Da qualche parte ho letto questa frase di Andy Warhol: “andrei all’inaugurazione di qualsiasi cosa, anche di una toilette”. In effetti anch’io amo frequentare vernissage. Non tutti però. Apprezzo molto quelli dov’è presente l’artista, così da conoscerlo e potergli fare domande sulle sue opere. Ma c’è un genere di visitatore che mi innervosisce particolarmente: quello che è presente a tutte le inaugurazioni, ma solo e soltanto per ingozzarsi al buffet. Il prototipo di questo “visitatore” (siamo sicuri che si possa definire così?) è sempre lo stesso. Ma con qualche distinguo che adesso vedremo. Lo si nota aggirarsi in gallerie, musei e in altri spazi espositivi mentre parte dalle tele alle pareti (che neppure guarda) e, facendo cerchi concentrici sempre più stretti, neanche fosse lo squalo del famoso film di Steven Spielberg, si avvicina alla preda, ovvero il rinfresco, unico motivo per cui è intervenuto alla première. In altri giorni di lui o di lei, perché il “visitatore da buffet” non è solo un uomo, ma può benissimo essere anche una donna, non si registra alcuna traccia. Quindi che alle pareti ci siano capolavori o non ci sia assolutamente nulla, per lui è assolutamente indifferente. Lo scopo è lo sbafo. C’è addirittura il “visitatore da buffet cronometrista”, quello cioè che calcola la durata media dei discorsi introduttivi di autorità e critici, per presentarsi puntuale… all’apertura del banchetto! E via a mangiare di tutto e di più. A pensarci viene in mente la celebre scena di Alberto Sordi davanti a un gigantesco piatto di pasta e alla sua indimenticabile frase: “maccarone, m’hai provocato e io ti distruggo adesso. Io me te magno” ( https://www.youtube.com/watch?v=aQ08USGA–Y). Più lesto è “l’appostato”, cioè il “visitatore da buffet” che mentre vengono pronunciati i discorsi introduttivi si colloca il più vicino possibile o addirittura a contatto col tavolo del rinfresco, fingendo di appoggiarsi per ascoltare meglio le prolusioni, ma in realtà per essere il primo a mettere le mani fra dolci e salatini. Infine, più raro e fortunatamente in via d’estinzione è “l’assaggiatore”, ovvero il “visitatore da buffet” che con una faccia di bronzo incredibile (verrebbe da dire con maleducazione), appena entra nello spazio espositivo, dribbla meglio di Maradona e Pelè i presenti, se ne infischia di chi sta parlando e di chi ascolta, salta varchi e barriere, alza il telo che di solito copre il buffet e si serve. Quando viene scoperto con le dita nella marmellata, esclama con aria stupita: “volevo solo assaggiare”. In ogni caso l’irritazione è grande. E non faccio fatica a pensare a quella dell’artista che con tanto amore ha dipinto i suoi quadri e cercato di organizzare al meglio la sua esposizione. Per carità, i buffet servono. Gli ospiti di una mostra vanno intrattenuti e il vernissage è un momento spesso molto piacevole. Quello che non va è chi viene sono per il rinfresco. Di questi “personaggi”, sinceramente, l’arte e gli artisti ne possono fare a meno. Che ne dite?
AUTORE: SIMONE FAPPANNI © RIPRODUZIONE DEL TESTO RISERVATA