PERCHÈ (QUASI) TUTTI GLI ARTISTI HANNO PAURA DEL PICCOLO FORMATO?

Foto di Tumisu da Pixbay

Lo so, non è un quesito esistenziale. Anzi, potrebbe essere adatto a quel gruppo Facebook che si chiama “Domande di Nessunissimo interesse”.

Eppure me lo chiedo spesso perché tanti artisti non amino eseguire opere in piccolo formato. Sono convinto che sia una sfida intrigante.

Quale? Quella di concentrare in uno spazio molto limitato la propria arte e realizzare un quadro che riesca a offrire emozione. Invece no, rifuggono, schivano.

La motivazione più ricorrente e plausibile è quella per cui hanno bisogno di grandi spazi per esprimersi e il piccolo formato non li soddisfa. Oppure, altra motivazione, è proprio il piccolo formato che non li ispira. Fra l’altro per eseguire un’opera in pochi centimetri bisogna avere indubbie doti tecniche, che spesso non mancano.

Forse, davvero, mancano gli stimoli? Sicuramente a convincerli non servirebbe un pistolotto su quanti famosi artisti hanno eseguito quadri del genere, bisognerebbe – al contrario – tornare a pensare il piccolo formato come a quello tascabile, da viaggio.

Come quello che ha visto protagonisti, nel 1914, Paul Klee, August Macke e Louis Moilliet, che in un mitico soggiorno in Tunisia hanno eseguito acquerelli piccolissimi, dovendosi spostare da un luogo all’altro, ma che fanno parte dell’arte moderna.

A proposito, di acquerello, ci sono grandi maestri, come ad esempio Aldo Raimondi, il “re dell’acquerello”, e Luigi Zucchero, il “poeta dell’acquerello”, che hanno eseguito, senza sente d’ingrandimento, delle opere in formato francobollo che risultano qualitativamente eccellenti. Addirittura quelli di Raimondi sono stati scelti come immagini per l’affrancatura postale. Uno di Zucchero, di soli 4 centimetri per 2, che riporto qui sotto, è stato eseguito sotto i miei occhi.

Luigi Zucchero, Paesaggio, acquerello di carta

E allora? Il mistero resta, ma sono convinto che si possa ripensare al piccolo formato come a un’opportunità e non a un limite. Sbaglio?

AUTORE: SIMONE FAPPANNI © RIPRODUZIONE DEL TESTO RISERVATA