RIAPRE CA’ PESARO CON UN OMAGGIO A UMBERTO MOGGIOLI

Una sala di Ca’ Pesaro (Courtesy of Uff. stampa MuVe)

VENEZIA. Finalmente, a quasi un anno esatto dalla marea che travolgeva la Serenissima nella sotte fra il 12 e il 13 novembre, sconvolgendo la vita dei veneziani e danneggiando parecchi edifici storici, riprende l’attività di Ca’ Pesaro, che fra le collezioni civiche è stata senza dubbio fra le più colpite dall’acqua alta, tanto da imporre una chiusura e una sistemazione.

Un’attività che riprende laddove si era interrotta, ovvero con l’apertura della mostra di Umberto Moggioli.

“La mostra – spiegano i promotori in una nota – propone la sua attività di paesaggista immerso nella Venezia lagunare di isole e barene, nei quattro anni del suo soggiorno buranello. I dipinti che nelle rassegne giovanili di Ca’ Pesaro e nelle prime Biennali del secolo incontrarono il gusto del pubblico e il plauso della critica tornano ora esposti, per la
prima volta riuniti, in un’occasione unica. Burano osservata dall’alto e dalla vicina Torcello, con le case colorate immerse nella luce del tramonto e gli orti lambiti dalla laguna densi di luce impressionista, il linearismo avvolgente, le sinuosità fitomorfe, le pennellate ampie e
fluenti, che testimoniano le interferenze culturali mitteleuropee e il legame con la cultura simbolista fin de siècle.

Con gli accordi cromatici capaci non solo di rendere le vibrazioni atmosferiche del variare delle stagioni e delle ore del giorno, ma anche di sollecitare i sensi facendo leva sulle potenzialità allusive dei toni, esplicitando la sua idea di pittura come strumento capace di coinvolgere emotivamente chi la osserva. Con la componente poetica tradotta visivamente in grandi cieli solcati da nubi ricche di sfumature lilla o da cirri biancastri, sinuosi e filiformi.
L’itinerario espositivo include una selezione di venti opere solitamente non visibili al pubblico, dipinti a olio, disegni e acqueforti provenienti da collezioni sia pubbliche che private, in gran parte transitate nelle sale di Ca’ Pesaro nelle mostre del 1912 e 1913 e in quelle postume del 1919.

U. Moggioli, Autunno – Treporti (Courtesy of Uff. stampa MuVe)

Un tributo doveroso a una personalità di assoluto rilievo, che pur nell’autonomia del proprio percorso espressivo ha indissolubilmente legato il suo nome a quello dell’avanguardia capesarina, contribuendo a rinnovare il panorama figurativo veneziano dei primi due decenni del Novecento.


Umberto Moggioli nasce a Trento nel 1886 e nel 1904 entra all’Accademia di Belle Arti di Venezia, sotto la guida di Guglielmo Ciardi, che lo avvia alla pittura “dal vero”. Nel 1907 è ammesso alla VII edizione della Biennale di Venezia, nel 1908 fa il suo primo viaggio a Roma, città che visiterà spesso e che segna il suo linguaggio pittorico, come si rileva
nelle opere allestite nel 1909 nella personale a Ca’ Pesaro e nel dipinto della campagna romana soleggiata che espone alla Biennale del 1910.

Alla fine del 1911 si stabilisce a Burano, la laguna entra nei quadri che vengono esposti nella VII collettiva capesarina e nella X Esposizione Internazionale d’Arte. Lascia l’isola nel 1915 arruolandosi volontario nel primo conflitto mondiale. Presto congedato per motivi di salute, nel 1916 fa ritorno a Roma, dove risiede in uno degli atelier di Villa Strohl Fern. Muore nella Capitale nel 1919, a soli 33 anni, vittima dell’influenza spagnola”.

NOTA. Le immagini a corredo dell’articolo sono state inserite per gentile concessione dell’Ufficio stampa del MuVe.