RAFFAELLO: LA PREDELLA DELLA PALA ODDI AL MUSEO DIOCESANO

Raffaello, Annunciazione, Predella della Pala Oddi, fonte press kit uf stampa Clp, immagine inserita al solo scopo di presentare l’evento

MILANO. È Raffaello Sanzio (Urbino 1483 – Roma 1520) l’autore del Capolavoro per Milano 2022. Fino al 29 gennaio 2023, il Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano ospita la Predella della Pala Oddi, capolavoro giovanile di uno dei maggiori esponenti del Rinascimento italiano, proveniente dalle collezioni dei Musei Vaticani, dove è esposta nella sala VIII della Pinacoteca dedicata a Raffaello. L’opera, un olio su tavola (cm 39 x 188), è suddivisa in tre scomparti raffiguranti l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi e la Presentazione al Tempio.

In occasione della mostra, curata da Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, e Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano di Milano, con la collaborazione di Fabrizio Biferali, col patrocinio di Regione Lombardia, del Comune di Milano, dell’Arcidiocesi di Milano, col contributo di UniCredit, di GiGroup, la predella è stata sottoposta a un intervento di restauro, condotto nel Laboratorio di Restauro Pitture dei Musei Vaticani ed eseguito dal maestro Paolo Violini. I preziosi colori usati da Raffaello hanno così recuperato la loro brillantezza originaria.

La Pala Oddi, una delle tre importanti commissioni che il pittore urbinate riceve a Perugia all’inizio del Cinquecento, è stata realizzata per l’altare della famiglia Oddi nella chiesa di San Francesco al Prato. Il dipinto rimane nella sua collocazione originaria fino al 1797: in quell’anno viene requisito dai francesi e portato a Parigi, dove resta fino al 1815, data in cui ritorna in Italia e per volere di Papa Pio VII entra a fare parte della nuova Pinacoteca Vaticana.

La pala, eseguita intorno al 1504, è considerata l’opera di Raffaello più vicina a Perugino ed è composta da un dipinto centrale raffigurante l’Incoronazione della Vergine e dalla predella dedicata a tre episodi mariani.

Sia nello scomparto centrale sia nella predella sono evidenti i due poli della formazione di Raffaello: da un lato il raffinato clima artistico e culturale dell’Urbino dei Montefeltro; dall’altro la pittura di Perugino, uno dei più celebri pittori attivi intorno alla metà degli anni novanta del Quattrocento fra Perugia e Firenze.

I tre scomparti della predella rivelano chiaramente l’influsso di Perugino, ma allo stesso tempo la genialità del giovane pittore già proiettato verso soluzioni pienamente rinascimentali, con esiti innovativi e moderni.

L’Annunciazione, che occupa lo spazio di sinistra, mostra chiaramente il debito di Raffaello nei confronti di Piero della Francesca e Perugino e in particolare riprende quella analoga dipinta dal pittore umbro nel 1497 nella predella della pala di Santa Maria Nova a Fano.

nche la scena centrale della predella, un’Adorazione dei Magi, è ancorata ai modi del Perugino, ma il giovane Raffaello propone qui un’inedita spazialità unitaria, grazie alla disposizione scalata delle figure prospetticamente nello spazio, resa efficace dall’espediente dei cavalli disposti lungo diagonali incrociate, sottolineando così il punto di fuga.

La trilogia mariana della predella si conclude con la scena della Presentazione di Gesù al Tempio, in cui protagonista assoluto dalla scena è l’interno di un tempio a pianta centrale, sorretto da colonne e pilastri con capitelli ionici, che rivela la passione di Raffaello per l’architettura e la sua approfondita conoscenza degli edifici classici. Mirabile lo scorcio prospettico della scena, che rivela l’assimilazione da parte del giovane urbinate delle teorie prospettiche di Piero della Francesca.

FONTE. Testo e foto, inseriti al solo scopo di presentare l’evento: press kit Ufficio stampa Clp