TRENTA PAESAGGI ACQUATICI DI UMBERTO LILLONI IN MOSTRA

U. Lilloni, Punta Agnelli 1952 67,5×94, press kit uf stampa Comune di Milano: immagine inserita al solo scopo di presentare la mostra

MILANO. L’Acquario Civico di Milano ospita, fino all’8 gennaio, la mostra Acqua, a cura di Elisabetta Polezzo, dedicata al pittore Umberto Lilloni (1898-1980). L’esposizione presenta 30 dipinti realizzati dall’artista tra gli anni Trenta e gli anni Settanta, tutti dedicati a paesaggi acquatici.

L’interesse di Lilloni per l’acqua trova origine negli anni della prima guerra mondiale, quando il giovane artista è arruolato nei reparti d’assalto della fanteria. Risale, infatti, a quel periodo un episodio drammatico che lo vede protagonista, sul Piave, quando a causa dell’improvviso ingrossamento del fiume fu separato dai suoi commilitoni e ne ascoltò per tutta la notte, inerme, le invocazioni d’aiuto. Questo ricordo doloroso giustifica e testimonia, da parte di Lilloni, le ragioni di una fuga dall’orrore della guerra per trovare conforto in una produzione fiabesca. Una fuga che, riprendendo quanto scritto dal pittore e critico d’arte Mario Lepore, l’artista utilizza per “… esprimere con la propria arte uno stato d’animo interiore, attraverso la rappresentazione del suo opposto: cioè un sereno paesaggio…”.

Nel 1939 l’importanza del tema “acqua” nella pittura di Lilloni è individuata dal giornalista e scrittore Emilio Radius che, nei suoi scritti, sottolinea come le acque siano rappresentate “con una Sapienza che ha dell’allegorico. Dove ci sono le acque il pennello di Lilloni è guidato da un angelo. Acque familiari di lago coniugate con la piazza o con la passeggiata del borgo, acque caste e selvagge tra i monti, acque di fiume che vengono a mettere tra case villerecce lo sgomento di un immenso specchio, acque di lago ameno pronte a sorridere al primo alito di vento, acque e scurrili di canale suburbano, belle acque addormentate in un’ansa, acque del mare abbandonate a se stesse senza speranza di requie, come per l’eternità, acque della laguna di Venezia o acque di corte solenne come tappeti di Persia, ancora e sempre acque di uno dei suoi diletti laghi, a specchio della sua coscienza di artista maturo”.

In sintonia con queste suggestioni, l’acqua è il filo conduttore della mostra presentata in Acquario, progettata con l’obiettivo di trasportare il visitatore nel mondo lieve e confortante della poetica lilloniana, per fargli scoprire come questa sia il contraltare e il rifugio di un animo turbato, come sottolinea la curatrice della mostra, Elisabetta Polezzo: “… In queste opere senza chiaroscuro la luce illumina quel che viene rappresentato ma sembra non riuscire ad illuminare quella segreta, acquatica cisterna emotiva che, pur rappresentata, rimane interna e nascosta. Assoluta. La visione di un uomo apparentemente senza ombre che forse invece le conosce così bene da temerle. Non c’è in Lilloni l’effettiva serenità di uno sguardo pacificato sulla natura quanto piuttosto l’esigenza di piegare la realtà a questo desiderio di pace e semplicità, domando dissidi interiori. …”

In esposizione saranno presenti opere provenienti da diverse collezioni, tra cui quelle del patrimonio artistico del Banco BPM che rappresentano la Milano ottocentesca con i suoi Navigli, oltre alle più note vedute marine e ai paesaggi urbani affacciati sull’acqua, nonché le vedute montane con torrenti impetuosi e i placidi laghi lombardi.

L’esposizione è promossa dal Comune di Milano Cultura e dall’Acquario – Civica Stazione Idrobiologica.  

FONTE. Testo e foto, inseriti al solo scopo di presentare l’evento: press kit Ufficio stampa Comune di Milano