RETROSPETTIVA AL MUST DI CARNÀ FRA COSTRUTTIVISMO E ANTICA ARTE VETRARIA

L’artista accanto a una sua opera: immagine inserita al solo scopo di presentare la mostra

VIMERCATE. “Nemo profeta in patria” recita un famoso detto, anche se, ogni tanto, capita che le “massime” non vengano rispettate e non si possano applicare proprio a tutti. Quello che riguarda il personaggio di cui si tratta è proprio uno di quei casi.

Nelle sale del MUST, come consuetudine fra opere della collezione permanente di vasellame da fonte archeologica e sculture del XIV secolo, prendono spazio le opere d’arte contemporanea, le quali beneficiano di un allestimento che ben si plasma sulla particolare struttura che costituisce gli ambienti del museo, come del resto è stata anche la circostanza recente che ha ospitato opere del nuclearismo nella mostra intitolata “BOOM!”

Questa volta tocca a Marco Carnà; un nome che risuona forte e chiaro nella città di Monza, e identifica l’artista che ha realizzato le vetrate del Duomo dell’omonima città.

Artista rivoluzionario e uomo dal forte e libero pensiero, Carnà ha lasciato un segno altrettanto forte e personale nell’arte contemporanea, non solo dell’area briantea, tanto piu che gli studi critici riaprono il suo “dossier” con l’obiettivo di restituirgli il posto che merita.

Nato a Carnate nel 1929 e morto a Vimercate nel 2021, Carnà è stato un artista che ha attraversato la seconda metà del Novecento e il primo ventennio dei 2000 da solitario co-protagonista appartato rispetto a nomi più in evidenza in quel ventennio abbondante.

Ma non è soltanto del passato recente che si argomenta: negli anni Cinquanta e Sessanta visse a Milano una importante stagione creativa legata sl dibattiti sull’informazione e l’arte concettuale, frequentando artisti del calibro di Piero Manzoni, Enrico Castellani, Agostino Bonalumi ed esponendo a Milano, Londra, Parigi, Zurigo.

Marco Carnà non era solo un maestro delle vetrate, ma anche un influente figura nel mondo dell’arte, circondato da amici e artisti sopra citati. Questi legami hanno contribuito a cementare la sua posizione di rilievo nella scena artistica italiana e internazionale.

Dal 1963, la pittura di Marco Carnà subisce una significativa evoluzione. Ispirandosi alle raffinerie e alle fabbriche, crea i celebri “tubi”, che diventano la cifra distintiva della sua ricerca formale. Questi elementi industriali che vengono trasformati in arte, segnando l’inizio di un nuovo capitolo nel suo percorso creativo.

Le estroflessioni dei proverbiali “tubi” diventano la base per l’esplorazione di un nuovo stile artistico presto denominate “scultopitture”. Queste pitture a rilievo reinventano la figurazione in chiave Pop e vengono presto chiamate dallo stesso Carnà “Ironie”. Questo approccio innovativo permise all’epoca all’artista di distinguersi ulteriormente, trasformando elementi industriali in opere d’arte che sfidavano le convenzioni di quegli anni che vedevano arte e vita reale distinte e ben  individuate.

Al 2024, al MUST di Vimercate (MB) è stata allestita un’antologica dedicata all’artista brianzolo che ha preparato il progetto per le vetrate del Duomo monzese.

Si tratta di un’indagine sul ritmo e strutture primarie o più semplicemente Tubi: il variopinto e potente sistema espressivo che diventa presto la cifra distintiva della sua arte. Conseguenza dell’anomala circolarità del procedere di Marco Carnà è che nelle sue opere, come in un uovo, c’è già tutto, fin dall’inizio. Perché, come aveva scritto, “ad ogni progetto corrisponde comunque e sempre un destino”.

Questo evento è l’occasione per riscoprire un artista che ha saputo trasformare i suoi parziali fallimenti in libertà creativa e lasciare un’eredità artistica duratura e che ha saputo circondarsi di personalità del mondo della critica che non sempre era sul versante del il privilegiato canale politicamente favorito, ma che evidentemente avevano “occhio”, ( secondo il famoso adagio che già Longhi riteneva ineludibile).

La capacità di Carnà di innovare e di esplorare nuove forme d’arte lo rende una figura imprescindibile, il cui studio riaperto rappresenta un simbolo del suo merito, forse con un po di ritardo, ma giustamente ritrovato.

LUCA NAVA

Marco Carnà in mostra fino al 15/12/2024 al MUST, via Vittorio Emanuele 2, Vimercate.(mb) GIORNI E ORARI DI APERTURA: mercoledì e giovedì ore 10-13; venerdì, sabato e domenica ore 10-13 e 15-19.