MODENA. Che conosciate o meno l’Ultraromanicismo vale davvero la pena visitare la mostra che indaga “il post umano, tra inquietudini e abbandono”, come recita il suo sottotitolo, allestita nel modenese in diverse location.
Questi i dettagli desunti dal comunicato stampa: “Nella provincia “romantica” di Modena, che tra la fine del ‘700 e per tutto l’800 ha vissuto un periodo di forte sviluppo culturale attraverso le arti e l’archeologia, va in scena, fino al 16 gennaio 2022, “Ultraromanticismo. Il post umano, tra inquietudini e abbandono”, esposizione collettiva in sei atti che condurrà lo spettatore alla scoperta delle sedi museali e dei tesori storici e architettonici della provincia modenese, grazie alle opere d’arte realizzate da una cinquantina di artisti contemporanei che operano in diversi ambiti: pittura, scultura, fotografia, video, installazione, ceramica.
Promosso dai Comuni di Castelnuovo Rangone, Pavullo nel Frignano, Castelfranco Emilia, Savignano sul Panaro, Spilamberto e Vignola, in collaborazione con l’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte, il progetto costituisce un esempio virtuoso di network territoriale nel panorama italiano, fondato sulla condivisione e finalizzato alla valorizzazione della ricerca artistica contemporanea e dei luoghi della cultura e del sacro.
La mostra, realizzata con il sostegno di BPER Banca (main sponsor) e Galleria Ossimoro, è curata da Sergio Bianchi, Alessandro Mescoli, Massimiliano Piccinini, Federica Sala, Laura Solieri e Andrea Barillaro, curatori indipendenti che fanno capo all’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte.
«Crediamo – spiegano i curatori – che questa mostra sottenda principalmente ad un sentimento. Una sorta di intraducibile sentire che ci accomuna, nel risultato, attraverso derive culturali ed affettività visive. Aspetti che da soli non bastano a narrare l’oggettivazione, giustificandola, di un’esposizione come questa, ma ne sono l’origine. C’è poi un fulcro nascosto ed animista che intendiamo esplorare e rinnovare nel visitatore, costituito dai temi propri del pensiero romantico, quello storico, ottocentesco, transitato fino a noi attraverso la pittura e le letture. Temi cari all’uomo, una semantica dell’incanto impossibile da realizzare in assenza di luoghi densi di storia come chiese ed antichi palazzi. Dalla poetica della nebbia, così emiliana e ossianica nel medesimo istante, alla serenità di una malinconia senza tristezza, fino al fascino dell’abbandono: di un luogo, dell’uomo, anatomicamente articolato sulla soglia del tempo, tra rovina e ritrovamento, oppure dei suoi relitti. Una particolare attenzione alle immagini dell’inconscio e del mistero, nel cui insieme anche la sacralità intesa come recondito segreto custodito dal pigmento (e dall’agire del pittore) non sarà assente. Come ultimo approdo rimane il grottesco, mediato anche dal cambiamento del corpo. Estensioni corporee e protesiche come simulacri, spesso ancora in cerca di una nuova e tassonomica classificazione del diverso, ci viene consegnata da questi “moderni Prometeo” sottoforma di opera d’arte».
La mostra si articolerà in quattro macro-temi, individuati a partire da comuni semantiche visive: “Il corpo”, tra frammentazione, anatomia, aberrazione e diversità; “Il paesaggio / La natura”, tra senso del sublime, rovinismo, catalogazione e caducità della vita; “L’uomo / Eroe romantico”, con particolare attenzione al passato, al recupero di culture e civiltà perdute tra utopia e ideali; “L’inconscio”, tra scrittura automatica, sogno, mistero e nuove ritualità.
«Il desiderio, e soprattutto la necessità, di aprirsi al proprio inconscio alla ricerca di risposte e soluzioni si è spudoratamente palesato durante il periodo artistico-letterario del Romanticismo ma è da sempre (in modo più o meno esplicito) caratteristica essenziale degli artisti, come d’altronde di ogni essere umano», spiega Giorgia Bergantin. «Gli artisti sanno e vivono costantemente l’attimo di lanciarsi oltre il vuoto, l’enormità e l’abisso, quelle altezze in cui l’animo si trova coinvolto in vortici finissimi e precipita. Grandezze incalcolabili – aggiunge Enrico Turchi – dinnanzi alle quali l’idea stessa di infinito sfugge. «Come – cioè da dove, per quale via, secondo quali crismi – il nostro corpo possiede (cioè incorpora) i suoi fantasmi?», si chiede Mattia Cattaneo. «Quanto e come la concezione contemporanea della Natura si avvicina a quella romantica? Partendo dall’analisi delle opere in mostra – spiega Maria Chiara Wang – verranno evidenziati gli aspetti principali che accomunano gli artisti di oggi con quelli di ieri: si giungerà, così, a parlare di sublime e di pittoresco, di vanitas e di rovina, di solitudine e di abbandono, di sacralità, di interiorità e d’intuizione». «Lo spirito romantico – conclude Eleonora Brizi – è vivo e si respira anche nelle forme e nei linguaggi più contemporanei».
Nelle diverse sedi espositive saranno esposte opere di maestri affermati accanto a quelle realizzate da giovani artisti selezionati dai curatori attraverso una capillare attività di scouting. Unitamente alle ricerche degli autori contemporanei, saranno esposte anche opere del ‘700 e dell’800 di Felice Giani, Luigi Manzini, Giuseppe Obici e Giovan Battista Piranesi, provenienti dalla Galleria Ossimoro e da collezioni private. Sarà inoltre presente in mostra il “Canapè del Duca”, celebre dormeuse appartenuta ai Duchi d’Este.
La prima sezione della mostra è allestita presso lo Spazio CRAC e l’Oratorio della Provvidenza di Castelnuovo Rangone. Se al CRAC saranno esposti i dipinti di Jessica Ferro, all’interno dell’Oratorio sarà allestita un’opera digitale di Ben Snell, visibile dall’esterno della chiesa attraverso un’antica gelosia. Il CRAC (Castelnuovo Rangone Arte Contemporanea) è uno spazio che, come dice il nome stesso – crac nei fumetti è il suono della rottura – vuole dare un segnale di rottura rispetto ai normali sistemi espostivi. Sito nel centro storico del paese, è delimitato da un tratto delle duecentesche mura castellane. L’Oratorio della Provvidenza, situato lungo l’ex asse ferroviario (ora cicloturistico), è un’antica e piccola chiesa consacrata a pochi passi dal centro, che si presterà in futuro ad una sperimentazione volta alla promozione dell’arte digitale. Le esposizioni saranno visitabili fino al 28 novembre 2021, attraverso una fruizione libera e continuativa delle opere 24 ore al giorno. Per informazioni: T. +39 059 534802, cultura@comune.castelnuovo-rangone.mo.it, www.comune.castelnuovo-rangone.mo.it.
La seconda sezione trova spazio alla Galleria d’Arte Contemporanea di Palazzo Ducale a Pavullo nel Frignano. In esposizione, opere di Riccardo Albiero, Cristiano Baricelli, Elisa Bertaglia, Serena Biagini, Valentina Biasetti, Giulia Bonora, Luca Caccioni, Giulia Dall’Olio, Daniele Gagliardi, Omar Galliani, Federica Giulianini, Gabriele Grones, Carla Iacono, Silvia Inselvini, Matteo Lucca, Massimo Pulini, Romina Ressia, Marika Ricchi, Andreas Senoner, Laura Serri, Nicola Vinci, Huang Zejian. Il Palazzo Ducale è stato costruito per volere di Francesco IV nella prima metà del XIX secolo ed è stato per alcuni anni dimora estiva della casa d’Austria Este. Ora al suo interno vi è la galleria d’arte contemporanea, sede della mostra, che sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022, martedì e giovedì ore 15.00-18.00, sabato, domenica e festivi ore 16.00-19.00, su richiesta dal lunedì al sabato ore 10.00-12.30. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 0536 29026, cultura@comune.pavullo-nel-frignano.mo.it, www.comune.pavullo-nel-frignano.mo.it.
La terza sezione della mostra si trova presso la Chiesa di San Giacomo a Castelfranco Emilia. In esposizione, opere di Elysia Athanatos, Elisa Caccioni, Maurizio L’Altrella, Herman Nitsch, Armenia Panfolklorica, Enrico Pantani ed Alena Tonelli. La Chiesa di San Giacomo è situata sulla via Emilia, nel centro del paese. Chiesa consacrata, ospita per la prima volta una mostra d’arte contemporanea e conserva al suo interno un dipinto di Elisabetta Sirani. La mostra sarà visitabile fino al 19 dicembre 2021, sabato e domenica ore 9.30-12.30 e 16.00-19.0 (ingresso temporaneamente sospeso in occasione delle funzioni religiose). Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 059 959377, cultura@comune.castelfranco-emilia.mo.it, www.comune.castelfranco-emilia.mo.it.
La quarta sezione della mostra sarà inaugurata è ordinata nella Sala espositiva dell’ex biblioteca nel borgo medievale di Savignano sul Panaro. In esposizione, opere di Francesca Dondoglio, Tommaso Giusti, Elia Mazzotti Gentili e Mhox (Alessandro Zomparelli e Filippo Nassetti). Le opere di Mhox sono state stampate in 3d da CRP Technology (https://crptechnology.com/it). Il borgo medievale, di grande interesse storico e architettonico, è testimonianza di un passato importante e denso di storia. Grazie ad un intervento conservativo portato avanti negli anni ‘80 e ‘90 del ‘900, è oggi uno dei borghi più affascinanti della provincia modenese. Numerose le testimonianze storiche custodite dall’antico abitato. La mostra sarà visitabile fino al 6 dicembre 2021, sabato ore 15.30-18.30 e domenica ore 10.00-12.00 e 15.00-18.30. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 059 759915, cultura@comune.savignano-sul-panaro.mo.it, www.savignano.it.
La quinta sezione della mostra sarà inaugurata si trova nell’Ex Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Spilamberto. In esposizione, opere di Tatiana Brodatch, Iside Calcagnile, Massimiliano Galliani, Luigi Ghirri, Gian Luca Groppi, Marco Luppi, Marco Piccinelli, Simone Stuto, Flavia Tritto. La Chiesa di Santa Maria degli Angeli, eretta nel ‘400 dalla Confraternita di Santa Maria degli Angeli, comprendeva anche un oratorio e un ospedale. Ricostruita tra il 1626 e il 1631, è sconsacrata dalla metà del XX secolo. Ora è finalmente fruibile dopo un lungo e complesso restauro. La mostra sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022, sabato e domenica ore 9.00-12.30 e 16.00-19.00. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 059 789964, cultura@comune.spilamberto.mo.it, www.comune.spilamberto.mo.it.
La sesta sezione della mostra è allestita presso la Rocca di Vignola. In esposizione, opere di Andrea Capucci, Andrea Chiesi, Elisa Florian, Luca Freschi, Michelangelo Galliani, Sergio Padovani, Simone Pellegrini, Lilla Tabasso. Il percorso espositivo sarà completato da una teca contenente una selezione di libri d’artista, alcuni dei quali realizzati per l’occasione dagli artisti in mostra e da Marika Ricchi. La Rocca di Vignola, presumibilmente costruita nell’anno 1178, diventa nel XV secolo dimora della famiglia Contrari, investita del feudo dagli Este. Nel 1577 il feudo viene ceduto a Jacopo Boncompagni, figlio naturale del futuro Papa Gregorio XIII. La Rocca attualmente è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Vignola, che negli ultimi decenni ha intrapreso un attento e scrupoloso lavoro di restauro volto al recupero sia architettonico che pittorico della struttura. Le sale della Rocca di Vignola sono state concesse gratuitamente in uso dalla Fondazione di Vignola. La mostra sarà visitabile fino al 16 gennaio 2022, da giovedì a domenica ore 9.00-13.00 e 15.30-18.00. Ingresso libero. Per informazioni: T. +39 059 775246, cultura@comune.vignola.mo.it, www.comune.vignola.mo.it.
In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo, disponibile in loco, con prefazione istituzionale, introduzione dei curatori, testi critici di Maria Chiara Wang, Giorgia Bergantin, Mattia Cattaneo, Enrico Turchi, Eleonora Brizi e ricco apparato iconografico. Sarà inoltre realizzato un documentario con la regia e la fotografia di Mauro Terzi e la musica de “Le Piccole Morti”. Per informazioni sulla manifestazione è possibile contattare l’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte: T. +39 059 783519, ricognizionisullarte@gmail.com, www.ricognizionisullarte.com, www.facebook.com/ricognizionisullarte, www.instagram.com/ricognizionisullarte.
FONTE. Testo e foto, inseriti al solo scopo di presentare l’evento: press kit Ufficio stampa, CSArt.