PERCHÉ UN ARTISTA, DURANTE LE INAUGURAZIONI, DEV’ESSERE NUDO

Scultura. Foto di Richard Mcall, part. da Pixabay

MILANO. Lovepreet è un’artista indiana. È una signora di una certa età, di quelle che non cercano di dimostrare meno anni di quanti ne hanno. “Love” – come la chiamano in famiglia, rendendola identica alla parola inglese “amore” – ha molta nostalgia del suo paese. Ha sposato un italiano che le vuole bene alla follia e hanno due splendidi bambini. Ma le sue radici sono altrove e le ricorda in ogni suo quadro.

Durante l’inaugurazione delle sue mostre lascia da parte i vestiti europei, soprattutto jeans e scarpe da ginnastica, e indossa abiti tradizionali. Dice di farlo per rispetto alla terra in cui è nata. “Il sari – dice – è una seconda pelle”. E infatti, per sua scelta, lo porta senza biancheria intima. “L’artista è nudo quando dipinge, perché ritrae se stesso – spiega Love – quindi credo sia giusto così”.

Una donna indossa il sari, tradizionale abito indiano. Credit: Di Sreekumar K. S. – originally posted to Flickr as Photo_131, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=7838824

Mi piace questo pensiero, questo mettersi a nudo, senza veli, davanti alla tela bianca. Una nudità mentale e fisica che è il momento che precede l’atto creativo. “In fondo – conclude l’artista – l’atto sessuale, quello che genera la vita, si fa completamente nudi”.

E, se vogliamo, la nascita di un’opera d’arte ha un’analogia stringente con queste riflessioni. Si parla addirittura, in gergo, di “gestazione dell’opera d’arte” per indicare il momento in cui l’artista medita su cosa realizzare. Una gestazione che precede il “parto creativo” – e qui torna ancora una volta l’analogia – che vede, come conclusione, il “venire alla luce” di un’opera d’arte. Come dire: Love non ha poi tutti i torti. Anzi. Non a caso Gandhi, la “grande anima” dell’India, disse “ogni persona che incontri è migliore di te in qualcosa; in quella cosa impara”.

AUTORE: SIMONE FAPPANNI (Riproduzione del testo riservata)

NOTA. L’immagine in apertura, Scultura. Foto di Richard Mcall, part. da Pixabay, non è un’opera dell’artista menzioanata, neppura la seconda, Donna che indossa il sari, ma sono state inserite solo per accompagnare il contenuto del testo.