
BARI SARDO. Fino al 2 febbraio il MAB di Bari Sardo inaugura la programmazione del nuovo anno ospitando un progetto di Rosanna Rossi concepito nel 2017 per uno spazio architettonico di Cagliari e mai realizzato.
“Senza titolo per muro cieco”, a cura di Caterina Ghisu e Nicoletta Zonchello, racconta nelle sale del MAB un lavoro inedito, che segue in ordine cronologico “Il grande cerchio” (1997) di Cagliari e la “Meridiana d’artista” (2002) di Quartu Sant’Elena, realizzati in collaborazione con Carla Orrù e Lidia Pacchiarotti. L’inaugurazione si tiene il 5 gennaio alle ore 12.
Il lavoro di Rosanna Rossi si presenta come il frammento diagonale di una muraglia di cocci aguzzi di bottiglia di montaliana memoria, che, attraverso il vetro policromo, gioca sulla superficie della malta producendo un duplice effetto, sia corpuscolare sia ondulatorio: dalla posizione disgregata dei frammenti piatti alla base si increspa verso l’alto, aggregandosi più fitto in cima alla muraglia, lievemente aggettante.
Senza titolo per muro cieco è un progetto di forte intensità poetica,
che fa riflettere sul nostro modo di guardare, su come più si frammenta un oggetto meglio si comprende la sua interezza. Frammentare per ricomporre ricalca il lento lavoro dell’arte di Rosanna Rossi, al contempo microscopico e telescopico. Microscopici sono i frammenti di materia, che sia un coccio di vetro o un grumo di colore sulla punta del pennello, telescopico è lo sguardo che ricompone la frammentazione.
Nei filmati che accompagnano questa mostra, realizzati con un drone da Dario Sequi, e post prodotti da Emanuele Canu per il MAB, con la voce fuori campo di Rosanna Rossi, si coglie pienamente questo movimento dal frammento di materia alla sua espansione sul tessuto urbano di Cagliari e Quartu Sant’Elena. Ma emerge anche la narrazione del lungo mestiere dell’artista, che approda alla resa dei conti, quando la superficie da dominare è prima di tutto nella sua testa. Ecco che ritorna il rapporto tra piccolo e grande, la rete neurale che guida l’occhio e la mano si relaziona con il muro, nella città, nel quartiere, su un muro.
Nella sala principale del MAB di Bari Sardo, l’opera di Rosanna Rossi, allestita dalle curatrici come un’icona religiosa, illuminata nell’oscurità circostante, immersa in un’atmosfera carica di suggestioni mistiche, parla del mistero dell’arte attraverso la sua contemplazione.