Avrebbe voluto coinvolgere Dumont d’Urville, il più grande esploratore dell’Oceania, e si servì della sua opera, come delle spedizioni precedenti. Le sue descrizioni sono piene dei pregiudizi dell’epoca, ma trasmettono la passione e la curiosità che l’hanno spinto nei suoi viaggi avventurosi. Non a caso, sul frontespizio dell’Océanie, des Vergers pose un’esortazione da Maometto vicina alle sete di conoscenza dell’Ulisse dantesco: «cercate la scienza e la verità, dobbiate trovarle soltanto ai confini del mondo».
(Orari. da martedì a venerdì: 10-13 e 16-19;sabato: 10-13)
MARCELLO TOSI