BERGAMO. Una mostra di un solo quadro e molti ” accessori”. Questo è quanto, con originalità, presenta l’Accademia Carrara che ospita, fino ad aprile 2024, il Ritratto di Pietro Aretino realizzato da Tiziano, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi, nel progetto espositivo riguardante Tiziano e Pietro Aretino e la figura dell’intellettuale nel Cinquecento intitolato: “Il ritratto di un protagonista del Rinascimento.”
La mostra indaga la figura di Aretino, celebre intellettuale, poeta e polemista del Cinquecento, amante dell’arte e in qualche modo prodromico della figura del critico d’arte a venire, attraverso uno dei capolavori di Tiziano Vecellio.
L’opera esposta è stata eseguita nel 1545, e risulta meritevole di praticare considerazione non soltanto per il valore simbolico che porta con se, ma anche per la sua qualità e la destinazione particolare: Aretino si presenta soggetto delle storie che lo riguardano, così come committente del dipinto.
Il letterato, donando il ritratto a Cosimo I de’ Medici per ottenerne protezione, opero’ una mossa di autopromozione audace per l’epoca in cui visse. Tiziano da parte sua, fu spirito eclettico e per molti versi complementare al letterato.
L’artista veneziano rappresenta Aretino all’apice del successo, unendo status sociale e un ritratto intriso di fisiognomica consapevolezza e conoscenza.
La mostra altresì approfondisce la vita di Aretino, esponendo medaglie di diversi artisti, come Leone Leoni, che narrano la sua carriera e ne evidenziano l’influenza e profonda riflessione sull’arte, con modi inconsueti ai suoi tempi.
Presenti due dei primissimi volumi realizzati a stampa, quando in Venezia iniziava a essere fiorente l’attività di Aldo Manunzio, e anche per questo significativi: tra questi i “Sonetti lussuriosi” del 1525 realizzati su ispirazione di alcuni dipinti di Giulio Romano.
La commedia “La Talanta” del 1542, integra e completana il percorso, offrendo una visione dello spirito e dell’eclettismo di Aretino e della sua interazione con il mondo dell’arte a lui contemporaneo.
L’iniziativa, lungi dall’essere una pomposa esibizione, va anzi a presentare in modo essenziale ma efficace il percorso di vita e intellettuale dell’Aretino.
Cosi proposto il tema descrive la figura dell’intellettuale andando, negli intent,i ben oltre il dipinto di Tiziano, rivelando il legame profondo tra la figura nascente nelle corti “dell’uomo di lettere” e le arti visive in genere nel Cinquecento.
Da questa riflessione sul ruolo e i connotati della figura dell’intellettuale che parte da Aretino, idealmente si può gettare uno sguardo di massima sulla presenza di numerose figure analoghe a lui nelle corti italiane.
Se ne troveranno ruolo in abbondanti ed evidenti influenze soprattutto nelle scelte collezionistiche e di committenza, non di rado anche di forte influenza in decisioni politiche o di politica matrimoniale fra le famiglie regnanti dell’epoca.
LUCA NAVA