SORESINA. Il DAV – Dipartimento di Arti Visive di Soresina (Via Matteotti 2/4) presenta intrigante progetto: UNA CLASSICA TEORIA a cura di Chiara Bolzoni e Francesco Mutti nasce dalla più ampia idea di bellezza in senso generale, su quali siano i suoi presupposti e quali i suoi effetti sul caleidoscopico universo dell’arte contemporanea. Tutto ruota attorno alla fondamentale questione di un fruitore lontano dell’arte che lo rappresenta, mentre sempre più spesso l’attenzione si sposta allo sviluppo di un’opera d’arte che presenti al suo interno brani di arte classica o riferita a un passato che viene considerato nobile. |
Concetta Capotorti – Antica Romana, 2021, bronzo, cm 73x28x24 – particolare In realtà, si tratta di un sentire che affonda le proprie radici in tre nuclei ben definiti della nostra Storia: nell’arte antica ora greca ora romana; in quella rinascimentale in grado di ridefinire il nostro ideale formale ed estetico; infine in quella neo-classica, ultima grandiosa era di riappropriazione del canone classico riconvertito alle nuove esigenze storiche e sociali. Easypop – Actarus, 2020, cemento e acrilico, cm 55x60x35 I motivi sono chiariti dai sette artisti contemporanei chiamati in causa, artisti che utilizzano, saltuariamente o in maniera continua, il tema proveniente da un momento storico diverso dal nostro per raccontare altro del nostro contemporaneo mediante un ideale estetico che è stato “scelto” come veicolo di bellezza oggettiva a prescindere dal gusto. Giada Fedeli – Bludonna, 2022, installazione, gesso e acrilico, cm 18x10x10 – particolare La bellezza di cui parliamo è, in tutto e per tutto, condivisa e inappuntabile, accogliente e rassicurante, giunta fino a noi spesso mutilata dall’azione del tempo e che la nostra società – come anche quelle del passato – considera invece ancora come la più alta e autorevole manifestazione del pensiero dell’uomo. Federico Benedetti – Sottolio I, 2020, acrilico su tela, cm 100×70 Questo sentimento di appartenenza che accontenta, accoglie e tranquillizza tutti quanti proviene dunque dal Tempo che ha deciso il nostro ideale estetico costruendolo attraverso mutilazioni millenarie di arti e volti, su cadute di colore grattate dagli agenti atmosferici e, perché no, anche sul fatto che avremmo persa memoria di una conoscenza iconografica e iconologica per noi non più così rilevante. Antropologico o meno, il nostro “bello” non ha braccia, talvolta neanche gambe, spesso neppure volto o, se lo ha, è comunque privato del naso, solo elemento che restituisce davvero l’individualità del singolo. Paolo Nicolai – Hermes in Atarassia, 2021, resina e materiale plastico, cm 75x50x30 La classicità che è giunta fino a noi “elevata” dal giudizio dei secoli rappresenta dunque, in tutto e per tutto, un ideale puro e incontestabile al quale nessuno di noi può volontariamente sottrarsi, assolutamente perfetto per un’arte contemporanea sempre affamata di notorietà. Con una programmazione di stampo del tutto pop, essa vi trova infatti autorità, autorevolezza, riconoscibilità, giustificazione e talvolta legittimazione. Margherita Lipinska – Medusa, 2021, cm 140×160, acrilico su iutaEcco quindi Concetta Capotorti, Giada Fedeli, Margherita Lipinska, Federico Benedetti, Easypop, Paolo Nicolai e Zino: la punta di un iceberg in continua crescita, un gigante di ghiaccio che non accenna ad arrestarsi mentre procede spedito nell’oceano infinito dell’arte a venire. Il loro lavoro è, all’interno di UNA CLASSICA TEORIA, l’occasione migliore per alimentare la curiosità e approfondire l’argomento: e se non sarà dell’arte contemporanea, almeno che lo sia del passato che ci ha resi quelli che siamo, ispirazione e conoscenza di un canone che si rinnova da sempre senza ostacoli. Zino – Achille, 2021, stampa digitale su collage cartoni, cm 100×70 |