MOSTRE E INCONTRI PER RICORDARE LA SHOAH E LE DEPORTAZIONI

I bambini nella Shoah di Marco Spizzi, courtesy of the artist

MILANO. Oggi, 27 gennaio, Giorno della Memoria, si ricorda l’eccidio nazista a danno degli Ebrei e di tante altre persone che la Germania nazista ha perseguitato durante la seconda guerra mondiale. Si ricordano, quindi, i deportati di parecchie nazioni e i giusti che, mettendo a repentaglio la propria vita, hanno cercato di aiutare le vittime di questa illogica “soluzione finale”. Ecco allora che si moltiplicano, giustamente, le iniziative per non dimenticare “ciò che è stato”, prendendo a prestito le parole di Primo Levi.

STELLE SENZA UN CIELO, BAMBINI NELLA SHOAH

A Cremona, presso Palazzo Duemiglia, a Crema, all’Arci San Bernardino (presentazione oggi alle ore 18), e a Monticelli, al Castello Pallavicino Casali, è visitabile gratuitamente la mostra la mostra itinerante dello Yad Vashem, il centro della Memoria di Gerusalemme-

«L’esposizione – spiega Simone Fappanni – è dedicata ai bambini che hanno dovuto affrontare l’Olocausto tra sofferenze, fisiche e psicologiche, tremende.

Pochi di essi sono sopravvissuti, spesso grazie all’altruismo di persone coraggiose che hanno messo a repentaglio la loro vita, eroi silenziosi che la storia spesso non ricorda.

Molti, invece, sono stati trucidati o sono morti di stenti. L’esposizione si compone di pannelli che parlano di un’infanzia negata dove tutto è stato stravolto e messo in discussione».

Dopo la camera a gas, dipinto di Loredana Fantato, courtesy of the atist

IMMAGINI PER NON DIMENTICARE LA SHOAH

A Cremona, sempre al Duemiglia, si tiene stasera un momento di ricordo col concerto dei Sonantes e la presentazione della collettiva d’arte Immagini per non dimenticare la Shoah, con opere di Nicoletta Gentili, Duilio Busdon, Ivo Compagnoni, Massimo Tosi, Anna Paola cozza, Giulia Troise, Laura Pozzi, Mariangela Milan, Katia Vignola, Rosa Visini, Enrica Groppi, Riccardo Bozuffi, Alberto Besson, Giorgio Denti, Loredana Fantato, Edi Antonella Mantovani, Guerino Apostoli, Rosella Vaghetti, Marino Torta, Maria Camilla Rita rap, Antonella Agnello, Nicoletta Reinach Astori, Maria Angela Fiorasi, Florentina Panainte, Anna Josè Buttafava e Lorenza Pellini.

Uno scatto di Casarola

FOTOGRAFIE DEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO

A Monticelli, oltre alla mostra di Gerusalemme, si possono visionare le fotografie di Albino Casarola. scattate nei campi di concentramento.

Un viaggio desiderato per vedere con i propri occhi la storia studiata. Constatare che il nome Auschwitz voleva dire più campi di concentramento, il primo Auschwitz 1 ricavato in una caserma dell’esercito polacco con la ormai famosa scritta “Il lavoro rende liberi”, il secondo Auschwitz 2 Birkenau a pochissimi chilometri, vero e proprio campo di sterminio, unici campi rimasti a memoria, ma la realtà comprendeva altri 47 campi di lavoro nel circondario, una vera e propria “macelleria umana”.

Il pannello iniziale di Punti di Luced

PUNTI DI LUCE, ESSERE UNA DONNA NELLA SHOAH

La mostra itinerante “Punti di luce. Essere una donna nella Shoah”, sempre dello Yad Vashem di Gerusalemme, fa tappa a Salsomaggiore Terme.

Da oggi, presso la Sala Civica Mainardi, è possibile visitare gratuitamente la rassegna documentale che vuole ricordare la Shoah e lo sterminio attuato dalla Germania nazista durante la seconda guerra mondiale e le deportazioni. Ne sono promotori l’amministrazione comunale e l’Associazione 365volte donna, in collaborazione con la sezione locale dell’Anpi.

«L’allestimento – spiega Simone Fappanni – si compone di trenta pannelli in cui vengono proposte le storie di donne comuni che hanno avuto la sventura di attraversare un’esperienza terribile come quella dell’Olocausto. Si tratta di persone qualsiasi, con lavori, occupazioni, passioni e interessi diversi che si sono trovate improvvisamente gettate in un evento epocale e che pertanto hanno dovuto attingere a tutte le loro risorse per attraversarlo.

SGUARDI INTERDISCIPLINARI FRA SHOAH E DEPORTAZIONI, UN LIBRO

Sono “frammenti di umanità” che rendono vive queste donne di ogni età e che in questi pannelli, uno per ogni “storia”, che costituiscono un adattamento della mostra “Spots of Light”, curata da Yehudit Inbar e ordinata al museo israeliano, sono tutte poste su un piano introspettivo davvero profondo».

S’intitola Sguardi interdisciplinari fra Shoah e deportazioni il nuovo libro curato da Simone Fappanni. Il volume, che si avvale di una copertina artistica con un’opera di Alberto Besson, presenta una serie di saggi e studi interdisciplinari sulla Shoah e le deportazioni nell’intento di offrire percorsi di approfondimento, “a più sguardi”, su avvenimenti che hanno profondamente cambiato la storia e che, proprio per questo, non vanno assolutamente relegati al silenzio. Per informazioni, fappanni71@gmail.com