SONCINO. É stata inaugurata nei giorni scorsi, presso il Museo della Stampa – Centro Studi Stampatori Ebrei Soncino, la mostra personale “Opere su carta – Omaggio a Piero Manzoni” dell’artista marchigiano Paolo Gubinelli. Una serie di opere d’arte dedicate all’originale artista soncinese Piero Manzoni, rappresentante dell’arte concettuale per cui l’idea, il concetto, il processo creativo diventano più importanti del risultato finale e dell’opera stessa.
Paolo Gubinelli nasce a Matelica (Mc). Si diploma all’Istituto d’Arte di Macerata e continua gli studi come grafico pubblicitario, designer e progettista in architettura a Milano, Roma, Firenze, ove attualmente vive ed opera. L’artista entra in contatto con lo spazialismo del maestro Lucio Fontana, fondatore del movimento con la pubblicazione del Manifiesto Blanco a Buenos Aires in Argentina nel 1946, ma sviluppa successivamente una propria rielaborazione ed interpretazione artistica unica.
Durante il suo percorso artistico, Paolo Gubinelli sperimenta stili, tecniche, metodologie di esecuzione anche non tradizionali per la produzione delle sue opere, utilizzando materiali diversi quali tela, carta, ceramica, porcellana, vetro, polistirolo, plexiglas. Partecipa a numerosissime esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero, a Milano, Mantova, Torino, Venezia, Firenze, Bologna, Roma, in Francia, Spagna, Giappone, Venezuela.
Le suo opere sono esposte nei maggiori musei nazionali ed internazionali.In mostra sono esposte, sino al 24 novembre, opere su carta, antico materiale di origine cinese, il mezzo prediletto, privilegiato e più congeniale alla produzione artistica di Paolo Gubinelli.
La carta diventa sostanza, contenuto dell’ esperienza creativa ed artistica, nutrimento del pensiero e delle azioni, struttura fisica e, allo stesso tempo, poetica, lirica, materica ed emozionale, con le sue carartteristiche di leggerezza, fragilità, purezza, candore, luminosità.
Variegata è la modalità di intervento sul supporto cartaceo con la creazione di piegature, graffiti, tagli manuali sempre molto precisi, incisioni anche profonde.
E il segno inciso è un richiamo allo spazialismo, ai tagli sulla tela di Lucio Fontana, alla ricerca di uno spazio altro, di una dimensione altra a cui attribuire un significato. Il taglio come una sorta di ferita attraverso la quale penetrarvi per comprenderne l’essenza, l’interiorità. L’arte di Paolo Gubinelli è, allora, introspettiva, intima, interiore, dell’inconscio misterioso che cela la verità delle cose.
Predominanti i colori del rosso, simbolo di passione e forti emozioni, l’arancione e il giallo, a rappresentare la vitalità, l’energia, la creatività ed il blu, colore dell’introspezione, della meditazione, della distensione della mente.
Particolare la forma del cerchio per la realizzazione di alcune sue opere. Il cerchio come figura simbolo di perfezione, con il suo movimento circolare immutabile, senza inizio e senza fine, quale rappresentazione del tempo come un insieme di istanti identici e ripetuti all’infinito. Il cerchio come rappresentazione dell’infinità, dell’eternità. Il cerchio come anello di congiunzione tra lo spazio ed il tempo.
AUTRICE: Francesca Perotti