LUI, LUI PARTOUT” MOSTRA AL PALAZZO DELL’OROLOGIO DI JEAN GAUDAIRE-THOR SU NAPOLEONE

Un’opera in mostra, fonte: press kit uf. stampa della mostra

RAVENNA. Napoleone gira l’Europa, non alla guida della sua grande armata, ma con la mostra “Lui, Lui partout” di Jean Gaudaire-Thor. Inserito nel calendario ufficiale dell’Anno napoleonico della parigina Fondazione Napoléon e accompagnato da un lussuoso catalogo bilingue con introduzione di Thierry Lentz, direttore della Fondazione, l’evento, dopo Fontainbleau, Tolone, Sens è ora a Ravenna città di memorie napoleoniche, aperto al pubblico ancora fino al 23 gennaio (ingresso libero) nell’inedita sede espositiva dell’antico Palazzo dell’Orologio in Piazza del Popolo.  

La mostra è curata per la Capit Ravenna dalla gallerista e collezionista d’arte Patrizia Poggi e da Giancarlo Franco Bertaccini. Jean GaudaireThor, il cui lavoro è esposto in musei, fondazioni e collezioni private in tutta Europa, con legami artistici e personali di lunga data con l’Italia, ha lavorato su Napoleone per oltre 5 anni producendo quasi 400 opere, facendo attenzione, sottolinea, alla parte onirica del personaggio, a mettere in atto i suoi sogni (una quarantina le opere in mostra a Ravenna, e nei mesi primaverili a Cervia: dipinti, opere su carta, sculture), tra cui in particolare il bicorno dell’imperatore, immagine iconica e simbolo evocativo naturale di Napoleone, che incarna la sua leggenda.

«L’idea – dice l’artista – è di mostrare un altro sguardo. Per i dipinti, sono in una relazione in cui uso l’impronta del personaggio che mescolo con le emozioni che voglio trasmettere. In questo caso, un personaggio con le sue zone grigie e i suoi momenti di genio».

Poggi, come viene rievocata la figura di Napoleone, tra storia mito e memoria, nella mostra di Jean Gaudaire-Thor e quale il suo significato anche dal punto di vista artistico?

«Napoleone è un personaggio che ha sicuramente plasmato la sua epoca. Di lui si è diffusa una immagine stereotipata: il grande conquistatore, ma meno conosciuta è quella del grande riformatore. La sua visione è sovvertitrice del mondo feudale. Con lui si afferma la Modernità, che trae origine dalle idee dell’Illuminismo. «Lui,lui partout» sosteneva Victor Hugo. Jean Gaudaire-Thor ha dato una nuova immagine stratigrafica alla personalità dell’imperatore-riformatore. Nei suoi “collages” coesistono le conquiste trionfali e i “Disastri della guerra” di Goya, l’esotismo egizio e il neoclassicismo, la scienza esatta e gli ineffabili amori privati, il carisma austero dell’imperatore e il sacrificio devoto delle truppe, i segni imperiali del potere e il simbolo evocativo del cappello da generale, la geografia con la storia».

Come il tutto si lega alla riscoperta di luoghi legati alla memoria di Napoleone come della Ravenna del tempo?

«Con la mostra si è valorizzato un patrimonio monumentale inedito. Per l’occasione è visitabile anche il Palazzo Rasponi Murat. Atavica dimora del conte Giulio Rasponi, sposatosi nel 1825 con Luisa, figlia di Gioacchino Murat e di Carolina, sorella di Napoleone. La scoperta di un patrimonio che rivaluta l’identità risorgimentale della Romagna e del turismo motivazionale. Un tour risorgimentale che, nella prossima primavera si arricchirà del Palazzo Guiccioli, il più bel palazzo ottocentesco di Ravenna, destinato ad accogliere il Museo del Risorgimento e il Museo Byron, restaurato e gestito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna»».

Giorgio Conti, docente di Urbanistica dell’Università di Ca’ Foscari a Venezia, è autore con il nome di Hidalgo Cont della presentazione in catalogo dal titolo “Napoleone saccheggiatore e/o riformatore glocal”.

Perchè, gli chiediamo, questa mostra sembra indicare la via di una memoria “collettiva” anche europea?

«Napoleone anticipa il mito della Modernità, del self-made man, che partendo dalla Corsica natia diviene padrone d’Europa”. Il promotore di una strategia inedita nei confronti dell’Arte, con la promozione dei musei pubblici, dei conservatori musicali, della scienza, della riforma del diritto civile e penale. Come ha sostenuto Victor Hugo: “Waterloo è il gong del XIX secolo”. O forse della modernità occidentale. Jean Gaudaire-Thor risveglia il mito controverso impreziosendolo con il colore. L’artista si immerge nei sogni epici e nei dubbi umani di Napoleone per integrarli nel proprio universo creativo».

(Orari: giovedi, venerdì e sabato 15-18, domenica anche 10-12)    

AUTORE: MARCELLO TOSI