SGUARDI: ANTONELLA GIAPPONESI TARENGHI ESPONE ALL’ADAFA

Elisabetta, un’opera di Antonella Giapponesi Tarenghi (courtesy of the artist)

CREMONA. Sarà inaugurata giovedì 18, alle ore 17,30, presso la sede dell’Adafa, in via Palestro 32, la mostra personale di Antonella Giapponesi Tarenghi. La rassegna sarà introdotta da Giusy Asnicar e da un preludio poetico di Manuela Copercini, e presentata da Simone Fappanni.

Nata a Soresina, l’artista vive a Rovato. Dopo anni di studi alla figura, avvertendo in essa un senso di limitatezza, per una maggior libertà esecutiva ha deciso di intraprendere nuove sperimentazioni abbracciando l’astrattismo: nasce così il periodo astratto geometrico, in cui i diversi progetti hanno preso parte a importanti eventi: per tre volte alla Triennale di Arti visive a Roma, alla 57° Biennale di Venezia, ospite del Padiglione Guatemala, e alla mostra dei soci del Museo della Permanente di Milano.

«Gli ultimi anni – spiega – mi hanno spinta a riscoprire la nostra umanità fragile e semplice e, mossa da sentimenti di solidarietà, ho voluto rivedere la vita e le emozioni negli occhi delle persone.

Tutto ciò mi ha spinta a intraprendere un nuovo percorso artistico, un viaggio tra cuore e ragione scandagliando l’animo umano, dove il volto diventa lo specchio delle nostre emozioni».

«Nelle ventisette opere esposte a Casa Sperlari – aggiunge Fappanni – emerge l’estro e la creatività di un’artista capace di emozionare attraverso una ritrattistica in cui emerge un attento quanto perspicace studio introspettivo, sempre rispettoso del soggetto.

L’artista accanto a una sua opera

Spiccano, in questo senso, gli occhi, vero “specchio dell’anima”, come dicevano gli antichi, che contribuiscono a determinare una prossimità affettiva con il fruitore.

Ecco allora che le età della vita, dall’infanzia alla vecchiaia, passando per l’adultità, si manifestano nella loro eccezionalità secondo precise alchimie visive».

Come sottolinea la stessa artista, «nel nostro cammino incrociamo ogni giorno diverse persone e a volte ci scambiamo sguardi, anche senza rendercene conto.

Essi dicono molto di noi, ci smascherano quando siamo tristi, arrabbiati, innamorati, preoccupati o stanchi. Lo sguardo implica, dunque,  qualcosa che va al di là del semplice “guardarsi” reciprocamente».

La mostra è visitabile gratuitamente fino al 30 maggio da martedì a domenica dalle ore 17.00 alle 19.00 (catalogo monografico in mostra).