PATRIZIA MONZIO COMPAGNONI. Il pastello? Un colpo di fulmine

Patrizia Monzio Compagnoni è una raffinata pastellista. I suoi lavori sono sorprendenti, precisissimi, capaci sempre di emozionare con una tecnica complessa ma assolutamente affascinante. La ringrazio per aver accettato di rispondere alle mie domande sulla sua attività creativa e del suo Atelier a Treviglio, riaperto dopo il lockdown, in questo “Caffè con l’Artista”.

Quando hai iniziato a dipingere a pastello?

Dipingo con pastelli morbidi da circa sette anni dopo un lungo periodo dedicato alla pittura a olio. È stato un colpo di fulmine!

Quali soggetti prediligi?

Prediligono ritratti perché posso così meglio ogni popolo e le sue caratteristiche. Le etnie, mi permettono di osservare e contemplare la loro bellezza e così posso mettere in risalto le loro caratteristiche e le loro diversità.

Traduzioni, costumi, colori e sguardi intensi sono i protagonisti dei miei racconti su tela o su carta, perché ogni quadro è una storia unica. Dipingendo un volto metto in luce la sua fierezza e la sua dignità, emozionandomi ogni volta in modo diverso, cercando li spirito che lo anima.

Da cosa ti lasci ispirare?

Sono gli sguardi che mi catturano ed entrano direttamente dentro al cuore e sono loro che che poi mi guidano, mi ispirano e mi accompagnano in ogni dipinto come fosse un vero viaggio.

Mi affascinano i colori dei loro abiti e la bellezza dei monili che li adornano.

Secondo te, qual è la difficoltà principale del pastello? E il suo fascino?

Come le altre tecniche anche il pastello ha bisogno di pazienza e determinazione. Impari a sfumare le varie tonalità e ad abbinare i colori giusti. Ci vuole tempo ed esperienza.

Dipingere con le velature rendendo il dipinto realistico è un lavoro che richiede tempo e padronanza della tecnica.

Il pastello è una tecnica che amo particolarmente perché dipingo sfumando con le dita e ciò mi mette in diretto contatto fisico con il dipinto.

Ci parli del tuo Atelier?

Ho aperto a dicembre in via Roma 25 a Treviglio, in pieno centro un temporary shop. In questo Atelier espongo e tengo corsi di disegno e pittura per bambini e adulti in settimana e anche la domenica.

In studio sono seduta al cavalletto voltandosi le spalle alla vetrina per permettere allo spettatore di osservarmi mentre dipingo.

Oltre a questo atelier dipingo da anni nel mio studio a Pagazzano dove abito.

La quarantena per questa pandemia Covid19 in particolare è stata per me un periodo di isolamento profondo che mi ha dato modo di concentrarmi e immergermi ancora di più nei miei dipinti. Qui restavo a dipingere fino a tardi la sera . Dipingevo anche per dieci ore consecutive. Una dedizione quasi totale alla mia arte.

In questo periodo di isolamento forzato oltre al pastello ho realizzato anche diversi dipinti a olio su tela ispirandomi a volti etiopi. I soggetti sono stati bambini con bacche e foglie nei capelli grazie alle foto dell’amico Andrea Scabini.

Un inno alla natura che in questo periodo sembra essersi ripresa un po’ i suoi spazi e ha dato modo ai più sensibili di riscoprirne la bellezza.

Lo studio è confinante con la “Locanda Viola”, il ristorante di mio figlio e di sua moglie Giulia. Durante le loro serate io organizzo dei laboratori creativi per intrattenere gli ospiti più piccoli del ristorante. I bambini che si trasformano in piccoli artisti, apprezzano e si divertono moltissimo mentre i genitori intanto si gustano la cena e si rilassano. Un bel compromesso che fa tornare a casa tutti soddisfatti e appagati.