Soli (in una mostra) o male accompagnati?

Il Gruppo “Visite Guidate rilassate” alla mostra di Ugo Nespolo a Milano
Da sinistra: Domenico Panariello, i pittori Sandro Barbati e Giorgio Denti, Simone Fappanni

Lo so, non è un interrogativo fra quelli che tolgono il sonno. Nemmeno un dubbio amletico. Ma visitare una mostra d’arte, di qualsiasi genere, è un’esperienza che deve dare piacere, deve dare un godimento allo spirito. Nei casi migliori dare un orgasmo… tutto mentale s’intende. Ma con chi andare? Soli o accompagnati? Soli potrebbe sembrare un’esperienza un po’ triste, perché non si ha modo di condividere impressioni ed emozioni (e perché no, anche critiche) riguardo ciò che si osserva. Però, vuoi mettere la libertà di starsene un’ora o anche più davanti a un quadro, uno solo? Decidere quando “andare oltre” e quando sedersi ad ammirare un dipinto o una scultura? E se si va in compagnia? Anche in questo caso c’è di mezzo un “dipende”. Dipende con chi. Se ci si va con chi proprio non ne vuole sapere d’arte e di artisti, beh, sinceramente, lasciate perdere. Sarà un lamento unico. Un “ma quando andiamo?”, “quando finisce?”…. Nel migliore dei casi un “c’è un bar qui dentro”? Idem se si va col gruppone. Di quelli che visitano una mostra perché “ci vanno tutti”. Sicuramente ci sarà la madama dorè impellicciata che ad alta voce esclama: “quel quadro”, caso mai un Matisse, un Renoir, un Chagall, “starebbe proprio bene nell’anticamera del mio bagno o in cucina, sopra al porta cucchiai”. Provocando ammirazione nelle sue “compagne di merende” e indignazione in tutti gli altri. Personalmente ho risolto la questione salvando capra e cavoli. Prima vado da solo a vedere una mostra, poi, se ne vale la pena, con tre amici “diversamente giovani”, sempre quelli, il “Gruppo Visite guidate rilassate” (vedi foto). Ci divertiamo tantissimo. Io faccio da guida, loro da pubblico. L’importante è questo in fondo, divertirsi con l’arte. E condividere l’arte con gli amici è un grande piacere.