PITTURE SCOLPITE DI TALOTTA IN MOSTRA A VITERBO

Alfonso Talotta accanto a sue opere (fotografia di Francesca Menghini)

VITERBO. Alfonso Talotta partecipa all’edizione 2023 di Buongiorno Ceramica! La festa diffusa della ceramica italiana, che si svolgerà sabato 20 e domenica 21 maggio prossimi in più di cinquanta città del territorio nazionale legate tradizionalmente a questo materiale e alla sua lavorazione. L’artista presenterà opere della sua recente produzione presso Associazione Italiana Città della Ceramica con il coordinamento del Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale “Città della Ceramica”

Talotta presenta la nuova serie delle Pitture scolpite in dialogo con il critico Salvatore Enrico Anselmi presso il Museo del Sodalizio dei facchini, in via San Pellegrino nn.60-62 a Viterbo.

Venerdì 19 maggio, alle ore 17.00, presso la stessa sede espositiva, lo storico e critico d’arte Salvatore Enrico Anselmi dialogherà con Talotta per presentare al pubblico gli esiti delle attuali sperimentazioni condotte e confluite nella serie delle Pitture scolpite.

La manifestazione rientra nel progetto promosso e organizzato da AiCC – Associazione Italiana Città della Ceramica, ampliato in Good Morning Ceramics! sotto il coordinamento di AEuCC – Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale “Città della Ceramica”.

“Alfonso Talotta concentra da lungo tempo la sua azione definitoria della materia ceramica e della forma pittorica, consustanziale a questa, tramite l’espediente ordinatore della definizione ideale e materiale, condizionata e indotta, da regola normativa cogente, a operare secondo incline unisono in direzione della riduzione e dell’azione ablatoria. Se tale intervento sottrattivo si concentra sulla componente materica dell’opera le recenti Pitture scolpite, presentate a questa rassegna in numero di quattro unità dialoganti, in occasione della nona edizione di Buongiorno Ceramica!, costituiscono una presenza saturante dal punto di vista pittorico-cromatico a vantaggio della superficie e dell’accamparsi perentorio di questa, in quanto schermo di proiezione cromatica, nello spazio.

L’approccio definitorio della materia, dunque, è enunciato, in via eminente, attraverso un linguaggio pittorico e una sensibilità coloristica per assioma. La pittura reifica, la pittura è azione concretista, la pittura qualifica l’oggetto artistico, la pittura coincide con l’aggiunta di materia su materia. La pittura è affermazione ineludibile alla quale non opporre eccezione linguistica. L’azione pigmentaria è coloritura sostanziale e non esornativa, non mediata, è dogmatica, onnicomprensiva dell’abbacinante compiutezza che in sé stessa si compone. L’addizione del pigmento, selezionato secondo l’assunto totalizzante dei primari, ovvero secondo lessemi basilari ai quali si accosta la complementarietà secondaria del verde, alimenta la commistione con le tessiture scabre, con la crettatura mobile, con la craquelure, con la solcata, erosa, smangiata incisione che conserva, tuttavia, una sorta di positivista superiorità dell’opera plasmata dall’uomo sulla convulsa sedizione del tempo.

Vengono restituite superfici smaltate, iridescenti, polite nei timbri, che si affermano nella sottratta affermazione del supporto tridimensionale di queste opere pitto-plastiche che si estroflettono graficamente nella silhouette, ai fianchi, ai margini, in accordo discordante con separazioni e sdoppiamenti. La consecutio è la partizione che dall’uno originario ha prodotto dicotomie inabili a ricomporsi secondo lo stato antecedente, perché mutazione, intro-frammentazione e acumi in aggetto hanno compiuto un’azione non reversibile sancita, in tal senso, anche dal colore.

L’ablazione persiste.

Gli atti sottrattivi, che prima si connotavano per cunei e triangolazioni, restituivano l’opera riconducibile a riquadro, scomparto, pannello, superficie di compensazione da ricondurre all’unità come doveva essere prima dell’obliterazione stessa. Le opere più recenti sono invece cadenzate dinamicamente da una più autonoma calibratura del moto e del suo assestarsi in seno allo spazio e, in questa conduzione di gesto espansivo o introiettivo, si estendono con un’autonomia propria.

L’intervento plastico-pittorico si concretizza dunque come atto primario, la cui dichiarazione è autentica declinazione di comunicazione assertiva. L’alveo di conduzione è la dialettica corresponsione di queste Pitture scolpite che innescano un polifonico, reciproco interscambio formante e formato, agente e agito”.

Salvatore Enrico Anselmi