SUCCESSO PER LA GITA CULTURALE A BRESCIA ORGANIZZATA DA BIBLIOTECA COMUNALE E PRO LOCO

BRESCIA. Dopo la conferenza introduttiva nella Sala Consiliare del Comune di Pescarolo ed Uniti, si è svolta, come da programma, la gita culturale a Brescia. I tanti partecipanti hanno potuto così ammirare il centro storico della “città della Leonessa”, oltre che le magnifiche opere conservate al Museo di Santa Giulia, al Parco Archeologico e a Palazzo Martinengo. Guidati dall’assessore Marta Fiammetti e dal critico e storico d’arte Simone Fappanni, i gitanti hanno iniziato con l’ammirare l’antico monastero voluto da Desiderio, ultimo re dei Longobardi, partendo dalla preistoria fino alla costituzione dell’antica Brixia, passando in rassegna capolavori come la celebre Vittoria alata, una monumentale scultura rinvenuta casualmente nell’Ottocento, la non meno celebre Croce del Desiderio, con le sue preziose 212 gemme, la basilica di San Salvatore, con affreschi del Romanino, e Santa Giulia, con opere che si devono ad eccellenti maestranze bresciane, fra cui quelle della bottega di Floriano Ferramola. A Palazzo Martinengo, invece si ha avuto l’occasione di ammirare una mostra interamente dedicata alla Belle Époque. «La rassegna – ha detto Fappanni – propone ben ottanta opere che documentano il fervente clima sociale e culturale della Parigi dell’ultimo quarto del XIX secolo, un periodo di prosperità che, seppure è durato una quarantina d’anni, ha inciso profondamente nella storia del costume. Complice la fiducia nei grandi progressi della tecnica, che fra l’altro stavano trasformando una parte significativa della Ville Lumière e nelle sorprendenti scoperte scientifiche, la capitale francese è stata il fulcro di un momento che ha positivamente investito i più diversi campi della creatività, come documenta l’esposizione bresciana che accoglie non soltanto dipinti, ma anche altri manufatti. In questo clima culturale, fra gli eleganti boulevard, i sontuosi soggiorni dell’alta borghesia, i frequentatissimi teatri e i caffè, dove fra semplici avventori s’incontravano e discutevano animatamente intellettuali di ogni estrazione, si afferma un’arte caratterizzata da un’inimitabile raffinatezza. Alfieri di tutto questo, e testimoni in presa diretta di questo sommovimento, sono “les Italiens de Paris”,  secondo la bella definizione di Diego Martelli, ovvero quei grandi pittori italiani che all’ombra della Tour Eiffel hanno trovato fortuna grazie al loro incredibile talento. Fra questi i più celebri sono Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi, Vittorio Corcos e Antonio Mancini».