
RICCONE. È come percorrere gran parte della storia del Novecento visitare la collezione di dipinti, documenti e cimeli del Museo Atelier “Alberto Spadolini” di Riccione (info: 347.8481443), nel 50° anniversario della scomparsa del geniale e poliedrico artista nato ad Ancona nel 1907 e morto a Parigi nel 1972.
Si resta incantati di fronte alla versatilità che lo rese illustre e celebrato in tanti campi, e lo rese protagonista della cosiddetta “età del jazz”: pittore e scultore, attore, cantante, ballerino e coreografo, scenografo e decoratore. giornalista e poeta, e infine anche agente segreto a servizio della resistenza francese. Eppure la natura riservata fece sì che dopo essersi trasferito a Riccione negli ultimi anni di vita la sua eccellenza umana ed artistica venisse pressoché dimenticata.
La sua riscoperta recente ha avuto come protagonista, intento a diffonderne la memoria, lo scrittore Marco Travaglini, nipote di “Spadò”, autore anche di “Spadò il danzatore nudo. La vita segreta dell’eclettico artista Alberto Spadolini”, scritto insieme allo storico Angelo Chiaretti e ad Andrée Lotey, docente di letteratura francese a Montréal, a cui ha fatto poi seguire “Arte & Spionaggio: Alberto Spadolini (anche l’Italia ha il suo James Bond)”.
Travaglini ci ha guidato dentro un universo ricco di sorprese.
«Una scoperta – dice — che prese il via nel 1978 da uno scatolone giunto dalle mie zie di Fermo che si rivelò pieno di documenti e fotografie, che raccontarono molto delle sue molte vite e degli straordinari incontri avuti nel corso delle sue varie carriere. Documenti e reperti che raccontarono anche alla mostra allestita nel maggio 2005 al Castello degli Agolanti, col patrocinio delle Ambasciate di Francia e di Svezia, l’amicizia con Gabriele D’Annunzio (che lo volle come decoratore al Vittoriale), l’apprendistato come attore al “Teatro degli Indipendenti” di Anton Giulio Bragaglia dove fu allievo di De Chirico, poi il trasferimento all’inizio degli anni Trenta a Parigi dove fu celebrato danzatore «barbaro», come lo definì Bragaglia, nel celebre “Après midi” debussiano,nel “Bolero” da lui coreografato e diretto dallo stesso Ravel. La rivista “Toute la vie” lo paragonò a Nijinsky e a Serge Lifar.
E poi sulle scene del varietà con la “Venere nera” Joséphine Baker (con cui ebbe un tempestoso rapporto d’amore e con cui condivise le battaglie contro la segregazione razziale), cantante con Mistinguette, attore cinematografico in pellicole con Jean Marais e Jean Gabin, regista con Django Reinhardt e Suzy Solidor, adattatore dei dialoghi per la London Film, giornalista della rivista “Sourire”.
Infine la scoperta che era stato agente segreto, come testimoniato da amici ed ex colleghi di Spadolini, rinvenuti e sentiti da Travaglini nel corso degli anni da vari Paesi, come Alec Wolfson secondo cui Spadolini possedeva un codice segreto per la decifrazione dei messaggi che celava nella cornice di suoi dipinti.
Numerose sono state le iniziative dedicate al suo ricordo, come il documentario “Spadò, il danzatore nudo”, della durata di 45’ nato da un’idea di Pupi Avati, presentato dopo il Bellaria Film Festival 2020 nella cornice del Vittoriale e nei principali festival italiani, e nel corso della 16. edizione del Los Angeles-italia Film Fashion and Art Festival 2021, manifestazione che che precede la notte degli Oscar.
“Spadò, il danzatore nudo con la sfera in mano” è il titolo anche della foto di Dora Maar, compagna di Panlo Picasso, ora di proprietà di Sir Elton John e recentemente esposta alla Tate Gallery di Londra.
«Un italiano tra i migliori che osarono uscire dagli schemi dei propri tempi», ha detto Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale.
In occasione dell’esposizione virtuale nel francese Castello di Brignac nel 2015, dal titolo “Spadolini alla corte di Joséphine Baker”, anche l’allora presidente francese Holland volle ringraziare per la riscoperta di Spadolini «artista ricco di talenti, che ha illustrato la scena e il cinema francese».
AUTORE: MARCELLO TOSI
Si ringrazia la Collezione Atelier Spadolini per la concessione della riproduzione dell’opera Alberto Spadolini: “Variation Symétrique – Etoile de l’Opéra de Paris » 1955 /1960 Olio su compensato 52 x 41 per corredare il presente articolo.