La travolgente passione di Luigi Onofri per l’acquerello si sostanzia in opere davvero coinvolgenti nelle quali perdersi all’infinito. Questo originale interprete della pittura con i colori ad acqua ama dipingere con autentico trasporto realizzando soggetti reali ed immaginari.
Cliccando sul link qui di seguito è possibile viitare la sua mostra personale virtuale dal titolo “Variazione cromatiche in acquerello”:
Nato a Pordenone, sin da giovanissimo manifesta una grande passione per l’arte. In età matura frequenta vari corsi, trovando nell’acquerello la tecnica più congeniale per esprimersi.
Ha partecipato ad importanti collettive e allestito numerose personali.
Membro dell’Associazione Italiana Acquerellisti, con cui ha esposto in prestigiose sedi, ha visto spesso selezionati i suoi lavori per rappresentare l’Italia in manifestazioni internazionali organizzate dalla European Confederation of Watercolour Societies.
La passione per l’acquerello gli ha permesso un particolare approfondimento della tecnica nelle sue diverse caratteristiche, acquisendo una conoscenza che ama trasferire ai suoi allievi nei numerosi corsi.
«La sua pennellata – spiega Simone Fappanni – è sciolta e sicura e non manca sia di appoggiarsi a una meticolosa disposizione dei toni secondo un’architettura visiva assolutamente concertata e precisi studi prospettici.
Ciò proietta l’osservatore al centro della scena. In essa trovano posto persone colte in attimi di una quotidianità che Luigi traspone sulla carta con vivace armonizzazione scenografica.
Questo vale anche quando ai colori lussureggianti della primavera si oppongono quelli lividi dell’inverno che ricoprono tutto di un manto soffice, manto che Luigi riprende e interpreta con il suo inconfondibile stile. Non mancano nemmeno lavori in cui la città friulana viene frustata dalla pioggia.
La pennellata allora si fa più franta e vaporosa, pervenendo così al raggiungimento di un effetto di assoluta evanescenza. Identica impressione si ha negli scorci di Dobbiaco, di Venezia e di New York, che confermano una ricerca davvero infinita».