BOOKS OF ART, UN ESEMPIO DI DIGITAL LEARNING

Foto dI Comfrek da Pixbay

ROMA. Il sito Books of Art (https://www.booksofart.org/) si propone di divulgare arte e poesia – narrandola attraverso le opere d’arte – e di porsi come esempio concreto di digital learning

Si presenta, pertanto, come metodologia concreta ed effettiva nell’apprendere e / o approfondire la conoscenza dell’arte e della poesia, rivolgendosi a un pubblico specializzato e non specializzato dai 13/14 anni in su – inclusi studenti, giovani, ricercatori, insegnanti , adulti – e può anche essere usato da un pubblico più giovane supportato da famiglie e / o insegnanti (Beach, 2012; Gray, Thomas e Lewis, 2010).
Il metodo fenomenologico si rivela particolarmente appropriato per esplorare i rapporti tra apprendimento, estetica e nuovi media in una prospettiva qualitativa, come nel case-study
complessivo di Books of Art (Cilesiz, 2011; Cocek, 2012; Lauwers, 2013; Hycner, 1985).
La fenomenologia tenta di concettualizzare l’esperienza vissuta esplorarando come i fenomeni sono consapevolmente esperiti nel mondo della vita, attraverso un’interazione diretta tra il ricercatore e il fenomeno analizzato (Giorgi, 1994; Moustakas, 1994).

Metodologicamente, la riduzione fenomenologica garantisce obiettività durante l’analisi dei dati in una ricerca qualitativa (Giorgi, 2009; Padilla-Díaz, 2015; Ellett, 2011). La fenomenologia non insegue definizioni dogmatiche ma si propone di descrivere i fenomeni ei loro vissuti. Lo studio dell’esperienza nella sua profondità è sostenuto da una sistematica aperta che integra i significati parziali, il livello teorico e pragmatico, i dati qualitativi e quantitativi.

Tale ricerca raccoglie i dati attraverso interviste approfondite e raccomandate. Sono inoltre raccolti dati quantitativi per ottenere informazioni di base, ad esempio tramite domande come ogni quanto? e quante volte ?. I partecipanti descrivono le loro esperienze ed emozioni in maniera personale e soggettiva. Essi sono considerati come co-ricercatori e utilizzare feedback costanti sulle interpretazioni del ricercatore (On Tam, 2008; Rose, 2011; Knepper and Wyllie, 2012). I partecipanti possono essere reali (studenti in contesti scolastici, partecipanti a eventi extrascolastici) o virtuali (visitatori del sito).

Books of Art si basa sull’omonima pagina Facebook creata nel 2014 e che attualmente conta più di 20000 followers. Il sito può quindi iniziare ragionevolmente con un discreto numero di visitatori.
La pagina Facebook nasce per ordinare e condividere le poesie che ho trascritto nel corso degli anni su sette quaderni: leggevo poesie in biblioteche, libri prestati, citate in fumetti o articoli di giornale – e temevo di dimenticarle. Le poesie – trascritte per ricordarle – non seguono quindi alcun ordine e sono state scelte in quanto ispiratrici per vari motivi. Ci sono più di 100 autori diversi e trattano delle tematiche più disparate. Essendo un numero considerevole, già nel 2012 avevo deciso di iniziare a ordinarle in un archivio ma rispondendo a una precisa volontà di condivisione e divulgazione: dopo alcuni tentativi e riflessioni, ho optato per la pagina Facebook con l’associazione di un’opera d ‘ arte. Tale associazione è resa possibile da un mio immenso archivio di immagini categorizzate in parole chiave.

Il sito, essendo più recente, non ha ancora lo stesso numero di contenuti presenti su Facebook e presenta ancora una serie di sfide tecniche. Rispetto alla sola pagina Facebook il sito conferisce maggiore autorità e credibilità e fornisce un maggiore controllo sulla narrazione, nonché la possibilità di creare un aspetto unico e professionale. Infine, gli utenti si aspettano che io abbia un sito – infatti, avevo ricevuto molte richieste al riguardo. I social media – in particolare Instagram, Facebook e Pinterest – diventano quindi un modo per condividere i contenuti presenti nel sito e strumenti necessari per raggiungere un nuovo pubblico e indirizzarlo al sito. Dato che sto ancora pubblicando il quarto quaderno, il progetto di Books of Art è comunque da considerarsi in fieri.

Per facilitare la lettura delle poesie e fornire una prospettiva interdisciplinare ho deciso di associarle ad opere d’arte (dal XIV secolo a oggi). Le immagini offrono benefici sostanziali in quanto viene trasmesso agli utenti di immaginare visivamente il testo e il suo significato, e lo caricano di un punto di vista unico. L’immagine semplifica quindi il testo della poesia a livello visivo, rendendone il significato in maniera complessiva ed emozionale – non didascalica. La scelta di usare opere d’arte e non altri tipi di immagini dipende dalla volontà di voler condividere l’arte in sé e dal voler stimolare una riflessione estetica a più livelli. A livello didattico, ciò porta all’acquisizione di nuovi progetti e conoscenze, o all’approfondimento di essi.
Tramite l’associazione poesia-opera d’arte i partecipanti possono quindi:
• immaginare e rappresentare il testo in maniera visiva
• creare una connessione unica e personale con la scrittura
• accrescere il senso di riflessione sull’opera proposta, intesa come binomio poesia e
opera d’arte

Come altro obiettivo, Books of Art si propone di dar luogo a nuovi progetti di traduzione in lingua inglese riguardanti poesie italiane contemporanee e del secolo precedente non ancora tradotte o proponendo nuove e ulteriori traduzioni. Tale prospettiva è molto eccitante in quanto consentirebbe al sito di promuovere traduzioni inedite a un pubblico di lingua inglese, nella prospettiva anche di valorizzare il nostro patrimonio letterario all’estero.
Ogni poesia è presentata (qualora possibile) sia in inglese che in italiano, rispondendo a un duplice scopo. In primis, il sito può così rivolgersi a un pubblico più ampio a livello linguistico; in secundi, è utile per aumentare la conoscenza della lingua inglese nel pubblico italiano. In particolare, è molto utile a scuola per far ragionare gli studenti sul significato di traduzione di una poesia, nonché per metterli alla prova con degli esercizi di traduzione (questo inoltre comporta il senso di appropriazione personale di un’opera).

Libri d’Arte desidera condividere e promuovere l’arte. Pertanto, intende:
• coinvolgere attivamente gli utenti nel processo di apprendimento
• fornire loro una certa conoscenza dell’arte e della poesia in una prospettiva multi e
interdisciplinare
• garantire un’esperienza centrata sull’utente
• offrire un senso di proprietà e progressione personale
• ispirare creatività e ulteriori ricerche, come nuove traduzioni
• incoraggiare l’accessibilità e la partecipazione all’arte
• essere rilevante per le generazioni più giovani

AUTRICE: DINA FOGLIA

Dina Foglia ha conseguito una Laurea magistrale in Scienze filosofiche a Milano e una in Museums, Galleries and Contemporary Culture a Londra, insegna alle superiori. Ha conseuguito un Master in Scienze Filosofiche presso l’Università degli Studi di Milano e un Master in Musei, Gallerie e Cultura Contemporanea presso l’Università di Westminster a Londra, che le ha dato l’opportunità di lavorare come curatore. Ha ideato il sito sito Books of Art (https://www.booksofart.org/)

Bibliografia e referenze
• Barthel, B. and Harrison, M. T. (2009). Wielding new media in Web 2.0: exploring the history of
engagement with the collaborative construction of media products. New Media Society, 11, 155-
178.
• Beach,R. (2012). Uses of Digital Tools and Literacies in the English Language Arts Classroom.
Research in the schools, 19 (1), 45-59.
• Charlier, B. et al. (2015). Understanding Quality of Learning in Digital Learning Environments: State
of the Art and Research Needed. In: Curaj, A. et al. (eds). The European Higher Education Area.
Springer. Available from https://link.springer.com/content/pdf/10.1007%2F978-3-319-20877-
0_25.pdf
• Cilesiz, S. (2011). A phenomenological approach to experiences with technology: current state,
promise, and future directions for research. Education Tech Research, 59, 487–510.
• Cocek, C. (2012). Exploring Education Through Phenomenology: A Review of Gloria Dall’Alba’s (Ed.)
Diverse Approaches. Phenomenology & Practice, 6 (1), 95-105.
• Dewey, J. (1938). Experience and Education. Toronto: Collier-MacMillan Canada Ltd.
• Dineen, R., Samuel, E. and Livesey, K. (2005). The promotion of creativity in learners: theory and
practice. Art, Design & Communication in Higher Education, 4 (3), 155-172.
• Ellett, J. (2011). Narrative and Phenomenology as Methodology for Understanding Persistence in Art
Teachers: A Reflective Journey. Marilyn Zurmuehlen Working Papers in Art Education, 2. Available
from http://ir.uiowa.edu/mzwp/vol2011/iss1/ 2
• Giorgi,A. (1994). A Phenomenological Perspective on Certain Qualitative Research Methods. Journal
of Phenomenological Psychology, 25 (2),190-220.
• Giorgi,A. (2009).The descriptive phenomenological method in psychology: A modified Husserlian
approach. Pittsburgh, PA: Duquesne University Press
• Gray, L., Thomas, N., and Lewis, L. (2010). Teachers’ Use of Educational Technology in U.S. Public
Schools: 2009. National Center for Education Statistics, Institute of Education Sciences, U.S.
Department of Education. Available from https://nces.ed.gov/pubs2010/2010040.pdf
• Hare, T. (2015). What is the Perfect Balance of Technology in the Art Room?. The art of education.
Available from https://www.theartofed.com/2015/03/13/what-is-the-perfect-balance-of-
technology-in-the-art-room /
• Hycner, R.H. (1985). Some guidelines for the phenomenological analysis of interview data. Human
Studies, 8 (3), 279-303.
• Kajder, S. and Swenson, J.A. (2004).Digital Images in the Language Arts Classroom. ISTE, 31 (8).
• Knepper, S. and Wyllie, R. (2012). The Body and the Classroom: Phenomenology and Online
Learning. Telos. Available from http://www.telospress.com/the-body-and-the-classroomphenomenology-and-online-learning/
• Lauwers, H. (2013). Phenomenological research in educational sciences or learning how to cope
with ambiguity. Brussels: Childhood & Society Research Centre.
• Luckin, R. et al. (2011). Learner-Generated Contexts: A Framework to Support the Effective Use of
Technology for Learning. In: Lee, M. and McLoughlin, C.(ed.) Web 2.0-based e-learning: applying
social informatics for tertiary teaching. Hershey: Information Science Reference, 107-120. Available
from
https://knowledgeillusion.files.wordpress.com/2012/03/bookchapterluckin2009learnergeneratedco
ntexts.pd f
• Moustakas, C. (1994). Phenomenological research methods.Thousand Oaks California.
• On Tam, C. (2008). Understanding the Inarticulateness of Museum Visitors’ Experience of Paintings:
A Phenomenological Study of Adult Non-Art Specialists. Indo-Pacific Journal of Phenomenology, 8
(2), 2-11.
• Ostrow, J.(2015). Commentary: Education in a Changing World. The Journal of School & Society 2(1)
28–32. Available from http://www.johndeweysociety.org/the-journal-of-school-and-society/wp
content/blogs.dir/2/files/2016/03/vol2_2015_schoolsociety.pdf
• Padilla-Díaz, M.(2015). Phenomenology in Educational Qualitative Research: Philosophy as Science
or Philosophical Science? International Journal of Educational Excellence, 1 (2), 101-110.
• Pazurek-Tork, A.L. (2014). A Phenomenological Investigation of Online Learners’ Lived Experiences
of Engagement. University of Minnesota Digital Conservancy. Dissertations 6299. Available from
http://hdl.handle.net/11299/16828 1
• Peppler, K. and Davis, H. (2010). Arts and learning: A review of the impact of arts and aesthetics on
learning and opportunities for further research. In: Gomez,K., Lyons, L. and Radinsky, J. (ed.), 9th
International Conference of the Learning Sciences. Chicago, 2010, 1000-1007. Available from http://
kpeppler.com/Docs/2010_Peppler_Arts_And_Learning.pdf
• Puckett, R.2013 . Educational technology and its effective use. I-manager’s Journal of Educational
Technology, 10 (3), 6-11.
• Rose, E. (2011). The phenomenology of on-screen reading: University students’ lived experience of
digitised text. British Journal of Educational Technology, 42 ( 3), 515-526
• Uhrmacher, P.B. (2009). Toward a theory of Aesthetic learning experience. Curriculum inquiry, 39
(5), 613-636. Available from https://doi.org/10.1111/j.1467-873X.2009.00462 .x
• Van Manen, M.(1990). Researching Lived Experience: Human Science for an Action Sensitive
Pedagogy. Ontario:Althouse Press.
• Waks, L. J.(2015). Introduction: Experience and Education in the Information Age. The Journal of
School & Society, 2(1) 1–5. Available from http://www.johndeweysociety.org/the-journal-of-school-
and-society/wp-content/blogs.dir/2/files/2016/03/vol2_2015_schoolsociety.p df
• Warschauer, M. (2007). The paradoxical future of digital learning. Learn Inq, 1, 41–49. Available
from http://education.uci.edu/uploads/7/2/7/6/72769947/paradox.pdf