MOIRA FACCHETTI: SOLD OUT L’INAUGURAZIONE ALLA “DISCIPLINA”

Moira Facchetti accanto a sue opere

BEDIZZOLE. Pubblico delle grandi occasioni, sabato pomeriggio alla Sala della Disciplina di Bedizzole, all’inaugurazione della mostra personale di Moira Facchetti, visitabile gratuitamente fino al 12 maggio.

Il percorso espositivo propone una scelta antologica dei lavori dell’artista bresciana suddivise in diverse sezioni tematiche e secondo i vari supporto che l’artista utilizza per eseguire le sue originali composizioni.

Nata a Desenzano del Garda, Facchetti si è diplomata al Liceo Artistico  “Vincenzo Foppa” di Brescia. Doplomata all’Accademia di Belle Arti “G.B. Cignaroli ” di Verona, ha insegnato pittura e disegno. Espone con successo in Italia e all’estero; ricordiamo la partecipazioni alla Fiera Campionaria di Bologna, all’Art Cannes, al D’Art di Nizza, a Pulcra Ecclesia. Le sono stati conferiti importanti premi e riconoscimenti.

In apertura il sindaco, Giovanni Cottini, ha portato il saluto dell’Amministrazione Comunale, evidenziando il grande impegno creativo dell’artista.

A seguire il critico Simone Fappanni ha presentato i lavori in mostra. “Agli esordi, ha detto il critico, come è comprensibile e giusto, Moira Facchetti ha studiato la figura umana, realizzando grafiche sicuramente accattivanti in cui spicca un certo gusto espressivo, specie quando il tratteggio si fa breve e continuo: si vedano, a titolo esemplificativo, le grafiche intitolate rispettivamente Bambino e Volti, sino a lambire misure che guardano alla migliore evoluzione della linea in seno alla strutturazione visuale; e qui il riferimento va ai lavori che risultano un garbato hommage a Picasso.

Un figurativismo essenzializzante che via via si fa sempre più materico e in cui compare sempre più palesemente la volontà di fondere materiali eterogenei sullo stesso supporto, come nella tecnica mista Impronte, ove il vetro dipinto e la superficie colorata con pigmenti tradizionali formano una simbiotica unità metamorfica di sapore schiettamente spazialista.

A ciò si accompagnano, crediamo a ragione, dei lavori di grande formato in cui la figura ritorna, seppure strutturata in maniera assai differente dagli inizi, ovvero tracciata secondo ampi segni che definiscono spazi ricchi di tinte iridescenti. Nella produzione più recente si assiste, invece, a un progressivo abbandono degli aspetti realisti a favore di misure ideative più vicine all’astrazione e all’informale.

Ciò si nota anche nelle composizioni in cui viene applicata “a vista” la creta, quasi a definire un ideale mosaico di tessere che quasi si sfaldano e  si ricompongono grazie all’armonizzazione che Moira riesce abilmente a costruire.

In questo caso si tratta di quadri che si articolano mediante architetture visive e mentali dove il gesto diventa manifestazione umorale dell’essenza di un pensiero creativo rivolto ad accostamenti imprevisti o inediti, tanto da riuscire a mantenere una precisa autonomia gestativa pur nell’apparente eterogeneità che la caratterizza.

In tutto ciò si osserva una ricognizione profonda e attenta, che sfocia anche in preziosi vasi d’arte che confermano l’ecletticità di Moira”.