RAFFAELLO E LA DOMUS AUREA: L’INVENZIONE DELLE GROTTESCHE

Mostra Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche Crediti: Allestimento e Interaction Design a cura di Dotdotdot. Photo by Andrea Martiradonna. © All rights reserved Dotdotdot, immagine inserita al solo scopo di presentare l’evento, fonte: press kit uf. stampa della mostra, Electa

ROMA. La Domus Aurea, recentemente riaperta al pubblico, ospita l’eccezionale mostra “Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle Grottesche”, che consente di scoprire le sue superfici magistralmente affrescate.

Ecco i dettagli desunti dal comunicato stampa: “Il Parco archeologico del Colosseo ha potenziato nel periodo di chiusura i lavori di restauro e di ripristino di spazi in precedenza ingombri da ponteggi che lasciano adesso vedere affreschi prima non visibili. Inoltre è stato creato un nuovo ingresso che dal parco del colle Oppio immette direttamente nella Sala Ottagona, sede della mostra, e lungo il percorso di visita del padiglione della reggia neroniana è stato completamen-te rinnovato l’impianto di illuminazione. Allo stesso tempo, sono state allestite sculture fino ad oggi conser-vate nei depositi del monumento, contribuendo a celebrare lo sfarzo della residenza di Nerone.

La mostra

Pensata per il cinquecentenario della morte di Raffaello Sanzio che cadeva il 6 aprile del 2020, il Parco archeologico del Colosseo ha mantenuto nella sua programmazione Raffaello e la Domus Aurea. L’inven-zione delle grottesche: una mostra dagli straordinari apparati interattivi e multimediali allestita nella SalaOttagona e negli ambienti circostanti.

Intorno alla metà del secondo decennio del Cinquecento, Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520) fu il primo artista rinascimentale a comprendere a fondo la logica dei sistemi decorativi della residenza neroniana, riproponendoli organicamente, grazie alle sue profonde competenze antiquarie, in numerosi capolavori ricordati in questa esposizione curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo con Stefano Borghini e Ales-sandro D’Alessio, promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa.

Il progetto narra l’eccezionale storia della riscoperta della pittura antica sepolta nelle “grotte” dell’originaria Domus Aurea di Nerone. Una storia che comincia intorno al 1480, quando alcuni pittori, tra i primi Pintoric-chio, Filippino Lippi e Signorelli, si calano nelle cavità del colle Oppio – definite appunto grotte – per recarsi, a lume di torce, ad ammirare le decorazioni pittoriche, e da allora chiamate “grottesche”, di antichi ambien-ti romani. Stavano scoprendo, senza ancora saperlo, le rovine dimenticate dell’immenso palazzo imperiale di Nerone celebrato dalle fonti.

La mostra, il cui allestimento e interaction design sono progettati da Dotdotdot, si sviluppa nella Sala Otta-gona, vero e proprio capolavoro dell’architettura romana imperiale, e nei cinque ambienti limitrofi accessi-bili attraverso grandi velari su cui si sviluppa il progetto allestitivo, oltre alle Stanze di Achille a Sciro e di Ettore e Andromaca ancora preziosamente affrescate, dove si possono ammirare tracce delle cosiddette“grottesche”. Alle proiezioni digitali che coinvolgono l’intero spazio, si aggiunge il progetto di sound design. Un’approfondita ricerca storica sulla musica dell’antica Roma e sulle melodie proprie del Rinascimento dà origine a una colonna sonora composta ed eseguita in tempo reale, con tool digitali di musica generativa che evocano suoni di strumenti del passato e scale musicali proprie dell’epoca antica. Ne risulta un pae-saggio sonoro armonico con melodie classiche, dove anche il silenzio diventa un importante elemento nar-rativo.

Un nuovo ingresso

Per questa prima grande mostra all’interno della Domus Aurea è stato realizzato un ingresso dedicato: in una delle gallerie sotterranee originarie delle Terme di Traiano, lo studio Stefano Boeri Architetti ha proget-tato una passerella di accesso che –dal parco di colle Oppio– si insinua tra le rovine, sfiorandole, fino ad approdare nella Sala Ottagona della Domus Aurea. Una straordinaria opportunità per il visitatore di scopri-re le stratificazioni della storia e della bellezza degli ambienti ipogei, ed una linea guida luminosa che ac-compagna direttamente verso il cuore dell’edificio neroniano.

Nuova illuminazione, nuovi allestimenti

Sono stati restaurati e collocati lungo il percorso le sculture della musa Talia, che si aggiunge alla Tersicore già esposta, e di un’Amazzone, imponenti capitelli e un pilastro in marmo: tutti reperti provenienti dai depo-siti del monumento a rammentare il fasto dei marmi che – come ricordano i rinnovati apparati didattici – in-sieme agli affreschi, agli stucchi, ai mosaici decoravano gli ambienti della reggia di Nerone. Elementi deco-rativi adesso sotto una nuova luce. L’illuminazione, realizzata da Erco –su progetto del PArCo– prevede il lighting sostenibile non solo della passerella d’ingresso, ma anche degli spazi visitabili della Domus Aurea, dove persino gli interri che cancellarono la memoria del sito, e che ancora riempiono alcuni ambienti, gua-dagnano in imponenza.

Il catalogo

Alla mostra si accompagna il volume edito da Electa, che narra la riscoperta della Domus Aurea e l’inven-zione delle grottesche grazie allo straordinario impulso di Raffaello, ricordando la forte influenza iconogra-fica fino al Novecento. I saggi ripercorrono anche la storia del monumento con tutta la complessità, anche simbolica, del progetto architettonico e del programma decorativo in funzione dell’esaltazione dell’imma-gine dell’imperatore, così come l’impegno odierno per la tutela e la valorizzazione del monumento.

La mostra è visitabile tutti i giorni, e dal venerdì alla domenica è compresa nella visita guidata del cantiere della Domus Aurea. Per info: raffaellodomusaurea.it

Percorso mostra

Nella Sala Ottagona vengono proiettate sulla cupola immagini astrologiche dedotte dal globo sostenuto dall’Atlante Farnese, eccezionale prestito dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Svetonio, nella Vita di Nerone, ricorda che nella Domus Aurea il più memorabile salone per banchetti “era rotondo e ruotava su se stesso tutto il giorno, continuamente, come la terra”. Per evocare questa coenatio rotunda – che con ogni probabilità non si trovava presso il padiglione di colle Oppio e sulla cui esatta collocazione gli archeologi ancora discutono – è stata realizzata sulla volta della Sala Ottagona, assoluto capolavoro dell’architettura romana, una proiezione ruotante di immagini astrologiche ispirate al globo del celebre Atlante Farnese. A questi si alterna la proiezione di una caduta di petali di rosa come descriveva Svetonio avvenisse durante i banchetti dell’imperatore. A orari stabiliti, il videomapping si dissolve mentre gli effetti di luce naturale dall’oculo centrale simulano il passaggio dal giorno alla notte. Solo pochi minuti, che consentiranno ai visi-tatori di apprezzare gli straordinari effetti diurni immaginati e realizzati dagli architetti di Nerone Severo e Celere.

Primo ambiente: animali fantastici mezzi umani e mezzi vegetali, motivi fitomorfi, arpie e strumenti musica-li, vasi con perline, palmette sono tra i motivi decorativi che si rincorrevano nella Domus Aurea e che vengo-no scoperti da alcuni artisti presenti a Roma intorno all’anno 1480. Il visitatore stesso innesca questo rac-conto muovendo il proprio corpo, simulando il riverbero della fiamma delle torce, utilizzate all’epoca di Raffaello per illuminare gli ambienti sotterranei della Domus Aurea. Con un solo gesto la grottesca antica si trasforma, tramite morphing, in un motivo rinascimentale proprio di quegli artisti che per primi scoprirono un mondo di immagini fantastiche e sconosciute.

Secondo ambiente: dedicato allo studio e alla reinterpretazione delle grottesche da parte di Raffaello. Af-fiancato da allievi e da collaboratori, intorno alla metà del secondo decennio del Cinquecento, Raffaello realizzerà il primo vero studio sistematico di queste decorazioni parietali antiche, capace di consentirgli di riproporle organicamente come “decorazione globale” di ambienti appositamente progettati in chiave an-tiquaria.

Fulcro spettacolare di questo nucleo – e grazie a un accordo del Parco archeologico del Colosseo con i Musei Vaticani – è la riproduzione multimediale della Stufetta del Bibbiena: il minuscolo bagno privato dell’appartamento cardinalizio realizzato nel 1516 su disegno di Raffaello. In ogni parete, le grottesche della Stufetta – non visibile al pubblico perché non rientrano nel percorso di visita dei Musei Vaticani – si ingrandiscono e rimpiccioliscono generando inediti effetti di scala e mettendo in evidenza i dettagli più si-gnificativi dell’intero ciclo decorativo.

Terzo ambiente: un audio-racconto narra la memorabile scoperta del Laocoonte, il gruppo scultoreo rinve-nuto nel 1506 in uno spazio sotterraneo, che si trovava nella stessa area del palazzo neroniano.

In un videoloop le copie e le declinazioni nel tempo di questa scultura si susseguono in morphing sullo sfondo del calco in gesso del Laocoonte, prestito del museo di Palazzo Albani di Urbino che restituisce tutta l’imponenza dell’originale. Un gioco di luci ricrea poi la destinazione primaria di questo ambiente, decorato con una fontana a cascata. Quarto ambiente: una consolle interattiva – metaforica finestra sul mondo – permette ai visitatori di ammi-rare ed esplorare molteplici luoghi, in Italia e in Europa, decorati a grottesca dal ‘500 e fino all’ ‘800″.

FONTE. Testo e foto, inseriti al solo scopo di presentare l’evento: press kit Ufficio stampa della mostra, Electa