QUESTO PREMIO D’ARTE… PUZZA: LA CLASSIFICA DEI 10 DELUSI DA CONCORSO

Foto by Mikes Photos da Pixbay

Ho visto tantissimi partecipanti a concorsi d’arte stracciarsi le vesti e inveire in modo impetuoso contro la giuria per non essere fra i premiati.

Ma come – dicono – sono così bravo che potrei essere incoronato re, anzi, imperatore dell’arte, e voi non mi premiate?”. Eh già, perché legittimamente chiunque partecipi a qualsiasi concorso, sia pure anche parrocchiale, con tutto il rispetto parlando per il “parrocchiale”, ambisce a vincere. Giusto. Però una giuria deve fare delle scelte.

Io, che spesso ne faccio parte, sono disposto a discutere per ore con gli altri membri di una commissione per raggiungere un accordo, prima ancora per fissare parametri e criteri di giudizio per poi emettere il verdetto e le relative motivazioni. Ma no, “c’è qualcosa che puzza”, si sente sottovoce fra alcuni – per fortuna sparuti- concorrenti. Tra loro serpeggia la delusione (legittima), l’acredine (meno legittima), l’odio (eccessivo).

Insomma, giudicare non è facile, ma credo che il verdetto vada sempre e comunque rispettato. Anche in caso di errori (in buona fede). Ovviamente se, come in questo caso, ci si riferisce, a manifestazioni culturali serie e specchiate.

In tanti anni di frequentazione di concorsi e premi su e giù per lo Stivale, ho visto varie tipologie di “concorrenti-artisti insoddisfatti”. Ecco le principali tipologie attraverso una ideale “classifica”. Ve le propongo con una certa ironia che sono certo comprenderete. Quindi non prendetela troppo… sul serio.

DECIMO POSTO. Complottisti: credono che la giuria abbia ordito una congiura contro di loro per non farli vincere… Nulla di più falso, perché si giudicano le opere e non gli artisti.

NONO POSTO. Incompresi: pensano che la commissione di esperti non abbia capito i loro capolavori, quindi ecco il perché non figurano nella rosa dei premiati.

OTTAVO POSTO. Finti rassegnati: dopo avere sperato fino all’ultimo di essere fra i vincitori, fanno finta di essere rassegnati a “perdere sempre”… “tanto non mi premiano mai”, dicono ad alta voce, così, tanto per farsi sentire da tutti. Domanda: e allora perché partecipate sempre?

SETTIMO POSTO. Falsi sportivi: “sì, ho partecipato, ma in fondo è un gioco”. Questa una delle loro frasi. Ovviamente, spesso, quelle successive sono, per così dire, “irripetibili”.

SESTO POSTO. Ignoranti: nel senso di “non conoscenti”. “Ma come, è un concorso a premi? Non lo sapevo! Non lo avevo letto! Sicuri che c’era scritto sul regolamento?” Questi gli interrogativi che si pongono… Ovviamente dopo la proclamazione dei vincitori. Ho ragione di avere qualche perplessità su chi ha questo atteggiamento?

QUINTO POSTO. Benemeriti: vogliono far credere di aver partecipato per “avere fatto una cortesia” agli organizzatori. “Me lo hanno chiesto loro”, dicono sottovoce. Ovviamente senza specificare chi siano quei “loro”. Spesso chiosano dicendo: “ma sì, tanto c’è già chi compra le mie opere”. Va bene, ma allora perché partecipare a un concorso dove il premio consiste nell’acquisto delle opere se sai già a chi venderle? Ah sì, per “fare un piacere” agli organizzatori…

QUARTO POSTO. Capacisti. “Beh, dicono, a fare vincere quelle opere ero capace anch’io”. Va bene, la prossima volta venite in giuria, vi aspettiamo. E perchè contestare se indirettamente si concorda col verdetto?

TERZO POSTO. Denigratori pecuniari: sono quelli che, dopo non essere fra i vincitori, strepitano con frasi di questo tono: “meno male che non mi hanno premiato, il premio è troppo basso in rapporto al valore delle mie opere… Lo avrei rifiutato se me l’avessero dato”. E ancora ritorna la domanda di prima: perché partecipare a un concorso dove il premio consiste nell’acquisto delle opere e l’importo pecuniario è fissato chiaramente nel regolamento?

SECONDO POSTO. Contestatori seriali: qualsiasi sia il verdetto, anche se sono fra i premiati, contestano. Sinceramente non so darmi una spiegazione, ma è così. E non sono casi isolati.

PRIMO POSTO. Masanielli: sono, francamente, i peggiori. Appena appreso di non avere vinto, cercano di aizzare i presenti contro la giuria e l’organizzazione, accusandoli di ogni nefandezza. Cercano fra gli altri non premiati degli alleati e muovono la “rivolta” che spesso si risolve in una figuraccia – la loro – davvero imbarazzante. E un clima che da sereno come dev’essere un evento d’arte, si carica di tensione negativa.