ULISSE: L’ARTE E IL MITO IN 250 OPERE AI MUSEI DI SAN DOMENICO

Testa di Ulisse, Museo Archeologico di Sperlonga.

FORLÌ. Quando si pensa ad Ulisse si pensa al viaggio che l’eroe Greco, dopo aver contribuito in maniera determinante, con il celebre inganno del cavallo, alla conquista di Troia, compie per ritornare faticosamente ad Itaca, definita da Ugo Foscolo, nella sua poesia A Zacinto, “petrosa”, in quanto brulla.

Ma pur sempre la patria a cui fare ritorno, la terra in cui ritrovare gli affetti più cari, ovvero la moglie Penelope e il figlio Telemaco.

E a Ulisse e al suo viaggio, metafora di tante peregrinazioni umane, è dedicata una mostra davvero ampia e articolata che merita senza dubbio una visita.

La rassegna allestita ai Musei di San Domenico è, infatti, di quelle che abbracciano una storia eterna perché riguarda l’uomo e si ripropone sempre e comunque, seppure in modo differente. Questa significativa metafora viene “raccontata” in ben 250 opere suddivise in ben sedici sezioni.

John W. Waterhouse, Sirena, Royal-Academy-of-Arts.

Il percorso, che comprende dipinti, sculture, miniature, mosaici, ceramiche, arazzi, e tanti altri lavori, consente di apprezzare quanto il racconto omerico abbia attraversato una parte importante della storia della cultura con i valori che sono insiti nella figura dell’eroe.

Simbolo di questo itinerario è il celebre Ulisse di Sperlonga, che fissa nel marmo un ideale ritratto di colui che, nonostante le avversità riesce sempre ad andare oltre i propri limiti. E ciò si salda, ancora una volta, con la vita

Tra i lavori più noti spiccano Le Muse inquietanti di Giorgio de Chirico, eccellente opera del periodo metafisico del pittore di Volos, e La sirena di John William Waterhouse, opere differenti ma tutte connotate da quella grandezza espressiva che le rende dei capolavori assoluti.

Giorgio de Chirico, Le Muse inquietanti,
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna

Ha ragione Gianfranco Brunelli nel sostenere che si tratta di «una mostra dove la grande arte non appare ancella, per quanto meravigliosa, della storia e del mito e non ne è mera illustrazione, ma evidenzia come dalla diretta relazione tra arte e mito, attraverso la figura paradigmatica di Ulisse, nasca e si rinnovi il racconto. Perché l’arte, figurandolo, ha trasformato il mito. E il mito ha raccontato la forma dell’arte».

AUTORE: SIMONE FAPPANNI – RIPRODUZIONE RISERVATA

INFO: Ulisse. L’arte e il mito, Forli, Musei San Domenico, fino 31 ottobre 2020, web: www.mostraulisse.it fb: @mostraUlisseForli catalogo: Silvana Editoriale

NOTA. Le immagini delle opere qui presentate sono state inserite esclusivamente per corredare il presente articolo di presentazione della mostra in osservanza a quanto indicato nelle note dell’Ufficio stampa della rassegna.