STORIE DI DONNE SAMURAI IN MOSTRA DA TENOHA

Uno scorcio dell’allestimento, press kit Tenoha

MILANO. “Storie di donne samurai” è una mostra sui generis, assolutamente da vedere, allestita fino al 26 novembre a Milano presso Tenoha, in via Vigevano 18. Grazie ad iniziative come questa abbiamo, infatti, la possibilità di conoscere meglio alcune caratteristiche dei costumi e degli usi del Giappone antico . Chi infatti , quando si parla di guerrieri samurai , può dire di averne avuto cognizione , ma nel contempo ha poche informazioni sulla loro controparte femminile cioè di donne ( mogli , vedove , sorelle ) imparentate con altrettanti guerrieri anch’esse divenute per necessità implacabili guerriere , o vendicatrici di torti subiti da loro famigliari . Le storie di questi personaggi , però non sono state fino ad ora più di tanto diffuse anche in relazione alla tipica narrazione giapponese che tende in linea di massima ad approfondire con maggiore enfasi le vicende che hanno protagonisti maschili . Nel bel libro di Sebastien Perez egregiamente illustrato da Benjamine Lacombe si cerca di ovviare a queste mancanze e ci si dedica proprio all’universo delle guerriere samurai che la storiografia tradizionale spesso relega in posizioni troppo secondarie .    

Le notizie di queste guerriere ci giungono spesso da racconti mitici , canti religiosi , recite teatrali e si tratta di donne che sono state costrette ad assumere ruoli considerati non propri a causa della mancanza o della indisponibilità dei loro partner maschili .

Un merito maggiore va riconosciuto a queste guerriere ( le onna-bugisha le donne samurai ) perché molto spesso prima di potere raggiungere il posto che la storia ha riservato loro hanno dovuto combattere anche gli ostacoli interni creati dai loro stessi famigliari che non approvavano le loro idee Nel libro giù citato troviamo i ritratti di sette guerriere samurai scelte a titolo esemplificativo per illustrare queste donne samurai , le onna-bugisha , ed i conflitti che hanno dovuto affrontare .

Nell’esposizione ognuna di esse ha uno spazio specifico . Temporalmente si copre tutto il medioevo giapponese arrivando fino alla conclusione della guerra che ha posto di fronte il Daymio , capo dell’esercito , con l’imperatore stesso . Era la fine del 1800 e da allora la vittoria dell’imperatore ha decretato la scomparsa dei samurai .

La leggendaria imperatrice Jingu del periodo Yayoi

Rimasta sola alla morte del marito ne continuò le gesta guidando le sue truppe alla conquista di tre regni confinanti . Per fare ciò dovette riallacciare i contatti con le divinità marine dalle quali da molto tempo si era allontanata anche a causa delle idee che suo marito ed i suoi consiglieri avevano sulla ripresa delle ostilità . Questo nuovo avvicinamento si tradusse con un nuovo contatto che si formò con altri tre spiriti marini ( Soko , Naka e Uwa ) che le si affiancarono per aiutarla . L’avere riguadagnato un rapporto di dialogo con il mondo sommerso le favorì anche la conoscenza con il drago Ryujin , che poi non era altro che uno degli aspetti esteriori del dio del mare .Ma era arrivato anche il momento di lasciarsi , perché l’imperatrice doveva tornare al suo regno terrestre . Che in quel momento la flotta coreana stava già minacciando e che solo grazie ai due regali avuti dal dio del mare si riuscirà a salvare . Conclusosi il conflitto , l’imperatrice Jingu diede alla luce un figlio . Spesso ripensava al dio drago , ma non lo riuscì a rivederlo più . 

 Tomoe Gozen periodo Heian e Kamakura

Le imprese di Tomoe Gozen sono tratte da un repertorio di canti eseguiti da monaci ancora in periodo medioevale con l’accompagnamento del liuto biwa . L’ opera narra gli scontri fra due grandi clan di guerrieri, i Taira ed i Minamoto che nel XII secolo rivaleggiarono per il controllo politico e giudiziario sulle famiglie della classe militare . Le prodezze di Tomoe venivano già menzionate , ma fu soprattutto grazie a quelle rappresentazioni teatrali che la sua immagine di implacabile combattente armata di naginata acquistò notorietà

Ohori Tsuruhime periodo Muromachi

Alla morte del padre era diventata la sacerdotessa del santuario . Una lunga catena di eventi aveva causato la morte dei due fratelli maggiori ed ora il compito della difesa toccava lei .              

Fin da piccola le avevano insegnato ad essere forte e coraggiosa . La notte prima erano giunti i nemici ed ora la loro flotta copriva a perdita d’occhio la distesa blu . Uno dei vascelli attirò la sua attenzione perché portava le insegne di un generale , davano la vittoria come già acquisita . Lei sapeva che avevano ragione . La salvezza dei suoi dipendeva dalla strategia che avrebbe usato . La sacerdotessa si stese a galla sui flutti : stava pregando . Sentiva i pesci nuotarle intorno incuriositi da quel corpo estraneo ,ma dopo un lungo momento la accettarono come parte del loro ambiente . L’acqua prese  a scivolarle lungo il corpo e gli spiriti la conducevano verso le navi . La giovane sacerdotessa si issò sulla nave del generale per sfidarlo a duello . Lei era più agile e leggera e si limitava a schivare gli affondi dell’uomo finchè avutolo a tiro non gli diede il colpo mortale . Quello non era che l’inizio della guerra . Si tuffò inseguita da un nugolo di frecce . Arrivarono alleati da tutto il Giappone e bisognava attaccare subito . Via via che la flotta di Tsuruhime arrivava , quella del clan Ouchi si ritirava. La battaglia era vinta , ma ce ne sarebbero state altre molto presto . Quella vittoria aveva concesso loro una tregua . Appena sbarcata sulla sua isola andò a riposare . I sogni la portarono verso nuovi combattimenti. Ebbe anche due presagi di morte : uno per un giovane che avrebbe potuto amare ed uno per lei stessa . Avrebbe vagato negli abissi , non avrebbe più respirato e sarebbe divenuta una creatura marina .

 Kaihime  periodo Azuchi-Momoyama e Edo

Ad occhi chiusi sto mettendo ordine nei miei pensieri . Volevo simulare la mia morte , ma sapevo che non avreste mai smesso di cercare il mio corpo . Spero mi lascerete in pace se vi confesso la mia fuga.    Non ho viaggiato da sola , Nahime e Chacha sono state le mie fedeli compagne . E’ stato un periplo estenuante . Pioggia , vento e tutti gli elementi ci erano ostili . Finalmente sono libera , libera di essere me stessa . Dovevo fuggire da Hideyoshi e da voi . Ero disposta a tutto pur di fuggire da voi . Siete voi ad avere creato la spietata combattente che sono diventata . Durante l’assedio di Odawara non ho avuto alcuna paura , ma mi si strinse il cuore quando l’esercito di Hideyoshi circondò il castello di Oshi . Il nostro esercito era debole e impreparato , ma abbiamo resistito . Voi , padre avevate altri piani e faceste suonare la ritirata . Alla fine mi avete consegnato al nemico : diventare suo generale era per voi più importante dell’onore di una figlia . Così presi ad odiarvi più di quanto facessi con il mio carceriere . La combattiva Khaihime stava sparendo . Adesso il mio nome era diventato Aki . Nahime fu la prima a penetrare il mio guscio . Odiava a morte suo padre Hideyoshi come io odiavo il mio . Per quelle nuove sorelle sarei tornata a combattere . Più volte ci aggredirono i briganti ,ma nessuno di loro poteva tenere testa a Khaihime , col tempo arrivarono persino a rifornirci di armi e vettovaglie . In me si era accesa una fiamma . Ora avevo un nuovo clan formato da donne amiche , sorelle . Per questo vi ringrazio padre , ma vi avverto se mai la nostre strade si dovessero incrociare non avrò per voi alcuna pietà .                                                                               

La vostra figlia KAI  Le sorelle vendicatrici  periodo Edo

Miyagino era arrivata in quella casa già da dieci anni ed ora era diventata una geisha famosa tanto che molti uomini venivano da lontano per godere della sua compagnia . La proprietaria del locale l’aveva squadrata con cura poi , nonostante i capelli fradici di pioggia ed i sandali sporchi di fango l’aveva fatta entrare . La giovane aveva un viso grazioso e una fluente chioma neracon riflessi turchini . Durante il suo soggiorno presso la casa di Okasan aveva imparato a comportarsi come una geisha esperta . Senza alcun preavviso si era presentata alla porta una donna intrusa .

La geisha nonostante il tempo passato , riconobbe sua sorella minore Shinobu che l’aveva cercata perché doveva informarla dell’assassinio del loro padre . C’era stata una lite e un samurai aveva assalito il padre uccidendolo . Shinobu si domandò cosa avrebbe potuto trovare presso la sorella non avendo ne la sua bellezza ne i suoi talenti . Fu Miyagino , la sorella geisha che tornò a trovarla per proporle di preparare la vendetta per la morte del padre .

Grazie all’iniziazione alle scienze occulte avuta da Okasan , Miyagino aveva la capacità di conoscere sia il nome del samurai assassino che dove trovarlo . Altre entità erano lì in quel momento e fluttuavano nell’aria circondandole con la loro energia . Da quando si erano ritrovate, niente era stato più come prima.

Il samurai stava arrivando e loro lo sorpresero disarcionandolo . Miyagino gli balzò al collo provando a soffocarlo , ma questi reagì allontanandola con un gesto improvviso , ma non riusciva a divincolarsi da una serie di figure nere che lo stavano avvolgendo come dentro un bozzolo . Erano gli spettri delle vittime da lui uccise . Poi una lama uscì dal petto dell’uomo mentre lui si accasciava a terra . Ad una ad una le ombre evocate si dissolsero mentre solo quella del padre si trattenne solo qualche istante di più . Le due sorelle allora tornate a casa le appiccarono il fuoco. Non si lasciarono più.

Nakano Takeko  periodo Edo Città di Kamakura anno 1967

Tempio Hokai . Il fantasma di una donna aleggia tra gli aceri dai colori autunnali . Il suo sguardo è triste . Una veste bianca ha preso il posto della sua armatura . Una ferita sanguinante le orna il collo come una collana . Ricorda il suo passato ed i patimenti sofferti . Si chiamava Nakano Takeko . Cento anni sono passati . Avrebbe potuto abbandonare questo mondo , ma lo sfregio sopra il petto le impedisce di dimenticare . Sente ancora il pianto ed i lamenti di sua sorella , Yuko che si avvicina per darle il colpo di grazia tagliandole la testa per non farla diventare un trofeo per i nemici .           Il suo fantasma si aggira vicino al grande pino , ma cosa ne è stato di sua sorella e del loro esercito di donne ? Della battaglia non ricorda nulla . Avrebbe voluto leggere sui vessilli il suo nome e quello delle sue compagne , ma non sono mai stati commemorati : la storia era stata fatta dagli uomini e le donne ne erano escluse . Vorrebbe urlare perché finalmente ci si ricordi anche di lei .

Città di Edo anno 1857

Takeko si sta allenando alle arti marziali con la sua amica Yuki . Tutti gli occhi sono puntati sulle due donne . Takeko è più forte , ma non vuole umiliare l’ amica .

Città di Aizu anno 1868

Urla , pianti . Si legge il terrore negli occhi dei bambini , da qualche giorno l’ombra del drago incombe sulla città . I samurai sono partiti per affrontarlo , Takeko vorrebbe seguirli , ma il signore di Aizu glielo impedisce : le donne non sono adatte a maneggiare una spada katana . Se dunque non vogliono sapere niente di lei , arruolerà un proprio battaglione di sole donne . Fiere e impettite le samurai vanno verso lo scontro . Partecipano agli assalti , colpiscono , perforano le armature , Takeko si sente al posto giusto . Yuko sua sorella è con lei . Takeko sa che è ardita e ribelle e per questo teme per lei . Così interviene d’istinto e si getta davanti a lei per farle da scudo . Un uomo spara , una fitta acuta le invade il petto , e crolla a terra . Takeko sente che a poco a poco la forza vitale la abbandona

Posa la mano sul viso della sorella carezzandone il candido incarnato . Yuko sa cosa Takeko le chiede e non stacca mai lo sguardo da quei bellissimi occhi a mandola . Lei la deve decapitare . Takeko non sentirà altro che la che gelida carezza della lama sul collo .

Città di Kamakura anno 1968

Il fantasma di Takeko ritorna nei luoghi dove le era stata tolta la vita . Il giovane fantasma rivive il momento nel quale ha abbandonato il proprio involucro squarciato . Dalla bocca di Yuko non usciva nessun suono , ma dagli occhi grondavano le lacrime che lei asciugava con il risvolto della manica .  Le compagne d’arme avevano nascosto il corpo , mentre la sorella aveva tenuto per se la testa L’avrebbe portata al tempio Hokai dove l’avrebbe seppellita ai piedi di un pino maestoso i cui aghi fischiavano nel vento . Qui ricompose il terreno e vi pose sopra due pietre una bianca ed una nera , estremo simbolo del legame che la univa alla sorella .   Alcune ragazze in hakama e fasce bianche sulla fronte si avvicinano al grande pino . La prima tiene in mano un vessillo con sopra scritto Nakano Takeko . Per un istante di riconciliazione il mondo dei vivi e quello dei morti si incontrano . Il fantasma di Takeko ha quasi l’impressione di riprendere vita e dagli occhi trasparenti le scende una lacrima , come fosse ancora viva

 Yamamoto Yaeko  periodo Edo  Ere Mieji e Tiasho

1868 Aizu

In un avamposto sulle alture della città Yaeko aveva appena sparato ad un soldato . Da quando quella maledetta guerra del drago era scoppiata lei aveva offerto spontaneamente i suoi servigi per difendere Aizu . Ogni volta mirava alla testa o al cuore . La prima vittima era stata un ragazzo. Il proiettile aveva colto il soldato in mezzo agli occhi troncandone il respiro . Quell’immagine non l’avrebbe più lasciata. Una nebbia densa circondava i cadaveri . La donna ritrovò la sua vittima e le chiuse gli occhi Sulla pianura di Aizu era aleggiata l’ombra del drago ma , quella mattina se ne era andato e Yaeko finalmente aveva potuto potè lasciare scorrere le sue lacrime .

1880 Kyoto

La casetta era tranquilla , in un piccolo giardino gli ospiti attendevano solo l’inizio della cerimonia . Era tardo pomeriggio e le candele diffondevano solo una lieve luminescenza .

Lasciando Aizu Yaeko aveva voltato le spalle al passato e creato intorno a se un mondo di quiete ed armonia . La giovane fece scivolare le ciotole con l’infuso verso i suoi ospiti . Infine i commensali lasciarono la casa del te e , di nuovo l’artista si congedò da loro . Probabilmente si sarebbero scambiati commenti su quel momento trascorso con Nijima Sochiku , continuando ad ignorare quale spietata guerriera fosse stata quando ancora si chiamava Yamamoto Yaeko .

1904 Chemulpo

Presto sarebbero arrivati . Tutto era pronto per accoglierli . Yaeko sperava che questa fosse

l’occasione che aspettava da tempo per potere redimersi . Non era un medico , ma sapeva intervenire meglio di chiunque altro sulle ferite di guerra.

Per alleviare il terrore dei feriti le capitava di mentire , ma in quel caso il soldato sarebbe guarito . Gli prese le mani e recitò con lui una preghiera per la sua salvezza , poi lo lasciò per dedicarsi ad un altro ferito.                                                                               

Il suo sguardo aveva acquisito un certa dolcezza ed infine aveva anche abbandonato il suo mondo di silenzi diventando esperta nel confortare anime e cuori . Cambiando Yaeko era riuscita anche a ritrovare il sonno notturno da tempo perso .

STEFANO COZZAGLIO

ORARI

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